Memoriale 3 novembre

3 novembre
EFFEMERIDI C.Ss.R – 1880. Espulsione della Comunità di Houdemont.

1880. Espulsione della Comunità di Houdemont.

La Comunità di Houdemont nel 1880 assaporò le primizie delle espulsioni dei religiosi. Sono le undici e quarantacinque minuti del mattino; quando si presenta il commissario centrale. Notifica al Superiore un’ordinanza del Ministro degli Interni ed un’ordinanza prefettizia. Nessuno gli apre. Il Commissario emette tre citazioni ed ordina lo scasso delle porte con il grimaldello.
Il Padre Despret, Superiore, allora protesta contro la violenza che gli si fa, ricorda la legge di scomunica data dal Papa contro i violatori delle chiusure dei conventi. Si suona a distesa la campana della cappella, la popolazione accorre, ma è trattenuta a distanza dai carabinieri.
Il Commissario legge il decreto di dispersione della comunità. Il P. Despret ricusa l’autorità del Ministro e protesta di nuovo contro la violazione del suo domicilio.
Le camere furono visitate una dopo l’altro. Il Padre Picard, come straniero, essendo malato a letto ebbe un rinvio di tre settimane per lasciare il territorio francese, e furono fissati i sigilli alla cappella.
Il P. Despret restò nella casa come custode della proprietà ed il P. Druelle come delegato del proprietario.
Da Houdemont, il Commissario e gli agenti andarono al convento di Saint-Nicolas-du-Port ed i Padri e Fratelli della casa di Houdemont partirono a Geleen (Olanda) al noviziato, o a Téterchen.

 

Le espulsioni dei Redentoristi e degli altri Ordini religiosi dalle loro Case  avvenivano con la forza (foto in AGHR).

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1880. Espulsione della Comunità di Saint-Nicolas-du-Port.

Mercoledì 3 novembre, alle due del pomeriggio, si presentano al convento il Prefetto, il Commissario centrale, un ufficiale di gendarmeria, un mastro scassinatore delle prigioni di Nancy con due operai e una squadra di gendarmeria rafforzata da quella di Saint-Nicolas.
Abbattute le porte il Commissario dà lettura dell’ordinanza prefettizia, ordinando in nome della legge lo scioglimento della comunità.
Il P. Lorrain, Rettore, circondato da uomini rispettabili della città, protesta energicamente contro la violazione del domicilio. Allora vengono affissi i sigilli sulle porte della cappella; i carabinieri piantonano le porte delle celle e ne cacciano uno dopo l’altro il P. Ottman di ottanta anni, il P. Eyschen, i Padri dell’Alsazia-Lorena, i PP. Simonin e Blanpied, il P. Hofer che era stato cacciato già della Svizzera nel 1848 e dalla Lorena tedesca, il P. Vagner, il P. del Gorce vecchio avvocato alla corte di Douai. Vengono messi sulla strada, mentre il popolo grida: Viva la libertà!
Mons. Foulon, vescovo di Nancy si presenta, gli si rifiuta l’entrata. La sera stessa, viene a dare al P. Lorrain un attestato di simpatia e si ritira fra le acclamazioni della folla che si inginocchia per ricevere la sua benedizione.
I PP. Lorrain e Schmitt rimangono nel convento come proprietari; un Fratello ed alcuni domestici sono autorizzati a restare e la ingiustizia è consumata!

– Dopo alcuni anni i Padri ritornarono a Saint-Nicolas, ripresero la vita di Comunità, e le loro missioni. La cappella fu riaperta … e si attese l’espulsione del 1903! 

Una cappella redentorista chiusa con la forza in Francia, la terra che ha fatto una rivoluzione per la Libertà!

