Memoriale 19 maggio

19 maggio
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1909. Il P. Desurmont divulgatore dell’Ascetica Alfonsiana.

1909. Il P. Desurmont divulgatore dell’Ascetica Alfonsiana.

In una lettera datata 19 maggio 1909, il P. Lubienski, polacco, stimato e ammirato Redentorista , rese questa notevole testimonianza alla memoria del P. Desurmont.
Roma 19 maggio 1909
«Il P. Desurmont ha nella Congregazione il grande merito di aver fatto conoscere, ben più del Venerabile P. Passerat, l’ascetismo alfonsiano, come il P. Aquaviva aveva fatto per l’opera di S. Ignazio “quoad regimen societattis Jesu”, che il P. Rodriguez e il P. Lancisius hanno evidenziato come l’ascetismo Ignaziano dei Gesuiti,  così come il Rev.mo P. Mauron ha consolidato il regime della nostra Congregazione. “Il P. Desurmont ci ha guidato a S. Alfonso”.

Il Venerabile P. Passerat entrando a Varsavia, difficilmente ha avuto in mano libri ascetici di S. Alfonso.  San Clemente gli avrà potuto comunicare soltanto ciò che aveva potuto apprendere per tradizione durante il poco tempo trascorso a Scifelli.  A parte la sua grande attitudine tutta alfonsiana di pregare e credere nella potenza della preghiera, il P. Passerat era imbevuto dell’ascetismo dei gesuiti nel quale si era formato nella giovane età.
Solo dopo che i nostri padri Belgi, Tedeschi, Inglesi, Francesi hanno cominciato a diffondere  le opere ascetiche di S. Alfonso nella loro lingua ogni Redentorista ha potuto ispirarsi a lui.
All’inizio, i Maestri dei novizi, i PP. Ottman, Reyners e Stewens non insegnavano che un poco di ascetica gesuitica di Surius, Judde, Saint-Jure….. aggiugendovi tuttavia la preghiera , come fondamento della formazione della nostra gioventù.

Al P. Desurmont appartiene la gloria di aver approfondito S. Alfonso come si approfondisce la Sacra Scrittura e di aver visto e messo in risalto nelle opere del nostro Padre il sistema ascetico Alfonsiano.
Termino queste mie note ed oso emettere questa conclusione: Dopo S. Alfonso, san Clemente e il Venerabile Passerat, non conosco Padre Redentorista che abbia avuto tanta influenza nello sviluppo della Congregazione più del P. Desurmont.
É vero che il P. de Held ha segnato le direttive programmatiche per le Province del Belgio, Olandese, Inglese, ma il P. Desurmont ha potuto non soltanto offrire il campo di lavoro della sua Provincia in Spagna e in America , ma in tutta Congregazione ha fatto epoca per il suo spirito organizzativo, le sue parole, i suoi scritti pregnanti di spirito dello zelo del nostro Dottore zelantissimo e per la formazione ecclesiastica che ha dato alla nostra gioventù come la voleva il nostro Padre S. Alfonso per i suoi discepoli missionari».
Il P. Ulrich, vecchio studente del P. Desurmont ed ex consultore generale a Roma scriveva: «Uomini della sua tempra, non se ne incontrano forse per un secolo nell’Istituto».
P. George. Vie du P. Desurmont, p.151.

P. Achille Desurmont – “Il P. Desurmont ci ha guidato a S. Alfonso”, è stata la convizione dei Redentoristi transalpini che dall’Europa si sono diffusi in tutto il mondo.

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1820. Inaugurazione del primo noviziato
della provincia Gallo-Elvetica.

I primi novizi transalpini vestirono l’abito religioso a Vienna il 19 maggio1820. Veramente il numero non era consistente: erano soltanto sette; tutti erano stati discepoli di S. Clemente Maria; ma il fervore e la gioia con cui abbracciarono la Regola dell’Istituto era grande. Vollero inaugurare il loro ingresso nella vita religiosa con un atto di nobile e coraggiosa umiltà. In attesa di poter godere del convento di Maria-Stiegen, i Padri Francescani misero a loro disposizione il secondo piano del loro monastero. Non tenendo conto della reputazione di cui fino allora avevano goduto per la loro posizione sociale,  senza preoccuparsi degli sguardi e degli insulti di una folla considerevole, i novizi si caricarono i banchi sulle spalle e li portarono pubblicamente fino al monastero dei Francescani.
Il P. Stark che provvisoriamente aveva le funzioni di superiore, impose ai postulanti l’abito di S. Alfonso con le preghiere e le cerimonie in uso nell’Istituto.
Ma il P. Stark si considerava inadatto a guidare questa fondazione e formare i novizi alla vita religiosa. Ottenne dall’imperatore Francesco I, attraverso l’arcivescovo, il permesso di far venire a Vienna un Redentorista straniero: il P. Passerat. Costui risiedeva a Valsainte, e il Rev.mo P. Mansione lo nominerà Vicario generale per le Province Transalpine.
Il P. Passerat elesse il P. Stark superiore della comunità lasciandogli la cura degli affari temporali e si consacrò interamente alla formazione spirituale dei novizi. Si verificò allora la parola che S. Clemente Maria spesso ripeteva ai discepoli: «Quando la Congregazione si sarà stabilita in Austria, chiamerò il grande Francese per insegnarvi a pregare».
P. Haringer. Vie de S. Clément-Marie p. 324.

