Profilo di S. Alfonso de Liguori

1 – S. Alfonso M. de Liguori
di P. Claudio Benedetti, 1903 – traduzione di P. Antonio Panariello, 1998.

 Le date ufficiali
dal Catalogus Sodalium  e dal Proprium C.Ss.R.

  • Nascita = 27-set-1696
  • Morte = 01-ago-1787
  • Professione Temporanea = 21-lug-1740
  • Professione  Perpetua = 09-mag-1743
  • Sacerdote = 21-dic-1726
  • Vescovo = 20-giu-1762
  • Eroicità delle virtù = 7 mag- 1807 (ma non pubblicato: il Papa era stato allontanato da Roma dagli eventi napoleonici)
  • Beato = 15 set- 1816
  • Santo = 26 mag- 1839
  • Dottore della Chiesa = 23 mar- 1871
  • Patrono dei Moralisti = 26 apr- 1950 

Il Profilo (le date sono state conformate a quelle ufficiali)

Poiché la grandezza dei Santi va particolarmente valutata in base alle azioni da loro compiute e alle testimonianze da loro lasciate, sappiamo che il divino Maestro ha detto: “Chi li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli” (Mt 5,19); è indubbio infatti, che S. Alfonso, più di altri, si procurò il titolo di Grande, perché ha agito bene e ha insegnato altrettanto bene.

Nato a Napoli, il 27 sett. 1696, da illustre famiglia e dotato di una straordinaria intelligenza, uscito dalla fanciullezza, seguì gli studi letterari; poi discipline più severe, infine la conoscenza del diritto: riuscì così bene nello studio che all’ età di appena 16 anni, conseguì, dopo relativo esame, la laurea in entrambe le branche del diritto con somma lode. Obbedendo alla volontà del padre, si diede a patrocinare cause nel foro: e sebbene si comportasse in questa professione, probamente e castamente, tuttavia, accortosi dei suoi rischi, decise di lasciarla e di passare allo stato ecclesiastico.
Iniziato, allora, agli ordini sacri e ordinato sacerdote, si consacrò senza risparmio alla diffusione della gloria di Dio, a inoculare nel cuore degli uomini i germi delle virtù, a strapparne le radici dei vizi.

Quando fu certo di essere chiamato, per volontà di Dio, a fondare un nuovo istituto religioso, non si lasciò distogliere da nessuna difficoltà per affrettare la  realizzazione dell’ opera che nasceva per il bene della Chiesa. Perciò, fiducioso dell’ aiuto di Dio, si accinse all’impresa e vinse felicemente le astuzie del nemico infernale desideroso di ostacolare e distruggere la nuova opera nascente. Gettò, pertanto, le fondamenta della famiglia religiosa, detta del SS. Redentore.
Egli spiccava specialmente per la sua umiltà; amava di particolare affettola Vergine, come un figlio ama la madre; nutriva per il SS. Sacramento dell’ Eucaristia vivo amore e devozione; e, per assoggettar il corpo all’anima secondo l’esempio dell’Apostolo, lo maltrattò come un personale nemico.
Elevato alla sede vescovile di S. Agata dei Goti si sforzò di assolvere il suo dovere pastorale con sommo zelo. Alla fine, ad età ormai avanzata e con la salute malandata, rinunciò alla gravosa carica e, ritornato tra i suoi compagni, trascorse il resto della vita non in un onesto riposo, ma tra mille preoccupazioni e fatiche, nonostante l’ età decrepita (1).

Insegnò con argomentazioni solide, fornì la divina rivelazione contro i deisti; difese strenuamente la verità della nostra fede, affermò con forza, l’immacolato concepimento della Vergine; difese con vigoria il primato del romano Pontefice e il suo infallibile magistero; con pia dottrina spiegò il progetto di Dio di procurare la salvezza all’umanità in Gesù Cristo; espose egregiamente salmi e cantici per alimentare la pietà dei Chierici; mostrò la gloria della Chiesa nel trionfo dei martiri con la pubblicazione di una storia della eresia e di un’opera di dogmatica; confutò energicamente tutte le eresie, ma soprattutto ebbe la meglio sugli errori di Giansenio e di Febronio che allora si diffondevano con il peso delle loro deformi opinioni, capaci di scuoter le basi della società civile e religiosa.
Non occorre dire nulla della Teologia morale notissima in tutto il mondo e norma sicura per tutti i confessori; sostenne, alimentò e diffuse con numerose e dotte opere ascetiche, simili a fuoco acceso, l’amore, divenuto troppo tiepido, verso Nostro Signore Gesù Cristo e la sua dolcissima Madre.
E tutte queste opere, sebbene numerosissime come risultò dopo un minuzioso esame, possono essere lette dai fedeli senza alcun danno (2).

Alla fine, divenuto celebre per l’ esercizio delle virtù e per la fecondità dell’ingegno, il 1° Agosto del 1787, volò nel grembo di Dio a ricevere la doppia corona di santità e di dottrina. 

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(1 ) Brani della bolla di Canonizzazione.
(2) Dalla lettera di Leone XIII ai Padri Dujardin e Jacques.

Una rara immagine di S. Alfonso con l'Eucaristia (Foto in AGR).