Memoriale 24 marzo

24 marzo
EFFEMERIDI C.Ss.R = * S.Alfonso modello di amore per Dio.

* S.Alfonso modello di amore per Dio.

L’amore di Dio era il soffio vitale della sua vita, lo animava in tutti gli impegni e si manifestava in ogni istante del giorno con la pratica di tutte le virtù.
Amore tenero e delicato che sussulta al pensiero delle divine perfezioni, e si infiamma in parole ardenti e non può contenere il suo dolore alla vista di tanti peccati commessi ogni giorno sulla terra.
La contemplazione delle divine perfezioni e più di tutto la contemplazione dell’amore di Dio per noi lo faceva trasalire e non sapeva come esprimere a Dio la gioia che ne provava.
Ma chi potrà esprimere la sua angoscia alla vista dei peccati degli uomini? «Mio Signore,  possa io lavare con le mie lacrime e lo stesso mio sangue questi luoghi infelici ove il vostro cuore amoroso ha ricevuto tanti oltraggi nel Santissimo sacramento!».
Amore tangibile e ed estremamente generoso, che è dimostrato dalla rinuncia di tutto ciò che non è Dio e dal dono intero di se stesso; dalla conformità perfetta alla divina volontà; dallo zelo più ardente per la gloria del Signore.
Generosamente rinunciò a tutto ciò che il mondo gli offriva. Si impegnò con zelo ardente per fare amare Dio dagli altri e conquistare i cuori a Dio. Non aveva che un solo desiderio, una sola passione: rallegrare il cuore di Dio e farlo regnare nelle anime. Niente poté arrestare né soddisfare questo ardore di zelo per la gloria divina.

Come pure si possono enumerare le imprese del suo zelo ardente che non conobbe riposo e il voto fatto di non perdere mai tempo? Con la preghiera, con il sacrificio, con la parola, con gli scritti, Alfonso è sempre apostolo. E durante la sua lunga vita, questo zelo ardente non diminuirà mai, ma si perfezionerà di giorno in giorno.
Infine, Alfonso ama particolarmente circondare di premure di tenerezza e devozione il Figlio di Dio fatto uomo, Nostro Signore Gesù Cristo, nel presepe, sulla croce, e nel Tabernacolo. Contempla il suo Dio fatto piccolo bambino per sembrare più amabile ai nostri occhi. Grida di dolore e di compassione sgorgano dal cuore di Alfonso ai piedi della croce per il suo Divin Maestro. Davanti al Tabernacolo, si direbbe un serafino che si consuma di amore!
Ecclesiastici hanno avuto il piacere di ammirarlo durante le lunghe ore che trascorreva ai piedi dell’altare, assorbito nell’amore del suo Dio. Questo spettacolo li colpiva e infiammava anche loro di un santo fervore. Sembrava, vedere un angelo piuttosto che un uomo.

L’immagine, anche se distorce alquanto il volto di S. Alfonso, rende bene l’idea dello zelo di amore che muoveva il nostro Santo.

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IN MEMORIAM

P. François Wintringer. Bischenberg,1870.
Il Padre Wintringer, originario del Lussemburgo, nacque ad Elwange il 10 marzo 1825. Figlio di un insegnante, e lo fu anche lui per un certo tempo, entrò nella Congregazione nel 1855.
Durante gli anni che fu missionario a Bischenberg, lasciò un ricordo indelebile come lavoratore infaticabile per la gloria di Dio e delle anime, generoso e servizievole al più alto grado, si attirò l’affetto di coloro che lo conobbero. Ebbe un talento particolare per convertire i giovani.
Aveva un’anima di apostolo e andava, per disposizione dei superiori, da una missione all’altra con dedizione incrollabile.
Il caro Padre morì con le armi in mano, nel corso di un lavoro apostolico, rassegnato alla volontà di Dio, e, spirando, aveva sulle labbra il nome di colui che aveva tanto amato, il nome di Gesù. Fu la sua ultima parola.  – «Copiosa apud eum redemptio». Ps. 129.
Professione: 2 febbraio 1856.
Ordinazione sacerdotale: 26 maggio 1861.

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P. Claude Ferréol. Gannat, 1898.
Nato a Saint-Étienne (Loira) il 1° ottobre 1865, il P. Ferréol trascorse i primi anni della giovinezza nell’ufficio di Banca di Credito Lionese.
Entrato nella Congregazione, non predicò molte missioni, ma aveva a cuore la salvezza delle anime. Dotato di spirito di fede verso i superiori e confratelli, si faceva tutto a tutti, malgrado lo minassero parecchie gravi malattie. Trasmetteva gioia nelle nostre feste di comunità per i suoi canti, poesie e ornamenti.
Un suo proposito era: Voglio essere un uomo energico, cioè di abnegazione, rinnegandomi costantemente, mortificandomi sempre, e non cercando che la santa volontà di Dio.
Questo buon padre era amato molto e stimato dappertutto, ma soprattutto a Gannat ove morì.

