Preghiere 128

  7 maggio – Tempo Pasquale – L’umiltà di Maria
O Maria, il Signore ha guardato alla tua umiltà e ha fatto in te grandi cose (Lc 1, 48-49).

• Quale incantevole connubio di verginità e di umiltà contempliamo in te, o Maria!
Piace tanto a Dio quell’anima nella quale l’umiltà rende cara e custodisce la verginità, e la verginità adorna di grazia l’umiltà.
Ma non ci sono parole per esprimere la venerazione verso di te, o Maria, poiché in te la fecondità esalta l’umiltà e la maternità consacra la verginità… Se tu, Maria, non fossi stata umile, lo Spirito Santo non sarebbe disceso in te, né avresti concepito per opera sua… Se tu piacesti a Dio per la tua verginità, tuttavia divenisti madre per la tua umiltà.
Beata te, o Maria, che unisti umiltà e verginità insieme! Una verginità unica che la maternità non contaminò ma rese più splendida; e al tempo stesso un’umiltà che la maternità verginale non eliminò ma accrebbe; infine una maternità impareggiabile, accompagnata dalla verginità e dall’umiltà.
Di queste tre: umiltà, verginità e maternità, quale la più mirabile, la più incomparabile, la più singolare?
Indubbiamente tutte e tre; basta solo, o Maria, che si voglia contemplare in te la stupenda maternità in una vergine o l’integrità in una madre; la tua sublimità quale madre di Dio oppure la tua umiltà in tanta magnificenza.
(S. Bernardo, Super  Missus 1, 5 . 9)

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• O Maria, chi ti guarda rimane confortato di ogni suo affanno, tribolazione e pena, e vincitore di ogni tentazione.
Chi non sa cosa sia Dio, ricorra a te, Maria. Chi non trova misericordia in Dio, ricorra a te, Maria. Chi non ha conformità di volontà, ricorra a te, Maria. Chi vien meno per la debolezza, ricorra a te che sei tutta forte e potente. Chi sta in continua lotta, ricorra a te che sei mare pacifico… Chi è tentato… ricorra a. te, che sei madre di umiltà, e non vi è cosa che scacci il demonio più che l’umiltà. Ricorra a te, ricorra a te, Maria!
(S. M. Maddalena de’ Pazzi,  Colloqui, Op. v 3, p 395).

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da “Intimità divina”
Roma 1992

O Maria, tu hai detto ad Elisabetta: "Tu lodi me, ma io lodo il Signore a cui solo spetta l’onore... Tu mi lodi perché ho creduto; io lodo il mio Dio che ha esaltato il mio niente: perché ha guardato l’umiltà della sua serva (S. Alfonso).