Memoriale 10 maggio

10 maggio
EFFEMERIDI C.Ss.R = * Vicende di alcune Case francesi

* Vicende di alcune Case francesi.

1875. Fondazione della casa di Gannat 

Questa fondazione si realizzò per istanza di Monsignor  Dreux-Brézé. Vescovo di Moulins. Questi consegnava ai Redentoristi una casa a condizione di farne un centro per le missioni. I superiori accettarono questa proposta e Gannat divenne infatti un centro molto attivo di numerose e consolanti lavori apostolici.

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1904. Espulsione dalla comunità di Parigi.

Avendo il governo rifiutato alla Congregazione qualsiasi richiesta di autorizzazione, ogni comunità ricevette la notifica del decreto di scioglimento.
Alla vigilia di essere di nuovo espulsi, e dopo trenta anni di soggiorno a Ménilmontant, i Padri della comunità di Parigi realizzarono una commovente cerimonia nella loro bella chiesa.
Rinnovarono, davanti al popolo riunito, i loro voti religiosi, e a loro volta i fedeli rinnovarono, a mani alzate, le promesse del Battesimo e di prima Comunione. Il Te Deum fu cantato con il Parce Domine.
Il P. Béthune, proprietario della casa, lesse una bella e nobile protesta. In ricordo di questa triste giornata, i Padri distribuirono ai fedeli che frequentavano la cappella un modesto foglio dal titolo: Ultime raccomandazioni, estratte dall’ultimo discorso di Gesù ai suoi discepoli.
I Padri furono allora chiamati davanti al giudice e comparirono in tribunale: erano i Padri Désiré Castelain, Étienne Monniot, Achille Maillard, Hamez, Alphonse George, Eugène Béthune, Charles Voinot, Joseph Mouton, Arthur Payen, Joseph Tétard, Joseph Jaquemard, e i fratelli Isidore e Constant.
Il P. Désiré Castelain pronunciò una vibrante protesta, gli avvocati supplicarono; ma i Padri furono condannati a sedici franchi di ammenda.
All’uscita da questa aula, si formò una folla indignata di manifestanti, gridando: Libertà! Viva i Padri! Furono loro portati fiori e palme; e rientrarono in convento al canto di: “Io son cristiano”.
Nel giardino di comunità era stato posto un altare e si diede ad una folla entusiasta la benedizione con il SS.mo Sacramento.

In seguito i Padri andarono in appello e cassazione. Infine il 10 maggio, i giudici di pace, uno squadrone di cavalleria, e una compagnia di vigili del fuoco li costrinsero a lasciare l’edificio.  I Padri scesero, bagagli a mano dalla sala comune e si recarono al n° 15 di via Charles V.
Revue “Sainte Famille”. p.12 – Chroniques.

La Comunità di Parigi all’uscita del tribunale, accolta con rami di palme: una scena che si è ripetuta in diversi luoghi dove furono soppresse le Comunità redentoriste di Francia.

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1909. Fondazione della casa di Honnay (Belgio).

Ecco come nacque questa fondazione. Dopo le espulsioni del 3 novembre 1880 la comunità dei Redentoristi di Houdemont, come del resto tutte le altre, si era formata di nuovo; ma nel 1903 la loro richiesta di autorizzazione era stata rigettata e ciò implicava la sentenza di scioglimento: i Padri lasciarono definitivamente  Houdemont e vennero ad insediarsi nel castello di M. Desclée, a Gérimont presso Beauplateau.
Trascorsero alcuni anni: Jean Desclée morì e gli altri tre proprietari del castello dovevano fare la divisione dei loro beni. I Padri si ritirarono e andarono a stabilirsi a Honnay. (Provincia di Namur).

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IN MEMORIAM

Fr. Gaetano Gaudioso. Cava. (Italia),1757.
Questo giovane novizio del tempo di S. Alfonso nacque a Cosenza il 14 settembre 1741, orfano dall’età di sette anni, Gaetano entrò nel piccolo minore.
Assistendo ad una missione predicata da due Padri a S. Nicola di Cava, sua parrocchia, Gaetano conforme alla sua età prestava servizio ai missionari. Si metteva vicino alla cattedra dietro i missionari e presentava al momento opportuno secondo l’usanza napoletana, ora un teschio o una immagine destinata ad impressionare vivamente gli uditorio.

Apprezzando il notevole spirito di preghiera dei missionari, li supplicò di essere ammesso nella Congregazione. Vi entrò a dodici anni, dopo tre anni di insistente suppliche.
Vi era una base straordinaria di giudizio e di saggezza in un ragazzo così giovane, unito al gusto molto forte per le cose spirituali: ciò faceva intravedere i progressi che avrebbe realizzato nelle vie di Dio.
Al noviziato Gaetano Gaudioso rivaleggiò in santità non soltanto con i novizi più pii e fervorosi, ma anche con i Padri più collaudati nella virtù: agre con massima perfezione nelle azioni più ordinarie, mostrare interesse a sollecitare il permesso di fare penitenza. Sempre allegro, sempre uguale a se stesso, la sua giaculatoria era quella di S. Alfonso: “O volontà di Dio sei il mio amore”.
La debole salute obbligò i superiori a inviarlo a respirare l’aria natia. Presto sopraggiunse un colpo di apoplessia che gli tolse l’uso della parola. S. Alfonso deputò due padri per ricevere i suoi voti religiosi: ed egli fissando gli occhi per tre volte, si legò alla Congregazione. S. Alfonso nell’apprendere la sua morte esclamò:  “Questo giovane mi ispira una santa invidia; era un angelo; al presente è felice!”. Gaetano aveva sedici anni. – «Qui facit voluntatem dei, manet in aeternum». Gv 2,17.
Professione: 9 maggio 1757.