Vienna, Franziskanerkirche 1724 – La chiesa dei Francescani che ha ospitato il primo Noviziato dei Redentoristi (foto da internet).

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1918. Erezione della provincia Canadese, detta di Toronto, per i Canadesi di lingua inglese. 

In questo giorno fu eretta questa provincia per i Canadesi di lingua inglese. La prima casa di questa provincia era stata creata il 2 ottobre 1874 a Québec.
– Il 25 gennaio 1929 il Rev.mo Padre Murray, per motivi gravi, congiunse a questa Provincia le missioni tra i cattolici di rito slavo di Saskatchewan fino ad ora uniti ai padri della provincia Belga.

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IN MEMORIAM

P. Nicodemo de Angelis. Ciorani,1792.
Il P. de Angelis morì in concetto di santità all’età di 62 anni. L’elogio che S. Alfonso fece della sua virtù lo meritò per la condotta della vita. Il santo Fondatore lo definì “un angelo”.
Il Signore lo provò con le conseguenze lunghe e dolorose di una apoplessia che paralizzò la sua parte destra. La rassegnazione alla volontà di Dio fu eroica, non potendo celebrare la santa messa, riceveva ogni giorno la comunione.
Era devotissimo alla Passione del divin Redentore e alla Santissima Vergine e fedelissimo agli esercizi della comunità. Al mattino si alzava per primo, in ogni stagione, si recava immediatamente in coro; durante il giorno lo si vedeva percorrere con grande sofferenza i corridoi, mano appoggiata al muro, e visitare frequentemente Gesù sacramentato. Questa prova durò per cinque anni e dopo atroci sofferenze meritò la morte del giusto. – «Cum Christo confixus sum cruci». Gal 2,19.
P. Dumortier. Lettres de S. Alphonse, I, 220.

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P. Martin Schöllhorn, Altoetting, (Baviera), 1863.
Il P. Schöllhorn nacque il giorno 8 novembre 1784 a Eisenbourg, diocesi di Strasburgo. Dopo aver completato gli studi dai Benedettini di Ottobeuern, nel 1803 si presentò a Mont-Thabor a Jestetten, convento che S. Clemente aveva fondato da poco.
Ordinato sacerdote, cominciò il ministero apostolico in Svizzera e in Alsazia. Fu il primo Redentorista che, vivente S. Clemente e sotto la sua direzione, evangelizzò queste contrade.
Dio allora permise che operasse tre prestigiose conquiste per la Congregazione: i Padri J. B. Allonas, Martin Schmitt e Michel Neubert, che in seguito diedero onore all’Istituto.
Nominato primo Rettore di Bischenberg, divenne fondatore di questa importante casa, acquistata nel 1820 dal P. Passerat. La chiesa era povera, ma decorosa; il convento soprattutto si trovava in uno stato di estremo abbandono. Il Padre  Schöllhorn non era uomo da perdere coraggio. Formato alla scuola della croce, armato da santa obbedienza, appoggiato dai suoi venerati maestri, superò tutti gli ostacoli.
Furono eseguite le riparazioni più urgenti e aggiunte due nuove ali di costruzione all’ala occidentale. Presto il Padre vi stabilì il noviziato, poi un aspirantato.
Il P. Martin era di straordinaria prudenza e di eccezionale sangue freddo. Inoltre era un apostolo zelante. Per dieci anni svolse un ininterrotto lavoro per il bene delle anime con la predicazione di numerose missioni e aiutando il clero secolare nel ministero parrocchiale.
In seguito il venerabile P. Passerat lo nominò primo superiore del convento di Solitude a Rumillies presso Tournai, poi lo fece venire in Altötting, località famosa per il suo antico santuario, che il re della Baviera aveva donato ai Redentoristi.
Qui ancora il santo missionario si dedicò con zelo per la salvezza delle anime e qui, infine, Dio volle provare il suo fedele servo purificandolo su questa terra. Colpito da apoplessia, dovette rinunciare al pulpito ed al confessionale; poi a poco a poco fu abbandonato dalle forze e dalla memoria. Quando era richiesto sullo stato di salute rispondeva: “Tutto va secondo la volontà di Dio”. E quando gli veniva ricordato la povertà di Jestetten, diceva ancora: “Allora non avevamo che una zuppa di latte, ma possedevamo in abbondanza lo spirito, il vero spirito dell’Istituto”.
I confratelli unanimemente affermavano: il P. Martin Schöllhorn fu un vero redentorista, molto stimato e amato. Morì pieno di meriti per il cielo. – «Opera enim illorum sequntur illos». Ap 14,13.
Professione: 10 febbraio 1805.
Ordinazione sacerdotale: 24 gennaio 1808.

