Pregare sempre 89_14

4 Quaresima, domenica – Il figliol prodigo.
Questo misero, o Signore, t’invoca e tu lo salvi da tutte le sue angosce (Sal 34,7).

•  O Dio, tu ti riveli veramente “prodigo” nella sua misericordia verso di noi peccatori e nell’amore tu riveli la tua onnipotenza. Non per le nostre azioni, ma per la tua infinità misericordia degnati di accogliere le suppliche di noi che, nonostante i nostri peccati, osiamo sempre invocare con fiducia il tuo aiuto. E fa’ che abbiamo verso gli altri gli stessi sentimenti di compassione che tu hai verso di noi.

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•  O Dio, che per mezzo del tuo Figlio operi mirabilmente la nostra riconciliazione, concedi al popolo cristiano di camminare con fede viva e generoso impegno verso la Pasqua ormai vicina.
(Messale Romano, Colletta)

• O Gesù, io sono la pecorella smarrita e tu sei il buon Pastore, che sollecito corresti ansiosamente in traccia di me, mi raggiungesti alfine, e dopo mille carezze, mi recasti sulle spalle e lieto mi conducesti all’ovile…
Io sono, ahimé purtroppo, il prodigo figlio che ho dissipato le tue sostanze, i doni naturali e i soprannaturali e mi sono ridotto nella condizione la più infelice, perché fuggii lontano da te, che sei il Verbo pel quale tutte le cose furono fatte e senza del quale tutte le cose sono male, perché nulla sono.
E tu sei il Padre amorosissimo che mi accogliesti festante allorché, rinsavito dai miei trascorsi, feci ritorno alla tua casa, ricercai di nuovo il rifugio all’ombra tua, fra gli amplessi tuoi. Tu mi avesti di nuovo qual figliolo, mi riammettesti alla tua mensa, alle tue gioie, mi chiamasti di nuovo partecipe della tua eredità!…
Tu sei il mio buon Gesù, il mansuetissimo agnello che mi chiamasti tuo amico, mi guardasti amoroso nel mio peccato, mi benedicesti quando ti maledicevo; dalla croce pregasti per me, e dal cuore trafitto facesti discendere un’onda di sangue divino che mi lavò dalle mie sozzure, mi terse l’anima dalle mie iniquità; mi strappasti dalla morte, morendo per me, e vincendo la morte, mi apportasti la vita, mi schiudesti il paradiso.
Oh amore, oh amore di Gesù! Eppure finalmente questo amore ha vinto, ed io sono con te, o mio maestro, o mio amico, o mio sposo, o mio Padre: eccomi qui nel tuo cuore! Che vuoi tu dunque che io faccia?
(Giovanni XXIII, Il giornale dell’anima 1900, p 83‑4).
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da “Intimità divina”
Roma 1992

Noi peccatori otteniamo quel che chiediamo se siamo perseveranti in pregare. Anche il peccatore può chiamare Iddio suo Padre, se lo prega ad accettarlo di nuovo per figlio, sull’esempio del Figliol Prodigo, che lo chiamava Padre, ancorché non fosse stato perdonato (S.Alfonso).