Memoriale 18 gennaio

18 gennaio
EFFEMERIDI C.Ss.R. = * 1850. Lettera del Rev. Padre Passerat ai membri della comunità di Téterchen.

*1850. Lettera del Rev. Padre Passerat ai membri della comunità di Téterchen.

J. M. J. A.
Bruges, 18 gennaio 1850.

Reverendi Padri e cari fratelli,
non dubitate della mia devozione, del mio tenero affetto e dei miei auguri più sinceri e più ardenti.
Oltre ai legami che ci stringono, come non amare dei fratelli che mi amano così gratuitamente, così teneramente e – posso aggiungere – che mi fanno tanto bene?
Lavorate con tanto zelo per la gloria di Dio e la salvezza delle anime; ed io, attraverso la comunione dei santi e soprattutto attraverso la comunione fraterna, mi arricchisco senza meriti, acquisto dei grandi beni senza denaro. I Vostri tesori sono i miei.
Prego Dio che benedica i vostri molteplici lavori, ma anche che vi conservi lo spirito interiore senza il quale nessuna legge, nessuna regola, nessuna vigilanza dei superiori potrà impedire che il rilassamento si introduca in mezzo a noi.
Mi sia permesso dunque dire: Io prego il nostro Santo Redentore, la santa Vergine e San Giuseppe, patrono della vita interiore e S.  Alfonso di persuadervi di questa verità.
Perché si sente così spesso dai religiosi dire lamentando: “Ah! Se fossi come al mio noviziato!”. Questo significa, dice Lancicius, che oggi si trascura una lettura, domani una meditazione ed altri piccole pratiche; poco a poco la devozione si affievolisce; e noi a vele spiegate in piena attività, in pericolo di perdere la devozione e di perire!
Perché alcuni vanno perdono la loro vocazione? Chi avrebbe creduto, se l’esperienza non lo avesse dimostrato, che i postulanti dopo avere chiesto l’ammissione con insistenza e desiderato aspettando con impazienza il momento di prendere l’abito e di fare i voti, sarebbero caduti tanto in basso da chiedere la loro dispensa! Non cerchiamo altra causa che questa: “Si è trascurato, dice Lancicius, oggi una lettura, domani una meditazione, l’esame particolare, e si perde l’unzione di questo olio che per la sua abbondanza farebbe “putrefacere jugum meum a facie olei”.. Persuadetevi che l’azione non supplisce alla preghiera. “Quidquid de aliis sit, teipsum non negligas”.

Lavorate, ma non fino a disseccarvi. “Serva teipsum tibi”. Fate delle missioni e dei ritiri, ma osservate bene quello che il nostro santo Fondatore ci ha prescritto, elevando frequentemente il nostro spirito verso il Padre della luci, per evitare male da cui ci mettono in guardia le nostre Costituzioni: di rendere i nostri lavori naturali.
Quando dunque il nostro santo Redentore vi dice: “Venite seorsum et requiescite pusillum“, siate fedeli alla sua voce. “Misceamus utile dulci, e sic feremus punctum”. raggiungeremo un triplice scopo: salveremo noi stessi; apriremo il cielo a molti altri, conserveremo la Congregazione nel suo fervore e per mezzo di essa lavoreremo anche dopo la nostra morte, in saecula saeculorum.
Fiat per merita Jesu Christi, intercessionem Beatae Mariae Virginis, sancti Alphonsi ed omnium sanctorum.
Umilissimo e voi vicinissimo servo e fratello.
Joseph PASSERAT, C. Ss. R.

Scritto aufografo del P. Passerat - Vienna.
Scritto aufografo del P. Passerat – Vienna.

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1876. fondazione della casa di Pontacq-Pau (Pirenei).

Nel mese di gennaio 1875, il P. Desurmont, Provinciale della Francia, stupito del grande bene che facevano i nostri Padri all’Ecuador e volendo preparare dei soggetti per la Spagna (quando questo paese si sarebbe aperto), decise di fondare un noviziato spagnolo nei pressi dei Pirenei.
Dopo che il Rev.mo Padre Mauron approvò questo progetto, il P. Desurmont mandò a Pau il P. Fradin, rettore di Argentan, che conosceva il paese per essere stato superiore generale della Congregazione delle Figlie della Croce prima della sua entrata in Congregazione.
Il P. Fradin fu ricevuto a braccia aperte all’arcivescovato di Tarbes. Ma si esigeva che noi accettassimo la guida di una parrocchia. Non potendo sottoscrivere questa condizione, il P. Fradin si recò al vescovato di Bayonne, dove gli venne indicata una casa a Pontacq vicino Pau. La fondazione fu accettata ed alcuni Padri vi si stabilirono. Ma era solamente una soluzione temporanea, perché l’anno dopo si dovè pensare a qualcosa di definitivo.
I Padri Desurmont e Fradin si recarono a Pau e trovarono nella via Nuova di Jurançon, che dipendeva civilmente da Pau, una casa che li incantò. I Padri si stabilirono in questa casa il 18 gennaio 1876. Il P. Fradin ne diventò il superiore avendo per sudditi i Padri Alphonse, Négro, Cigrand e Gratien. Il ministero era fruttoso tanto all’interno che all’esterno.
Quando vennero le espulsioni del 1880 si abbandonò questa fondazione e non vi si ritornò più.

