Memoriale 8 febbraio

8 febbraio
EFFEMERIDI C.Ss.R. = 1892. Fondazione della casa di Madrid. (San Michele).

1892. Fondazione della casa di Madrid. (San Michele).

Durante la visita straordinaria del Rev.mo P. Raus, Consultore generale, nel novembre 1889, i Padri della vice-provincia di Spagna gli riferirono il desiderio del Nunzio Apostolico di vedere la chiesa della Nunziatura affidata ai Padri della Congregazione. Questa preferenza accordata all’Istituto avrebbe potuto essere vantaggiosa: infatti era nello stesso tempo un onore ed un’assicurazione di protezione della quale la Provincia traeva profitto nell’avvenire.
La proposta piacque al molto Padre Visitatore che, senza tardare, ne parlò con il Nunzio. Ma il Rettore Maggiore, temendo che una fondazione di tal genere fosse incompatibile con lo spirito redentorista e che l’osservanza regolare venisse a soffrirne, confermò solo ad experimentum per due anni la convenzione che era stata fatta. Tuttavia la fondazione definitiva ebbe luogo l’8 febbraio 1892.

Madrid 1904. Capitolo Provinciale. Presenti nella foto: Girón, Izarra, G. Cámara, Rodríguez, Allet, Runner, F. González, Gómez, Pedroza (foto in AGHR).

IN MEMORIAM

Fr. Tommaso Petrosini, diacono. Pagani, 1751.
Il Nostro Padre sant’Alfonso aveva terminato di costruire la Casa di Pagani e come riconoscenza di ciò che il popolo aveva fatto per la Congregazione in questa circostanza volle predicare la missione in questa città.
I suoi esempi e le sue parole spinsero alcuni giovani a seguirlo seguire. Tommaso fu uno di questi. Nacque a Pagani il 21 febbraio 1729 e aveva dimostrato sin dalla prima ora un grande amore alla frequenza dei sacramenti e una profonda orrore del vizio.
Decise di darsi a Dio. “Vado a farmi santo” disse ai suoi genitori, e partì. Subì forti tentazioni contro la vocazione da parte di suo fratello  e del suo prefetto, il famoso P. Giuseppe Muscari, ed anche in occasione di una grave malattia che lo provò duramente. Ma in mezzo ai suoi dolori egli baciava le mura della sua cella e diceva: “Bacio queste mura chi mi separano dal mondo e ringrazio Dio che mi fa morire in Congregazione”.
Questo santo giovane uomo metteva la sua vocazione al di sopra di tutte la dignità del mondo, facendo sue le parole del suo emerito Maestro, il P. Villani: “Figlioli miei, quando si trattava della Congregazione piuttosto morti dentro che papi fuori”.
Tommaso era diacono e mori del male che lo minacciava da tempo [la tubercolosi]. Il venerabile P. Sportelli diceva al fratello di Tommaso: “Vostro fratello è un santo” ed al P. Villani: “Non piangete più:  avete un santo in paradiso”. – O quam pulchra est casta generatio cum claritate.” Sap. 4,1  (Notizie dal P. Dumortier). Professione: a Ciorani 19 ottobre 1748.

P. Giuseppe Muscari, detto l’Abate Muscari perché basiliano (1707-1793). Calabrese di S. Eufemia d’Aspromonte, era segretario dell’Abate del suo ordine. Aiutò il P. Villani per le faccende circa l’approvazione papale della regola redentorista. Per speciale indulto della S.Sede entrò e professò nella Congregazione redentorista il 1 giugno 1749. S. Alfonso gli affidò i giovani studenti, ma egli non si mostrò fedele al suo compito, insinuando nei giovani  mentalità e comportamenti estranei allo spirito dell’Istituto. Fu espulso nel 1751.

Fr. Cyrille (Courbis). Valence, 1891.
Il fratello Cyrille nacque il 6 marzo 1846 a Saint-Romain-d’Ay provincia di Viviers in Adrèche da genitori profondamente cristiani e si dedicò ai lavori agricoli, vivendo una vita molto pura e pia.
Divenuto soldato nel 1870, fu internato in Germania per nove mesi; rimesso in libertà divenne divenne capo-squadra nella compagnia delle ferrovie P.L.M. Egli alloggiava in una modesta camera a Valence e dal suo confessore, l’arciprete della cattedrale, fu condotto al convento dei Padri redentoristi di questa città.
Questo buon fratello diventò un santo religioso. Era animato da un notevole spirito di fede. Era un religioso “tutto spirituale”, pregando senza sosta durante il suo lavoro e sapendo unire la più bassa opinione di se stesso ai sentimenti ai più nobili e delicati.
Nella sua persona egli offriva a tutti i suoi confratelli un modello di pietà, di rispetto e di obbedienza, di una grande povertà e di una dedizione assoluta alla Congregazione. Era un lavoratore instancabile tanto che gli operai non volevano lavorare al suo fianco perché temevano il suo esempio. Diceva sempre: “Non devo perdere tempo, perché sono religioso, e poi, devo riparare i peccati che si commettono. Che volete? Questa la mia idea, questa è la mia vocazione”.
Diceva un confratello: “Fare una passeggiata insieme a fratello Cyrille vale più che fare una lettura spirituale”. Il buon fratello morì a causa di una polmonite.
Sul suo cadavere il papà scrisse: “Ho perso tutto, perdendo il più santo dei miei figli”. Non si era sbagliato: tutti quello che lo avevano conosciuto dicevano: “Fratello Cyrille era un santo!” – La sua vita è stata scritta dal P. August Roger. – “Justus autem meus ex fide vivit”. Hebr. 10-38.
Professione: 15 agosto 1881.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
LA SPERANZA = 8 febbraio
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