Preghiere 168

sabato – Eucaristia e vita
Fa’, o Signore, che nutriti di un solo pane, formiamo un corpo solo sebbene in molti (1Cr 10, 17).

• O Gesù, cibo soprasostanziale delle anime, a te accorre questo popolo immenso. Esso si volge a penetrare la sua umana e cristiana vocazione di nuovo slancio, di interiore virtù, con prontezza di sacrificio, di cui tu desti saggio inimitabile… con la parola e con l’esempio.
Fratello nostro primogenito, tu hai preceduto, o Cristo Gesù, i passi di ciascun uomo, tu hai perdonato le colpe di ciascuno; tutti e ciascuno tu sollevi a più nobile, più convinta, più operosa testimonianza di vita.
O Gesù, « pane vero », unico e solo cibo sostanzioso delle anime, raccogli tutti i popoli attorno alla mensa tua: essa è divina realtà sulla terra, è pegno di favori celesti, è sicurezza di giuste intese tra le genti, e di pacifiche competizioni per il vero progresso della civiltà.
Nutriti da te e di te, o Gesù, gli uomini saranno forti nella fede, gioiosi nella speranza, operosi nelle molteplici applicazioni della carità.
Le volontà sapranno superare le insidie del male, le tentazioni dell’egoismo, le stanchezze della pigrizia. E agli occhi degli uomini retti e timorati apparirà la visione della terra dei viventi, di cui il progrediente cammino della Chiesa militante vuol essere l’immagine, nell’atto di far risonare nel mondo universo le prime voci, arcane e soavissime, della città di Dio.
Sì, o Gesù: « Tu pascici, tu difendici. Mostraci i beni nella terra dei viventi. Amen».
(Giovanni XXIII, Breviario p 120)

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• Signore, io sono impuro; non sono degno che il tuo santo corpo venga sacramentalmente nella mia sudicia abitazione.
Signore, sono tuttora indegno di qualsiasi onore, di qualsiasi bene e di tutte le consolazioni che le persone virtuose ottengono da te. Dunque non mi resta che piangere e lamentarmi di continuo, e camminare davanti a te con una fiducia incrollabile.
E benché sia povero e abbandonato non mi allontanerò da te, ma griderò e supplicherò senza stancarmi, finché la mia fede non abbia ottenuto da te la guarigione del mio servitore [ la parte sensibile].
Allora io ti loderò e ti servirò con l’anima e col corpo, con tutto me stesso e con tutte le mie forze.
(Rujss Broeck, Oeuvres v 1, p 102)

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da “Intimità divina”
Roma 1992

Cuore amantissimo del mio Gesù, da cui uscirono già tutt’i sacramenti, e principalmente uscì questo Sacramento d’amore, io vorrei rendere a te tanta gloria e onore, quanta tu, Sacramentato nelle nostre, ne dai chiese all’Eterno Padre. Io so che tu continui ad amarci con quello stesso amore con cui ci amasti sulla croce (S.Alfonso).