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 IN MEMORIAM

Il servo di Dio, P. Saverio Rossi. Ciorani 1758.
Nato nel 1706, il P. Rossi fu uno dei primi compagni di S. Alfonso. Entrò nella Congregazione un anno dopo la sua fondazione. Malgrado il suo ardente zelo per la salvezza delle anime, quasi subito dopo la sua entrata in Congregazione aveva dovuto rinunciare alla vita apostolica a causa di una tosse violenta ed ostinata che gli squassava il petto e causava frequenti sputi di sangue. Ma egli si dedicò tutto alla casa di Ciorani di cui fu l’architetto, l’imprenditore ed il sostegno.
S. Alfonso gli insegno a considerare Dio come il suo tesoriere. Ed egli l’apprese bene, perché questo tesoriere gli versò delle somme sufficienti per costruire, oltre la chiesa, un convento che poteva contenere cinquanta religiosi e cento esercizianti. Il suo segreto per procurarsi le risorse, era questo: donare molto ai poveri e contare sulla divina Provvidenza con grande fiducia. “Perché l’elemosina entri nel convento – diceva – occorre che ne esca“. Il Padre Rossi si applicò con rara costanza ad imitare le virtù di Gesù Cristo.
Egli era obbligato a lottare contro l’umore bilioso che agiva potentemente sul suo carattere, ed gli richiedeva continui sforzi per vincersi; ma la sua virtù aveva sempre la meglio ed egli era costantemente maestro di se stesso, nel senso che il suo temperamento contribuiva a perfezionare la sua virtù.
La sua memoria sarà sempre in benedizione nella Congregazione di cui fu uno dei più degni figli: – “Cujus memoria in benedictione est“. Eccli. 35, 1.
(P. Berthe, Vita di S. Alfonso, I, 570).

Il P. Saverio Rossi (1708-1758) una delle colonne dell’Istituto nascente, in particolare della Casa di Ciorani (Foto Raccolta Marrazzo).

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 P. Virgilio Lanovaz. Riobamba, 1887.
Nato il 12 marzo 1851 ad Arenthon (Alta-Savoia), Virgilio Lanovaz che nel mondo ambiva il primo posto nel suo comune, entrò nella Congregazione nel 1874. Nel 1879, i superiori lo destinarono per l’America.
Era un religioso virtuoso e volle partire senza dire addio a sua madre. In una lettera le diceva: “Voi siete avanzata in età, fate a Dio il sacrificio del più caro gioiello del vostro cuore. La vostra tenerezza materna dirà: Mio Dio martirizzato per me, vi offro il martirio del mio povero cuore… morrò contenta, perché vi ho potuto dare mio figlio per salvare le Anime “. Che cara madre! quante madri non hanno la stessa felicità! Le lettere che le scrisse in seguito sono un tesoro di famiglia: ci rivelano la sua forza d’animo, il suo carattere energico, ed il suo spirito soprannaturale.
In America, il Padre Lanovaz non esercitò altro apostolato che quello della sofferenza e della preghiera. La sua apparente inutilità lo faceva soffrire molto più che la sua tisi. Il suo candore, la sua semplicità, il suo spirito di povertà e la sua sottomissione alla Provvidenza edificava i suoi confratelli.
Il Padre Lanovaz morì da vero Redentorista, dopo una lunga malattia sopportata con pazienza e che gli valse a salvare molte anime. Aveva trentasei anni. – “Amen dico vobis, non perdet mercedem suam”. Matth. 10, 42.
Professione: 21 novembre 1875.
Ordinazione sacerdotale: 7 luglio 1879.

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P. Emilio Parisel. Bouchout 1922.
Il Padre Parisel nacque a Leffonds, (diocesi di Langres, il 7 febbraio 1861. Entrò in Congregazione all’età di diciotto anni. Diventato sacerdote, manifestò uno zelo straordinario per la sua santificazione e per salvezza delle anime. Mancava, però, di ponderatezza in tutte le sue azioni. Il povero Padre fu colpito da alienazione mentale. Le sue tendenze denotavano un misticismo eccessivo, concernente l’unione della sua anima con Gesù; un zelo senza misura. I suoi superiori lo affidarono ad una casa di cura a Bouchout, in Belgio, dove morì. – “Memor esto mei” Tob. 3, 3.
Professione: 24 settembre 1880.
Ordinazione sacerdotale: 29 marzo 1887.

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Fr. Juvénal (Louis Lelan). Mouscron, 1922.
Il Fratello Juvénal nacque nel villaggio di Bransquel, diocesi di Vannes, il 6 marzo 1848. Per propria ammissione, fin dalla gioventù si sentì inclinato alla riflessione e alla preghiera. Nel 1886, il P. Durieux predicava una missione ad Auray. Juvénal, che allora era domestico presso delle religiose, fu invitato a seguire i santi esercizi. Questa missione fu l’occasione della sua entrata in Congregazione. Soggiornò diverso tempo ad Argentan, poi nel 1903, venne a Mouscron dove restò fino alla sua morte.
Del Fratello Juvénal si può dire che ha pregato molto in tutta la sua vita. Durante la guerra 1914-1918, soffrì a Mouscron di molte privazioni, arrivando a non poter più lavorare. Si era costruito un rifugio nel parco dove amava ritirarsi per leggere il suo catechismo bretone che portava sempre con sé.
In seguito ad una eripisela, probabilmente trascurata, contrasse una piaga cancerosa alla guancia sinistra che, durante il suo sonno, suppurava nella bocca. Ne seguì una specie di avvelenamento dello stomaco. Il Fratello ne soffrì molto, malgrado le cure dedicategli da suona infermiera di Niederbronn. Egli edificò i suoi confratelli per la sua rassegnazione nella sofferenza e per le sue preghiere, fino al suo ultimo sospiro. – “Vigilate… omni tempore orantes”. Luca, 21-36.
Professione: 25 dicembre 1895.

Missionari Redentoristi nella campagna di Riobamba, Ecuador, nel 1904. – Qui morì il P. Virgilio Lanovaz.nel 1887 (Foto in AGHR).

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
LA FEDE = 18 gennaio
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