Memoriale 28 gennaio

28 gennaio
EFFEMERIDI C.Ss.R. = 1749. La Sacra Congregazione del Concilio si decide per l’approvazione della Regola.

1749. La Sacra Congregazione del Concilio si decide per l’approvazione della Regola e dell’istituto che Benedetto XIV firmerà un mese più tardi.

Il Padre Villani era a Roma dal 9 novembre 1748, aspettando dalla Congregazione del Concilio l’approvazione della Regola e dell’istituto. La causa era messa all’ordine del giorno per il sabato 25 gennaio 1749.
Villani aveva trascorso diverse ore in preghiere davanti al SS. Sacramento, quando il 28 gennaio apprese, con sua grande gioia, che i cardinali avevano votato l’approvazione delle Regole e dell’istituto. Il buono Padre si gettò subito in ginocchio e ringraziò il Signore, la Vergine Maria, San Giuseppe di questa grazia attesa.
Quindi, volendo volendo partecipare la sua gioia al santo Fondatore, scrisse in testa alla sua lettera a grossi caratteri: “Gloria Patri La Congregazione è stata approvata! ” Alfonso aspettava con impazienza questa lettera contenente la decisione dei cardinali. Esitava ad aprirla, la spiegò lentamente e lesse la parola Gloria che lo fece trasalire di gioia poi vide queste parole che lesse ad alta voce: “La Congregazione è approvata.
Piangente di gratitudine e di felicità, si gettò faccia a terra insieme a tutti quelli che lo circondavano e ringraziò Dio di questa grande grazia. Su suo ordine, la comunità si recò in chiesa per cantare il Te Deum. Compiuto questo dovere, egli travasò il suo cuore in quello dei confratelli con un discorso infiammato su queste parole’: “Visita, Domine vineam istam, e perfice eam, quam plantavit dextera tua”. Finì esortando tutti i suoi a corrispondere a questo immenso beneficio di Dio con raddoppiato amore verso Gesù e Maria, e con fervore nell’osservanza regolare. Restava da ottenere dal papa Benedetto XIV la conferma del decreto dei cardinali e la spedizione del Breve di approvazione.
(P. Berthe. Vita del S. Alfonso, I, p. 379, ecc.).

Il P. Andrea Villani che a Roma condusse i preparativi per l’approvazione delle Regole e dell’Istituto.

1762. Risposta di S. Alfonso agli auguri di Natale.

In risposta ai loro auguri di Natale, il nostro Padre S. Alfonso scriveva ai novizi in Pagani il 28 gennaio 1762: “Siatene ben convinti: ciascuno di voi avrà la sua tempesta da affrontare e le sue tenebre da attraversare. Quale rimedio usare allora? Non ce n’è altro che questo: non trattare con la tentazione, ma pregare immediatamente. Ricorrete poi in modo tutto particolare alla Madonna, Madre della perseveranza: chi ricorre senza sosta alla Madonna non può perdere la sua vocazione. Tenetelo per certo: chi muore nella Congregazione farà molto di più che salvarsi, si salverà da santo ed in paradiso occuperà un posto distinto”.
(P. Dumortier, Vita del P. Tannoia, p. 340).

1847. Fondazione della casa di Téterchen.

Quando la tempesta del Sonderbund [lega separatista svizzera]apparve all’orizzonte politico della Svizzera ed andava a colpire la nostra casa di Friburgo, la divina Provvidenza ispirava all’abate François Laglasse, superiore del collegio di Sierck (Mosella), l’idea di fondare una casa di Padri Redentoristi a Téterchen, sua terra natale L’edificio si alzò nell’area del vecchio convento delle Suore Francescane.
Al suo pio progetto doveva associarsi un altro lorenese, uno degli alunni dell’abate Laglasse, Jacques Lilliée (studente a Wittem), offrendo il suo patrimonio per aiutare i primi bisogni della fondazione. A queste condizioni, il Provinciale P. L. Czech non esitò ad accettare i doni di questi generosi fondatori, soprattutto al pensiero che la futura casa di Téterchen poteva offrire un asilo agli studenti francesi esiliati di Contamine, ospiti della provincia olandese a Wittem. Il 28 gennaio 1847, il P. Frédéric, accompagnato corredato dal Padre Laglasse di recente uscito dal noviziato, venne a prendere possesso della casa di Téterchen dedicata alla Madonna Ausiliatrice. Due anni dopo, il 25 settembre 1849, arrivarono da Wittem i primi studenti francesi e, sotto la guida del P Achille Desurmont, loro prefetto, lo Studendato si avviò a diventare dal 1854 al 1865 un vivaio di uomini apostolici. Per di più, nel 1868 si stabilisce definitivamente a Téterchen il Juniorato (Aspirantato) con sei giovani alunni. Nel 1870 essi partirono per Contamine sur-Arve a causa dalla guerra franco-tedesca. Ma Téterchen non era soltanto una casa di studi e di educazione: essa era anche, secondo il desiderio del fondatore, una casa di missionari che predicavano nelle due lingue, franceise e tedesca. Quest’opera di Dio produceva bene molto, quando  il Kulturkampf de 1873 l’annientò completamente per ventidue anni. Infine, il 5 ottobre 1895, i missionari poterono ritornare e riprendere il lavoro delle missioni; ma le grandi sale degli Studenti non dovevano restare vuote; grazie allo zelo del rimpianto Padre Kécheur, rettore di Téterchen, furono avviati dei ritiri “chiusi” per uomini e giovani. Interrotti durante la guerra mondiale dal 1914 al 1918, essi ripresero con nuovo ardore, e, con la vittoria dei francesi, Téterchen ritornò alla Francia, sua Madre-patria.

