Preghiere 62

2 marzo – Quar.10 – Chi crede di star ritto.
« Signore, vedi la mia miseria, la mia pena; distruggi
tutti i miei peccati » (Salmo 25, 18).

• Dall’abisso ti ho invocato, Signore. Signore ascolta la mia voce. Le tue orecchie stiano attente alla voce della mia supplica. Se tu badi alle colpe, o Signore, chi potrà resistere? Sì, presso di te è il perdono, affinché ti si tema.
Spero nel Signore; l’anima mia anela la sua parola. L’anima mia attende il Signore, più che le guardie il mattino.
L’anima mia speri nel Signore, perché nel Signore c’è grazia; presso di lui c’è redenzione abbondante. Egli mi redimerà da tutte le mie colpe.
(Salmo 130).

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Peccavi Domine, miserere mei! Perdona, Padre, perdona a me miserabile e ingrata delle infinite grazie da te ricevute. Confesso che la tua bontà mi ha conservata tua sposa, benché per i miei difetti sempre ti sia stata infedele. Peccavi, Domine, miserere mei.
O anima mia, e che fai tu? Non sai che continuamente sei veduta da Dio? Sappi che all’occhio suo mai non ti puoi nascondere perché niuna cosa gli è occulta… poni dunque fine e termine alle iniquità tue e sveglia te medesima.
O Dio eterno, o pietoso e misericordioso Padre, abbi pietà e misericordia di noi, perché noi siamo ciechi senza verun lume, e massimamente io, misera miserabile… Tu, vero sole, entra nell’anima e la illumina di te… Cacciane le tenebre e dalle la luce; cavane il gelo dell’amor proprio e infondi il fuoco della tua carità.
(S. Caterina da Siena, Preghiere ed Elevazioni p 97 . 87 . 100‑1).

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• Signore, ho peccato: abbi pietà di me povero peccatore. Fa’ scendere nel mio cuore l’acqua delle lacrime e del pentimento sincero, perché io possa purificare la mia anima dalle sue colpe, prima che mi parta da te.
Signore, dammi la tua grazia e la tua misericordia, perché mi siano di ornamento e di splendore, sicché io possa piacerti. Signore, dammi la buona volontà e la perseveranza, perché mi rinnovi incessantemente nel tuo servizio e nella tua lode.
(Ruysbroeck, Oeuvres v 1, p 198).

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da “Intimità divina”
Roma 1992

Signore, tu vuoi, da una parte, che sempre noi temiamo di noi stessi, acciocché non cadiamo in presunzione con fidarci delle nostre forze; ma all'incontro tu vuoi che noi stiamo certi della tua Volontà, e del tuo aiuto a salvarci, sempreché te lo domandiamo, affinché abbiamo nella tua Bontà una confidenza certa (S.Alfonso).