Bischenberg, Francia – Ritratto del P. Martin Schöllhorn considerato il fondatore della importante e storica casa.

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P. Adrien Pasquet. Valence,1887.
Il Padre Pasquet è un figlio del dipartimento di Ardèche. Nacque il 24 dicembre 1853 a Grozon, nella diocesi di Viviers. Entrò nella Congregazione verso la fine degli studi presso il seminario maggiore.
Ordinato sacerdote, si dedicò al ministero delle missioni a Parigi, a Lille; soprattutto fu missionario zelante e di grande fede. Di carattere  buono, leale era un religioso obbediente, pronto ad ogni sacrificio, paziente, rassegnato.
Sfortunatamente dall’età di 18 anni si portava i germi di un reumatismo molto acuto che lo condusse alla morte. In seguito ad una influenza, il male si aggravò e gli fu impossibile partecipare alle missioni.
Morì a 33 anni con sentimenti di grande fervore spirituale. Il vescovo di Valence volle assistere ai funerali.  – «Beati mites quotiamo ipsi possidebunt terram». Mt 5,7.
Professione: 1 novembre 1877.
Ordinazione sacerdotale: 14 luglio 1878.

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P. Théodore Kehren, Valparaiso, 1908.
Il P. Kehren nacque a Mutzig (Alsazia) il 2 settembre 1845 da una famiglia agiata e cristiana. Da giovane sentì l’elogio degli apostoli dell’Alsazia, in particolare di Neubert, Grumblatt, Selder, ed ebbe il piacere di seguire le loro predicazioni. Avendo lasciato il piccolo seminario di Strasburgo, chiese di essere ammesso a Bischenberg.
Dal punto di vista intellettuale era uno sgobbone nel vero senso della parola; aveva la passione per il lavoro e di acquisire nuove conoscenze. Era chiamato il grande esploratore. Religioso virtuoso e originale, di carattere dolce, affabile e moderato attirava la simpatia di tutti. Uomo di preghiera, amava la preghiera fino a trascorrere lunghe ore in cappella quando era in casa. Amava ardentemente la Madre Congregazione. Così si richiese che nelle notizie dell’elogio funebre si facesse riferimento al grande amore e alla riconoscenza che avevae avuto per la Congregazione.
Missionario, fu l’apostolo del Cile per trent’anni, sotto la guida dei Padri Mergès e Desnoulet. Si potrebbe scrivere un libro sul suo apostolato. Non era un oratore; non aveva né la voce, né le pose, né l’imponenza fisica, ancor meno la facilità di eloquio; ma possedeva la passione per le anime, spinta fino all’oblio e al completo sacrificio della sua persona; e possedeva un grande spirito di fede e di continua preghiera.
Il P. Kehren morì con le armi in pugno. Durante una epidemia di vaiolo, si dedicò per sei mesi, chiuso in un lazzaretto, alla cura spirituale delle vittime del morbo. La morte fu il degno coronamento della sua vita: spirò nella sacrestia di una cappella di religiose ove, malgrado la malattia, era andato per celebrare l’Eucaristia che non poté iniziare; le ultime parole furono per ringraziare Dio della grazia di morire in Congregazione, vicino al tabernacolo e per raccomandare al medico che lo assisteva di salvarsi l’anima. – «Reddidit justis mercedem laborum suorum». Sap 10,17.
Professione: 21 novembre 1864.
Ordinazione sacerdotale: 8 ottobre 1871.

Valparaiso, Cile 1899. Altare maggiore, dedicato alla Madonna del Perpetuo Soccorso nella chiesa redentorista, disegnato da un padre redentorista ed eseguito da artisti indigeni.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
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