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IN MEMORIAM 

Il Servo di Dio Fratello Giovanni Battista Stöger. Vienna, 1883.
Il servo di Dio nacque il 4 ottobre 1810 ad Enzersfeld, a tre leghe da Vienna (Austria), da genitori cristiani e convinti.
Fu amico della lettura fin dalla giovane età, in modo particolare preferì gli scritti di S. Alfonso; questi producevano nel suo animo profonda impressione.
Il P. Passerat lo ricevette come Fratello laico a Vienna. Il caro Fratello in seguito fu giardiniere e panettiere, modello di pazienza, di penitenza, di angelica modestia e di pietà.
Trascorreva lunghe ore davanti al tabernacolo; durante il lavoro, talvolta si fermava per pregare in ginocchio. I superiori dicevano di lui: Ecco il Fratello che prega sempre, converte più anime con le sue preghiere che i Padri con le loro predicazioni.
Il popolo lo chiamava un «angelo». Anche nell’esteriore appariva la verginale purezza che si rifletteva sul viso, nelle parole e nel portamento del corpo. In ogni cosa ricercava la parte faticosa e crocifiggente, questo era il segreto della santità. «Sono buono solamente a fare duri lavori», diceva. Gli strumenti di giardinaggio erano strumenti di supplizio che nessuno voleva.
Non beveva mai vino e torturava il corpo con vigilie e flagellazioni; mescolava al cibo ceneri ed erbe amare, dovunque ricercava l’ultima posto, mangiava solamente i resti dei pasti della comunità o dei poveri, e indossava vestiti che gli altri non volevano più.
Soffriva che lo si servisse. Ai rimproveri che gli si facevano, rispondeva: «Cosa facciamo in Congregazione se non vogliamo diventare santi?» A forza di lavorare, negli gli ultimi sei anni contrasse una malattia ai piedi; non potendo tenersi più in piedi, voleva lavorare in ginocchio.
Sul finire della vita fu assalito da timori mortali, ma Dio diminuì questa prova accordandogli una morte serena, e dedicata alla preghiera e santi sentimenti.
Il caro Fratello morì in odore di santità. Una sorella diventò Redentoristina a Stein sul Danubio e morì a Gars nel 1881.
Molte grazie e guarigioni furono ottenute per intercessione del santo Fratello. La sua biografia fu diffusa in più di cinquemila esemplari.  – «Qui sunt Christi, carnem suam crucifixerunt».
Revue Sainte Famille Année 1901.
Professione: 18 marzo 1840.

Giovanni Battista Stöger: “: Ecco il Fratello che prega sempre, converte più anime con le sue preghiere che i Padri con le loro predicazioni!”

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Fr. Louis (Nicolas Lett). Mouscron, 1927.
Fratello Louis nacque a Béning, al centro della Lorena, il 1° maggio 1845. Il suo lungo pellegrinaggio sulla terra fu segnato da vitalità e da una delicatezza caratteristica della Lorena e impregnato di fede viva e ardente che lo rese un buon lavoratore del Santissimo Redentore.
Fin dal noviziato si mostrò ciò che sarà sempre: grande lavoratore, unendo all’amore del lavoro, un serio impegno per la santificazione personale, soprattutto con la fedeltà alla Regola.
Agli inizi della fondazione di Parigi, Fratello Louis si mostrò all’altezza del suo compito, come sarto e soprattutto come portinaio. Era molto modesto e riservato con le persone dell’altro sesso; era buono, servizievole, educato e sempre religioso.
La pietà, senza essere espansiva scaturiva da fede profonda. «Tutto per la gloria di Dio e per i poveri peccatori», diceva spesso. Dio lo provò con l’indebolimento graduale della vista, cercava allora di rendersi utile con mille favori che faceva da ogni parte.
La devozione al Santissimo Sacramento fu alla fine dei suoi giorni la grande consolazione. Mentre faceva parte della casa di Mouscron, una grave malattia di stomaco venne ad aggiungersi alla debolezza della vista; così ogni cibo gli diventò impossibile, ed il Fratello Louis spirò dolcemente assistito dai confratelli.
Fedele nelle piccole cose ha ricevuto in eredità i grandi beni promessi da Dio al suo servo fedele.  – «Qui ambulat simpliciter, ambulat confidenter». Prov. 10-9.
Professione: 1 novembre 1875.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
PREGHIERA = 3 novembre
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