L’Abbazia di Cava dei Tirreni in un francobollo commemorativo – S. Alfonso ebbe molti contatti apostolici con la città dalla quale sono pervenute diverse vocazioni all’Istituto, tra cui il P. Paolo Cafaro (foto da internet)..

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Fr. Léonard (Nicolas Noël) Rumillies, 1908.
Il Fratello. Lèonard nacque il 16 luglio 1842 a Tromborn (Alsazia) ed esercitò nel mondo la professione di falegname, ed ugualmente nella Congregazione.
Durante i trentaquattro anni di vita, Dio gli donò la condivisione della sofferenza e per dodici anni  trascorse le notti su una poltrona a causa di un’ostinata asma. Occupava il  tempo nella preghiera. In cappella aveva l’abitudine di stare sempre in ginocchio per spirito di penitenza.
Lasciò ai confratelli un ricordo di uomo di preghiera, di amore filiale per la Congregazione, di amabilità e di gratitudine sempre pronta ad esprimere, di bontà di cuore  e di santa rassegnazione alla volontà di Dio. – «Beati mites quotiamo ipsi possidebunt terram». Mt 5,7.
Professione: 1° maggio 1874. 

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P.François Dumortier, Mouscron, 1916.
Il P. François Dumortier nacque a Tourcoing il 24 novembre 1842 da una famiglia sentitamente cristiana. Ebbe quattro nipoti sacerdoti di cui due Redentoristi: i Padri Auguste e Alfonso Dumortier.
Conseguì il baccalaureato a 18 anni e passò dai banchi del collegio di Tourcoing al seminario maggiore di Cambrai. Un giorno incontrò il P. Desurmont, provinciale dei redentoristi. Questi valutò l’avvenire di Francesco e lo accettò nella Congregazione.

Ordinato sacerdote, il Padre Dumortier si dedicò alla predicazione al seguito dei Padri Berthe, Boulangeot e Prouvost.
A trenta anni era già un esperto missionario. Presentava e sviluppava il tema con padronanza perfetta, con serietà e convinzione. La sua voce maschia e duttile riempiva facilmente anche le chiese più spaziose: aveva una voce da tenore con un timbro molto piacevole. Ma la salute non gli permise di sopportare le fatiche delle grandi missioni.

Iniziò in seguito con il P. Berthe l’apostolato della penna. Per  quarant’anni collaborò alla rivista della “Sainte Famille” con i suoi articoli: Fiori di santi. Compose la vita di S. Gaetano Thiene, di Paolo Cafaro, del Ven. Gennaro Sarnelli, dei primi Redentoristi.
L la traduzione in francese in cinque grandi volumi delle Lettere di S. Alfonso, fu la sua opera principale; pubblicò una estesa biografia del P. Tannoia e brevi notizie su Blasucci e su altri giovani studenti; le vite del Rev.mo P. Mauron, delle beata Vittoria Fornari; Fiori del chiostro , Lineamenti di redentoristine.
Per più di venti anni lavorò ad un opera che purtroppo il tempo e la salute non gli permisero di terminare: La Storia della Predicazione.

Dopo essere stato predicatore e scrittore, il Padre Dumortier divenne direttore dell’associazione della Sainte Famille che aveva la sede nella casa di Dunkerque.
Non è esagerato affermare che tra i redentoristi che, dopo tre quarti di secolo hanno risieduto in questa città, questo confratello è quello che ha lasciato il più profondo ricordo.
Il P. Dumortier aveva il culto della perfezione: non si accontentava delle cose fatte a metà. La pietà, l’osservanza della Regola, la fatica accanita, la conversazione travolgente, gli stessi scrupoli nascevano da questo bisogno di perfezione: troppo spesso dimenticò che lo sforzo umano è soggetto ad una misura e ad un limite.
Era simpatico in modo straordinario: la dottrina, l’amabile franchezza gli rendeva l’adulazione impossibile, la cordialità, un fondo di indulgenza e di bontà gli guadagnavano irresistibilmente la confidenza e metteva a loro agio coloro che l’avvicinavano. Era veramente uomo di Dio. Nella sua persona si riverberava il riflesso di un’alta virtù, un marchio di santità.

Negli ultimi anni il P. Dumortier si trovò in uno stato di ostinata prostrazione morale, gli scrupoli poi vennero ad assediarlo e sopraffarlo; i confratelli si sforzavano ad consolarlo e a sollevarlo. Fu il suo Calvario.
Il P. Dumortier fu di residenza a Mouscron dopo le espulsioni del 1901 e si rendeva utile a tutti, sia all’interno che all’esterno del convento. Durante la guerra del 1914 le privazioni del vitto e dei farmaci si unirono alle pene morali.
Il P. Dumortier fece una dolce e santa morte al suono dell’Angelus della sera, attorniato dai confratelli mentre pregavano La Madonna del Perpetuo Soccorso. –  «Qui fecerit et docuerit, hic magnus vocabitur in regno coelorum». Mt 5,13.
Professione: 26 luglio 1868.
Ordinazione sacerdotale: 21 settembre 1868.

La Comunità di Muscron nel 1909 con i Padri Padres: Gillet, Rector, Provincial, A. Dumortier, Hernanrd, Hernociët (foto in AHGR).

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
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