Memoriale 28 luglio

28 luglio
EFFEMERIDI C.Ss.R = * 1881. Il fascino dell’Amore divino.

* 1881. Il fascino dell’Amore divino.

Nel 1881 il P. Desurmont scriveva agli studenti francesi in esilio ad Osterhout in Olanda:
«Sapete cosa è, fratelli miei, l’attrattiva dell’amore di Dio?

  • È il continuo dolore delle anime che, avendo come programma di vita l’amore, chiedono perdono a Dio delle colpe che feriscono il suo cuore.
  • È la continua umiltà che, desiderando la carità, e vedendosi come incapace e indegna, offre al Signore un tributo continuo di vera preghiera.
  • È la continua fiducia della buona volontà che, rinnovata costantemente, si rivolge incessantemente a Lui che ha offeso.
  • È il continuo ricorso all’amore per combattere il peccato e, per ciò stesso, è la contrizione sostituita all’attrizione ed è una filiale delicatezza della coscienza subentrata alla tiepidezza.
  • È la costante preoccupazione di un cuore che chiede come e in che modo può rendere possibile il massimo piacere a Dio.
  • È la vera preghiera nel tempo della preghiera; è il concerto interiore delle anime che offrono al loro Dio suppliche e sacrifici, atti e desideri di cui l’amore è il fondamento.
  • È, a sera, il recarsi delle anime ai piedi del Crocifisso per sforzarsi di amare e piangere per il poco amore.
  • È l’attività umana trasformata in zelo durante il lavoro; è la ricerca paziente di tutto ciò che serve gli interessi di Dio; è l’ardente completamento del tempo; è la vita diventata vera vita, perché la si è trasformata in movimento per Dio.
  • È l’incessante lavoro, sempre e ovunque, della purezza di cuore; è il bene di Dio sostituito al bene creato.
  • È la virtù praticata non per se stessa, ma per piacere a Dio; è la volontà umana che sbiadisce davanti alla volontà divina.
  • È un numero infinito di sacrifici interiori, segreti sforzi, moti del cuore; è davvero il culto delle anime in cui il Signore solo si compiace.
  • È la gioia di Dio, è la soddisfazione dalla sua giustizia, è la gloria della sua santità, è il piacere della sua misericordia, è particolarmente e soprattutto la soddisfazione del suo cuore….»
L’amore di Dio, vissuto in comunità, rende già l’oggi del redentorista un vero paradiso.

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IN MEMORIAM 

P. Emilio Carinci. Cabana (Perù), 1912.
Il P. Carinci nacque il 14 giugno 1878 in un villaggio vicino a Scifelli (Italia). La famiglia fu sempre devota della Congregazione, poiché S. Alfonso aveva già scelto altri tre figli.
Il P. Jean Kannengiesser, Provinciale di Lione, aveva chiesto alla Provincia romana, di “prestare” per dieci anni in aiuto alla Vice-Provincia francese di Lione alcuni studenti italiani in vista dell’evangelizzazione degli indiani.
Il P. Carinci, insieme al P. Wolfang, fu uno tra questi coraggiosi che vi si dedicarono. Il P. Carinci, arrivato in America, volle appagare la sua attività e l’ardente zelo. L’entusiasmo per il lavoro era straordinario, sia che fosse fuori o in convento, dal pulpito o nel confessionale.
Durante una missione si ammalò di meningite cerebrale. Morì quasi senza agonia, dopo quindici giorni di malattia, assistito caritatevolmente di giorno e notte da uno dei confratelli; aveva trentaquattro anni . -«Bonorum enim laborum gloriosus est fructus». Sap. 3-15.
Professione: 29 settembre 1899.
Ordinazione: 17 giugno 1905.

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Fr. Antoine Cordonnier. 1918.
ucciso in guerra nel 1914 à Moyenne-Ville (Somme).
 

