Preghiere 246

2 settembre = Questo popolo mi onora con le labbra, – XXII TO
Signore, chi abiterà nella tua dimora?… Chi cammina con integrità,
agisce con rettitudine » (Salmo 15,1 2).

 

• Signore Gesù, fa’ che la nostra fede sia vera, sincera e concreta, lontana dalle tradizioni che pongono rilievo a gesti esteriori per non essere giudicati secondo la profezia di Isaia: «Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me» (Mc 7,6). Fa’ che con il tuo aiuto, Signore, la nostra fede sia coerente e diventi testimonianza.  (Letizia Battaglino, in “La Domenica“).

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• Signore, chi dimorerà nella tua tenda? Chi abiterà sul tuo santo monte? Chi cammina con integrità, agisce con rettitudine e parla con lealtà nel suo cuore, non calunnia con la sua lingua, non fa il male al suo prossimo né getta vituperio sul suo vicino. È spregevole ai suoi occhi il disonesto: egli onora i timorati di Dio. Se anche giura a suo danno non disdice. Non presta a interesse il suo denaro, né accetta doni contro un innocente.
Chi compie tali cose non vacillerà in eterno.
(Salmo 15)

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• Donaci, o Signore, la fame e la sete della divina Parola, perché essa è vita per le anime, luce alle menti, soffio vivificatore. Tu l’hai proclamato…: « Le parole che io vi dico sono spirito e vita ».
O Bibbia santa, o libro divino! Si incontrano e si fondono in te sublimità e santità. Trascorrere le tue pagine è come passare attraverso le più vaghe e seducenti armonie…
Ma il punto centrale in cui sublimità e santità si incontrano e traboccano nella loro pienezza è il Nuovo Testamento, è il tuo Vangelo, o Gesù.
Il sublime del Vangelo non è il torrente che passa e riempie della sua gran voce gli echi delle montagne da cui precipita, ma è il fiume tranquillo sempre abbondante delle sue acque e sempre meraviglioso nella sua maestà; non è lo scoppio del fulmine a cui segue la tempesta, ma il diffondersi graduale e placido della luce serena, che cammina al suo passo, fino a che non inonda la terra e i cieli.
(Giovanni XXIII, Breviario p 287‑9)

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da “Intimità divina”
Roma 1992

Gesù Cristo riprese i farisei perché erano fortemente attaccati alle tradizioni degli antichi ed alle cerimonie della legge, alle quali aggiungevano poi infinite osservanze parte inutili e parte superstiziose e spesso opposte anche al vero spirito della legge: contenti di queste dimostrazioni esterne, trascuravano le virtù dell'anima, volendo per tali culti esterni esser tenuti santi.(S. Alfonso).