La Casa redentorista di Téterchen (foto in AGHR).

1870. Il Concilio Vaticano I ed il Rev.mo Padre Nicolas Mauron.

Dopo il Capitolo generale del 1855, dove era stato eletto Rettore Maggiore, il Rev.mo Padre Mauron, malgrado le sue numerose occupazioni, era in relazioni con buono numero di alti dignitari ecclesiastici e ciascuno lo stimava nella misura in cui lo aveva conosciuto prima. Al tempo del Concilio Vaticano, non esitò a prendere posizione nella memorabile controversia dell’infallibilità pontificia. Promosse la pubblicazione dell’opera: Del Papa ed Del Concilio, preparata dal P. Jules Jacques, onorata di un Breve di Pio IX e che riuniva le luminose dissertazioni pubblicate a suo tempo da S. Alfonso contro Febronio; egli l’offrì a molti vescovi.

Molti, dopo averlo letto, cambiarono parere, allineandosi all’opinione di S. Alfonso e diventarono i sostenitori dichiarati della definizione. Questi ultimi avevano il loro quartiere generale a Villa Caserta. Il cardinale Manning a cui venne dato il soprannome di “diabolus Concilii” (cosa di cui andava orgoglioso), confessava che, quando il suo coraggio cominciava a vacillare e sembrava che l’opposizione  trionfasse, andava, lui e tanti altri, a riprendersi presso il Generale dei Redentoristi. Fu a Villa Caserta, infatti, che il 23 dicembre 1869 fu esaminato da un’assemblea di vescovi gli schemi dell’infallibilità, e che si decise di sottometterli alla firma dei Padri del Concilio per ottenerne la loro introduzione; fu sul tavolo di lavoro del P. Mauron che fu redatto e firmato il Postulatum relativo all’infallibilità.Il 28 gennaio 1870 più di quattrocento vescovi firmavano questo richiesta, che fu sottomessa a all’Assemblea, la quale la rinviò alla commissione incaricata di redigere lo Schema de Ecclesia.
P. Dumortier. Vita del P. Mauron, p. 164.
P. Hamez. Vita del P. Humarque, p. 236

1898. Erezione della Provincia irlandese.

Fino a que’anno l’’Irlanda formava una sola Provincia con l’Inghilterra. la sua prima casa era stata fondata il 13 novembre 1853 a Limerick. Ma dal 28 gennaio 1898, l’Irlanda fu eretta in Provincia, sotto il generalato del Rev.mo Padre Mathias Raus.
Il primo Provinciale fu il P. André, diventato poi vescovo di Kilmore, con i PP. Walter, Lambert e Timothé Power quali consultori. All’epoca della sua erezione, la Provincia irlandese si componeva di tre case: Limerick, Dundalk e Belfast. In seguito crebbe considerevolmente con l’erezione di nuove notizie fondazioni, il numero dei soggetti, la creazione della Vice-provincia dell’Australia in Provincia autonoma e della Viceo-provincia delle Filippine. Attualmente, il Juniorato di Limeriok è fiorente. Il ministero apostolico si rivolge alla borghesia ed alla classe operaia. Produce meravigliosi risultati nelle due celebri Confraternite della “Santa Famiglia” fondate a Limerick e a Belfast. Ne fanno parte dodicimila uomini e giovani, il numero delle comunioni annuali raggiunge il mezzo milione e numerose missioni sono predicate tra la popolazione contadina, soprattutto durante la stagione estiva.

Foto storica dell’altare maggiore della chiesa di Limerick in Irlanda (foto in AGHR).

