Preghiere 171

Martedì – Siete miei amici
O Gesù, che io rimanga nel tuo amore (Gv 15, 10).

• Signore, tu sei proprio colui che mi mancava, e non avrei mai osato sperare di averti, meraviglioso come sei. Io pensavo di parlare a Dio come parlo a un uomo.
Ed ecco, tu sei Dio che vive come un uomo… O rivelazione di Dio al mondo… O Dio, Gesù Cristo, per conoscerti non ho più bisogno di tormentarmi; la cosa migliore è di essere veramente uomo. Poiché tu hai assunto la mia natura, non c’è nulla di umano che non possa diventare la mia religione, cioè un legame con te.
Io vengo a te con il mio modo di pensare, perché ormai, per conoscere Dio fatto uomo, la cosa migliore è di avere occhi di carne e un’intelligenza umana. Vengo a te con il mio modo di amare, o Cuore sacro, i cui battiti ritmano l’amore all’unisono con il mio…
Vengo a te come a mio fratello, e in ogni uomo ‑ miracolo! ‑ ecco che venero Dio. Vengo a te con la mia maniera di soffrire, o Crocifisso di cui la terra ha assaporato il sangue, e di cui gli uomini hanno sentito i gemiti e le ripugnanze…
Vengo a te con il mio modo di pregare, perché tu hai labbra per rispondermi, perché hai avuto per madre una donna terrena come l’ho avuta io…
Vengo a te con i miei stessi peccati, o Agnello di Dio venuto per prenderli e per cancellarli nell’istante stesso in cui li hai assunti su di te.
(P. Lyonnet, Scritti spirituali p 213‑4)

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• Come sei buono, Signor mio! Sii per sempre benedetto, e tutte le creature ti lodino!
Ci hai tanto amato, o mio Dio, che possiamo in tutta verità parlare di queste comunicazioni che ti degni di avere con le anime fin da questo esilio. È sempre per una tua grande larghezza e magnanimità anche allora che le intrecci con anime virtuose; per una magnanimità degna di te che quando dai, dai sempre da pari tuo.
Oh, liberalità infinita del mio Dio, come sono grandi le tue opere! Esse riempiono di ammirazione chi per meglio intendere la verità si è staccato da tutto. Eppure grazie così grandi tu le accordi ad anime che ti hanno tanto offeso! …
Oh, io non capisco più nulla! Quando vi penso, non posso più andare innanzi. Ma dove potrei andare, del resto, se non tornare indietro? Non so come ringraziarti per avermi così favorita.
(S. Teresa di Gesù, Vita 18, 3).

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da “Intimità divina”
Roma 1992 

Come si stimerebbe fortunato chi avesse la sorte di aver per amico il suo re! Ma questa sarebbe temerità d’un vassallo pretendere di fare amicizia col suo principe. Ma non è temerità il pretendere un’anima di esser amica del suo Dio (S.Alfonso).