Lettera al fratello Pietro_1

Lettera n. 43. Al fratello Signor Pietro Di Netta, Napoli 1840

43. Al fratello Signor Pietro Di Netta[1], Napoli[2].
Notizie della sua salute e raccomandazioni familiari.

Terranova[3], 21 Marzo 1840

Da Tropea mi si scrive che mi avete mandata una lettera, in cui mi date notizia della vostra buona salute e ne ringrazio Gesù Cristo ela Madonna Santissima.

Di me posso dirvi che dacché venni alle Calabrie[4], mi ripigliai bene[5], per grazia di Dio; sono in fatiche sino alla fine di Maggio[6], se piace a Dio, onde in tempo di està potete scrivermi.

Fate che i vostri figli vivano sempre nel timore di Dio, che frequentassero i Sacramenti, ed applicateli tutti alla fatica, non si accompagnassero mai coi mali compagni, e siano divoti della Madonna.

Più volte al giorno ne prego il Signore per i parenti, e per quelle orfane nepoti[7].

Fuggite le liti come la peste, e siate umile con i preti.

Altro non posso fare che pregare per voi tutti, acciò il Signore vi dasse pazienza e vi salvasse l’anima. Non vi scrivo perché sono sempre in impicci e faccende.

Ossequio tutti i parenti, e particolarmente Don Francesco Antonio[8] e figli.

U.mo Fratello
Vito Michele Di Netta

P. S.
Scrivendo a Luigi[9] salutatemelo caramente, giacché non lo potei vedere partendo da Napoli[10].
Caramente ancora abbraccio Don Epifanio[11], e risaluto tutti di casa sua.

Indirizzo:
All’illustrissimo Signore
Signore Padrone Colendissimo.
Il Signor Don Pietro Di Netta. Napoli[12].


[1] Il fratello Pietro Pasquale, nato e battezzato il 5/3/1791 e morto a Vallata il 30/5/1858; mantenne buoni rapporti con P. Di Netta, andandolo a trovarlo fino a Tropea. Sposato con Quaglia Maria Angelica, ebbe sei figli, trai quali uno gli fu ucciso quando era sposato e con figli; due morirono in tenera età, come ricorda il teste Michele Gerundio ai Processi (foglio 177): “Due figli del fratello di esso Servo di Dio volendo festeggiare fanciul1escamente la sua venuta, coglievano nel giardino di casa delle rose e correvano ad offrirgliele. Ripetendosi più volte questa scena, Pietro, padre dei fanciulli e fratello del Servo di Dio, credendo che ne venisse fastidio al Servo di Dio ordinò, che sostassero; ma il Servo di Dio rispose: – Lasciate che facciano, perché fra breve saranno due angioletti in Paradiso – come avvenne in realtà, perché in poco tempo morirono entrambi i fanciulli”.

[2] Lettera pubblicata ne “Processi Ordinari Nocerini”, doc. n.1, fol. 210.

[3] Terranova di Calabria, e dal 1864 Terranova Sappo Minulio, dovendo il nome probabilmente alla contrazione del nome “Sanctus Martinus”, come si chiamava in origine. Ha avuto un passato storico interessante e commercio florido della seta; ebbe anche delle frazioni o casali, quali Scroforio, Molochio, Molochiello, Galatoni, Bracadi, Radicena e altri… Ma con il terremoto del 1783 arrivò il suo inesorabile declino (1.452 vittime, tra le quali 23 monaci e 15 monache. Accorpato ad altri piccoli centri fino a formare il comune di Taurianova, oggi è comune autonomo di 535 abitanti e conserva, dal 2005, il titolo di città. (notizie dal Web, Wikipedia, voce Terranova Sappo Minulio). P. Di Netta vi fece diverse predicazioni.

[4] Di ritorno da Ciorani (SA), dove per tre anni era stato Maestro dei Novizi (1836-1839).

[5] L’aria piuttosto umida di Ciorani non giovava alla sua salute.

[6] La campagna missionaria durava da ottobre fino alla fine di maggio.

[7] Il testimone ai Processi Euplio Gerundo fa sapere: “Pietro fratello del Venerabile gli scriveva che un suo figlio era stato ucciso da un certo Luigi Dell’Osso, e rammaricandosi voleva che la giustizia facesse il suo corso. Ma tanto non piacque al Venerabile che gli rispose: «No, perdonalo e benedicilo». Difatti cosa molta difficile per un padre dell’ucciso, mandò a chiamare l’uccisore, il quale inginocchiatosi piangendo, chiedeva perdono e quegli a perdonarlo e benedirlo, secondo il Venerabile. Questo non solo me lo ha detto mio padre, ma anche l’uccisore” (fol. 135).

[8] Al momento non si sa chi fosse.

[9] Luigi era il fratello minore, militare.

[10] Quando, nel ritorno da Ciorani a Tropea, dovette imbarcarsi a Napoli.

[11] Al momento mancano sue notizie.

[12] Non si sa perché la lettera sia stata indirizzata a Napoli.

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              Con cuore integro e fedele
            LETTERE DEL Ven. P. DI NETTA
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Lettera n. 43
legge: Donato Mantoan
[audio:/LettereMp3/043.mp3]

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P. Vito Michele Di Netta