Cordonnier Antoine nacque a Roubaix il 17 gennaio 1892. Dalla educazione familiare acquisì un’ardente pietà che lo portò, ancora giovane, alla vita religiosa e a sentimenti di un alto patriottismo, capace di donare alla patria degli eroi, se necessario.
Suo padre era un ex Zuavo pontificio e sua madre era sorella di Theodore Wibaux, Zuavo Pontificio, gesuita, e nipote di P. Joseph Wibaux.
Una volta fu chiesto al bambino Antoine di cinque anni: “Cosa vuoi essere da grande?” – “Generale o martire “, rispose con orgoglio.
Antoine divenne redentorista e ricevette la prima istruzione nello studentato francese in esilio a Fauquemont (Olanda).
La guerra del 1914 lo chiamò al servizio militare. Nell’agosto del 1916, fu mandato a Dunkerque per realizzare un’invenzione che aveva proposto per l’aviazione militare. Si trasferì nell’aviazione dove le sue speciali abilità gli permetteranno di rendere servizi più preziosi.
Conquistò subito il brevetto di pilota. Caporale pilota, sergente dopo la prima menzione nei dispacci, aiutante, sottotenente, riceverà i galloni di luogotenente con la nomina a capo squadra, quando fu ucciso in un duello aereo contro quattro aerei nemici.
L’aereo era, per ammissione dello stesso Cordonnier, una posizione sublime da dove poter contemplare la grandezza di Dio e la piccolezza del mondo, un altare dove ogni giorno saliva per immolarsi, se necessario, secondo il volere di Dio.
È stato citato all’ordine della divisione. «Il Fr. Cordonnier, tenente aviatore, è stato citato all’ordine del giorno sette volte nello spazio di diciotto mesi di combattimento: una volta all’ordine della divisione, 6 volte all’ordine dell’Armata. Croce di Guerra. L’ultima citazione all’ordine di Armata gli valse la nomina al rango di Cavaliere della Legione d’Onore».
Fratello Cordonnier era dotato di un notevole spirito pratico; ed inoltre era di una umiltà e dolcezza affascinante. Aveva una grande devozione al Cuore Eucaristico di Gesù e aveva fissato sul suo aereo  la bandiera del Sacro Cuore.   – «Esto Fidelis usque ad mortem et tibi dabo coronam vitae» Ap 2-10.
Professione: 15 giugno 1914.

Fratello Antoine Cordonnier era pilota di guerra e rimase ucciso nella grande guerra, nel 1918, à Moyenne-Ville (Somme).

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P. Alfred Lawrence. Abbeville, 1925.
Un autorevole confratello ha espresso il seguente elogio del Padre Lawrence: era un perfetto religioso, molto devoto, sentitamente pio e la gioia delle comunità.
Era nato a Poix Nord (North) il 7 aprile 1871; i suoi genitori erano contadini. Ordinato sacerdote, divenne vicario della parrocchia di Saint Géry, a Valenciennes, e si dedicò soprattutto all’assistenza dei poveri e degli emarginati.
Una missione predicata a Valenciennes dai Redentoristi l’entusiasmò. «Finirò per entrare tra i religiosi – disse ad uno dei suoi amici – perché sono molto felici nell’esercitare il ministero».
Dopo aver fatto un riflessivo ritiro nella nostra casa di Lille, Padre Lawrence entrò nel noviziato di Antony. Ammesso ai voti prese parte al ministero apostolico. Ahimè! Ben presto, avvennero  l’espulsioni del 1900, e poi gli inizi del terribile male che doveva completamente danneggiare le sue forze; queste circostanze non gli permisero di dedicare abbastanza tempo al servizio delle missioni.
Tuttavia, ovunque passava, la precisione dell’osservanza della regola, la dedizione illimitata per la casa e i confratelli costituivano per lui un apostolato e un mezzo per la santificazione personale.
Inabile ad andare più in missione come gli altri, lavorava nella sua cella, pregava ed era un vero apostolo, secondo lo spirito di Sant’Alfonso.

Già dal 1913, il P. Lawrence si rese conto che il dolore sarebbe diventato la sua arma principale di combattimento. Baciò la sua croce con generosità. Dovette subire la rimozione del piloro [parte terminale dello stomaco] e inoltre dovette diventare schiavo di precauzioni e di cure per tutelare la vita.
Durante la guerra del 1914, esercitò lo zelo in diverse parrocchie, orfanotrofi, cliniche della Francia e del Belgio. Sapeva allietare, confortare gli sfiduciati. Dicevano i medici: «Voi siete il più grave di tutti e confortate tutti». E lui rispondeva: «È vero, ma sono religioso e bisogna che dia l’esempio».
Nel 1918, le case di Argentan, Les Sables d’Olonne e Parigi-Ménilmontant furono le ultime case che lo ebbero come confratello gentile e disponibile.
Durante un viaggio fu costretto dalla malattia a fermarsi e soggiornare ad Abbeville, presso le suore agostiniane. I Padri di Parigi vennero a fargli visita, era giunta la sua ultima ora. Con il sorriso buono e franco disse: «Ho vissuto felice, morirò felice»· Circondato dai confratelli diede la sua bella anima a Dio, e andò a ricevere la ricompensa di ogni buon Redentorista in cielo. –  -«Hilarem datorem diligit Deus». 2 Cor. 9-7.
Professione: 9 novembre 1899.
Ordinazione: 21 dicembre 1895.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
OBBEDIENZA = 28 luglio
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