IN MEMORIAM

Fr. Sébastien (Schleiniger). Contamine-sur-Arve, 1882.
Nato il 15 agosto 1815 a Klengnau (cantone di Argovie, Svizzera), il caro fratello fece il suo apprendistato di falegname da un padrone che lo ritenne poi come operaio. Venuto a Friburgo per esercitarvi lo stesso mestiere, si sentì attirato alla vita religiosa. Fu fratello coadiutore dai Padri Gesuitici; poi li lasciò. Come operaio falegname, ebbe l’opportunità di fare parte delle devote riunioni di operai che il Fratello Jaeck, falegname della casa di Friburgo, teneva regolarmente. Gli esercizi di pietà, le devote e buone letture facevano del bene a quella brava persone. Il Fr. Jaeck, vero patriarca, pio come un angelo, virtuoso come i santi, eccellente reclutatore di Fratelli serventi, attirò Sébastien nella Congregazione. Dopo la professione, fece parte della casa di Contamine, che non avrebbe lasciato più fino alla sua morte. Avrebbe potuto rendere grandi servizi alla comunità; purtroppo, poco dopo il suo arrivo, fu colpito da una neuro astenia acuta, almeno parzialmente. Il buono fratello ne soffriva molto. Dio mise termine alla sua prova. Raggiunto da una polmonite contratta in seguito ad un potente raffreddore e da un’imprudenza commessa pochi giorni prima, si dovette dargli in emergenza gli ultimi sacramenti. Sébastien morì di venerdì, unendo le suoi sofferenze a Gesù Redentore al quale si era consacrato. —”Caro mea requiescet in spe“.
Professione: 21 aprile 1847.

Fr. Rodolphe (Jean-Baptiste Gerlach). Bertigny, 1916.
La pietra di paragone di un vero Fratello coadiutore – diceva il santo Fratello Vito Curzio – è l’amore del lavoro. E questo fu l’impegno della vita del Fratello Rodolphe. Nato il 29 gennaio 1834 a Fulda (Hesse), entrò come postulante a Bischenberg nel1869.
Per tutta la sua vita esercitò il mestiere di falegname ed egli si applicò con talento ed ardore. Era richiesto da tutte le nostre comunità in Spagna, in Francia: ci ha reso immensi servizi. Aveva in un alto grado lo spirito di povertà, spingendo lo spirito di economia fino a prendere diverse volte le misure. Sotto una apparente rudezza nascondeva un cuore di oro. Come apprendista falegname, quando era nel mondo, si era distinto per la sua buona condotta e la sua pietà. Apparteneva a numerose confraternite e ci teneva a mostrarsi fedele agli obblighi contratti.
Un dettaglio toccante: assisteva spesso, il più che gli fosse possibile, ad una seconda messa in riparazione dei peccati commessi da quelli che mancavo volontariamente a messa la domenica. Nel settembre 1914, il caro Fratello accompagnò a Bertigny il Rev.mo Padre Raus che si era dimesso dalla carica di Rettore Maggiore, e vi morì piamente. Il suo corpo riposa a Villars accanto a quello del Rev.mo Padre. – “Beati pauperes, quia vestrum est regnum Dei” Luca, VI, 20.
Professione: 23 ottobre 1875.

Fr. Isidore (Jean-Louis Butel). Mouscron, 1918.
Il Fratello Isidore nacque a Wimille, diocesi di Arras, il 22 agosto 1836, da una famiglia di numerosi figli. Una delle sue sorelle, Madame Capron, per molto tempo servì da commissionaria ai nostri Padri di Boulogne. Isidore era giardiniere dalle Visitandine di questa città e la domenica veniva a prestare aiuto al Fratello cuoco. Entrato in Congregazione, rese molti grandi servizi come giardiniere e commissionario, soprattutto nella casa di Parigi dove restò assegnato per più di vent’anni.
I tratti dominanti della sua fisionomia erano la regolarità, la calma, la pietà ed una serenità imperturbabile. Tuttavia gli mancava il lato sensibile della pietà e lo dominava il timore del giudizio di Dio; perciò, soprattutto nei suoi ultimi giorni, lo si vedeva passare lunghi momenti in cappella a sfogliare su e giù il suo manuale di “Preghiere di S. Alfonso”.
Lo ammetteva: pregava più per convinzione che per il gusto e, malgrado l’aridità della sua pietà, fu fedele alla preghiera durante i suoi cinquantatré anni di vita religiosa. Morì ad ottantadue anni, lasciando ai suoi confratelli il ricordo di un religioso molto edificante, dolce e devoto. —”Beati mites quoniam ipsi possidebunt terram”.  Matth. 5-4.
Professione: 8 maggio 1870.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
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