Porpora Domenico redentorista

P. Domenico Porpora (1913-1974) – Italia.

Il P. Domenico Porpora ci ha lasciati. Un infarto gravissimo l’aveva colpito in modo irreversibile la sera del 4 maggio, dopo una intensa giornata di lavoro per il primo venerdì del mese, e l’ha tenuto in continuo pericolo di vita per 80 giorni.
Né la scienza medica, né le premure dei confratelli di Pagani, né le cure affettuose delle sorelle e dei parenti hanno potuto arrestare il male. La sera del 25 luglio, alle ore 19 circa, ha terminato di vivere. Sia fatta la volontà di Dio! ripeteva con intensa partecipazione spirituale sul letto di morte il car.mo Padre.

Il P. Domenico Porpora, nato il 25 settembre 1913 a Casola di Napoli, aveva 60 anni e dieci mesi. Consacrato coi voti religiosi al Signore tra i figli di S. Alfonso, il 29 settembre 1934, aveva 40 anni di vita redentorista.
Era stato consacrato sacerdote, il 24 giugno 1940, nella basilica di Pagani, ed erano 34 anni di sacerdozio offerti alla Congregazione, alla chiesa, nell’insegnamento della cultura umanistica, nella formazione dei nostri studenti, e nell’apostolato missionario e parrocchiale.
Per volontà dei superiori, laureato in belle lettere alla università di Napoli, aveva dedicato la sua giovinezza ai nostri Aspiranti a Lettere, a S. Angelo, al colle S. Alfonso e a Pagani. Il pensiero dei nostri giovani l’ha sempre accompagnato. «Padre, – mi diceva qualche giorno prima di morire – quanto soffro! ma offro tutto per la nostra Provincia, per i sacerdoti, per i nostri giovani Padri, per gli Studenti; che siano tutti santi! ».

Fu Rettore-Parroco a S. Angelo a Cupolo; Rettore-Parroco ad Avellino; Rettore a Lettere e a Pompei. Ovunque una nota caratteristica della sua presenza: la Bontà, era «il Padre buono».
Le cariche non condizionarono mai le istanze missionarie del suo sacerdozio e dell’apostolato, che furono considerati sempre antecedenti e trascendenti ogni onore giuridico. Volle essere prima di tutto il religioso esemplare, il ministro di Gesù, il Redentorista vero.
La sua identità religiosa la trovò nella scrupolosa osservanza dei voti e delle Costituzioni e Statuti. La identità sacerdotale la trovò nella meditazione e imitazione del Maestro divino; la identità redentorista nella imitazione dei nostri Santi.
Nutrì viva nel cuore l’ansia della predicazione. Le sue prediche, sempre fervorose, più che espressione di una natura esuberante, manifestavano convinzioni soprannaturali profonde, attinte nella meditazione delle verità del Vangelo e nell’insegnamento dei nostri Santi. Le sue preferenze apostoliche: i poveri. Con i poveri, i diseredati, i semplici, i fanciulli, il P. Porpora era a suo agio.
Il ricordo della sua vita, e specialmente la testimonianza della sua morte, sono preziosa eredità che il Padre lascia alla nostra Provincia. Il suo letto di agonia divenne un altare di preghiera, di amore e di dolore, accettato per la Chiesa e per l’Istituto.
La forte testimonianza di fede, di vita soprannaturale, di offerta filiale, mentre si spegnevano le energie e la vita fisica, lascia nell’animo di quanti l’assistevano una immagine indimenticabile e cara. «Sono tranquillo; sono pronto a tutto!» mi ripeteva l’antivigilia della sua morte. «Sono nelle braccia della Madonna!… quanto è bello morire nelle braccia della Madonna ! … Rinnovo, Padre, nelle vostre mani, i voti di povertà, castità e obbedienza col voto e giuramento di perseveranza».
E ai Padri presenti, ai confratelli della comunità di Pagani, che si sono prodigati notte e giorno nell’assistenza premurosa, alle sorelle, ai nipoti, con grande affetto diceva: «Arrivederci in Paradiso! tutti in Paradiso; vi voglio tutti in Paradiso».

P. Carmine Coppola
Vicario Provinciale

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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985

Due foto del P. Domenico Porpora, distanziate nel tempo. - Nota caratteristica della sua presenza era la bontà: era «il Padre buono» e questa caratteristica la testimoniò in tutte le cariche che ricoprì all'interno della sua Provincia religiosa..

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