Un estratto dalle sue poesie dimostra di quali sentimenti era animato.

Sì, lascio questa terra senza rimpianti
per andarmi a riposare sul cuore del mio Dio!
Depositando i dolori di questa triste vita,
mi avvio alla felicità nella santa patria;
bacio il pugnale nella mano della Morte
un puro atto di amore coronerà la mia sorte!

Sì, sì, avrei voluto portare il tuo vangelo,
o mio Dio, lontano, ben lontano sulla sterile spiaggia;
avrei voluto spandere la tua gloria e il tuo nome,
avrei voluto cercare le tribù infedeli,
guadagnare per sempre le loro immortali anime
e popolare di cristiani la Città di Sion;

Era il nobile scopo della mia vocazione.
È ancora il sospiro della mia vita,
è sempre la sete inappagata del mio cuore!
Infine, avrei voluto, mio Dio, cadere martire,
fra atroci tormenti, soffrire… e poi morire!
Versare il mio sangue con il sangue che colà dal calvario,
Vittima con Gesù per riscattare la terra…

Mio Dio, tu mi comprendi, comprendi i miei desideri…
Saprai stimare il prezzo dei miei sospiri!
Se volevo la vita, oh! era per piacerti,
era per immolarmi nel tuo santo ministero,
Sacerdote redentorista e sempre Redentore,
olocausto di amore come Cristo redentore.

Ma poiché la mia carriera è già al termine,
giacché la tua voce mi chiama nel santuario
ove regnano, gloriosi, l’apostolo e il martire,
ah! Adoro il tuo comando, e muoio per piacerti,
felice di sottomettermi alla tua santa volontà.

O mio Maestro, mio Dio, non ho che un timore,
un timore di alterare questo bell’atto di amore!
Oh! sostieni la mia debolezza, e nell’ultimo giorno,
non mi abbandonare fino al momento supremo,
perché morendo, io dica ancora: Mio Dio, ti amo!

«Modicum laboravi… inveni mihi multam requiem». Eccli 51,35.
Professione: 8 settembre 1887.
Ordinazione sacerdotale: 4 ottobre 189

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Fr. Patrice (Jean Debuck). Fauquemont, 1924.
Fratello Patrizio, al secolo “Jean Debuck” era fiammingo, nato nelle vicinanze di Audenarde. Nato il 16 luglio 1860 da genitori molto religiosi, aveva più di trent’anni quando andò nel noviziato a Thury-en-Valois.
Dopo la professione religiosa fratello Patrizio esercitò per quasi tutta la vita l’incarico di giardiniere, soprattutto nelle nostre case degli studi.
Aveva poca pratica della lingua francese e ciò gli valse il privilegio di parlare con familiarità coi confratelli e con i superiori. Le sorelle e nipoti avevano per lui una vera venerazione, gli confidavano le loro pene, ricorrevano alle sue preghiere e il buon fratello, così umile e modesto, era felice e fiero di avere nel suo parentado anime così belle.
L’idea che aveva dei voti e della sua professione era molto semplice: “in quel giorno si era sposato con il buon Dio”. Forse non è l’idea madre della grandezza dello stato religioso?
In conseguenza di questo principio il caro Fratello faceva tutto per piacere ai superiori e al buon Dio: «Io lavorare per il Padre Rettore, io obbedire al padre Rettore; io dire rosari alla santa vergine e al buon Dio».
Se non sappiamo quanti talenti il buon Maestro gli ha affidato, sappiamo però che ha fatto fruttificare quelli che ha ricevuto; e senza dubbio aveva un posto preminente in questa gerarchia spirituale, visibile agli occhi di Dio e degli angeli, ove tutti i valori puramente umani sono ribaltati.

Pertanto dopo alcuni anni la salute di Fratello Patrizio era peggiorata. Domenica 16 marzo il P. Prefetto dei Fratelli fece la meditazione su San Giuseppe, che si sarebbe festeggiato il mercoledì seguente. A sera, Fratello Patrizio disse a un suo confratello: «Prego molto san Giuseppe per morire presto; voglio essere esaudito».
Lo fu infatti, perché otto giorni dopo, il buon Fratello, dopo aver ricevuto tutti i conforti religiosi, rese la sua bella anima a Dio. – «Qui ambulat simpliciter, ambulat confidenter». Prov. X,9.
Professione: 18 aprile 1897.

Sint-Truiden (Saint Trond), Limburg. – Padri e fratelli della Comunità, tra i quali c’è il Fr. Patrice = Padri: Meer, Van der Beek, Ter Haer, Meersdom, Murray, Clerinx, Ministre, Von Loock, Devrieuld, Van Coppenolle, Bouveroux, Lammertijn, Lesseliers, Feys, Clément, Nirvart, De Ymes, Van Gaemel, Etienne. – Fratelli: Willilrorol, Joseph, Tillo, Patrice, Justin.(foto in AGHR).

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
AMORE VERSO DIO = 24 marzo
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