Redentoristi Mondo Italia Scifelli 2012

Redentoristi d’Italia
2012 – Luoghi delle origini – A Scifelli due lapidi necessarie.

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 Redentoristi d’Italia e luoghi delle origini
2012 – A Scifelli due lapidi necessarie.
di P. Ezio Marcelli.

Si tratta della doverosa e permanente memoria della fondazione della Casa, voluta e approvata da sant’Alfonso, e del III Capitolo Generale della Congregazione.

Due lapidi di marmo, sono state apposte nella mattinata del 27 settembre 2012: una all’ingresso dell’abitazione l’altra nella sala detta “del Capitolo”, per sostituirne una cartacea e testimoniare in modo duraturo che “in questa sala nel corso del III Capitolo Generale p. Francesco Antonio De Paola, il 19 ottobre 1785, veniva eletto II Superiore Generale della Congregazione del Ss. Redentore.

Dopo la vendita del Collegio al Comune di Veroli e la ristrutturazione della Casa, si è ritenuto essenziale mettere un segno ben visibile della straordinaria importanza e dello specifico ruolo che Scifelli ha avuto per la vita e lo sviluppo dell’istituzione alfonsiana.

Questo insignificante mucchietto di case, sperduto nella Ciociaria, costituisce per l’Istituto redentorista l’inizio della espansione verso il mondo intero; il primo piccolo passo che ha permesso di superare, come bramava il suo Fondatore, i confini del Regno di Napoli.
Un salto breve, ma necessario ed entusiasmante per il cuore di Alfonso che affermava: «Le case di Napoli, fuori di quella di Benevento, a noi poco o niente servono per stabilire la Congregazione perché tutte non fanno corpo e stanno appiccicate coll’ostia. Per ora bisogna che le manteniamo per quanto si può; ma parliamo chiaro: se la Congregazione non si stabilisce fuori del Regno, non sarà mai Congregazione» (dalla lettera scritta il 30 maggio 1776, indirizzata a p. De Paola o a p. Caione).
E quando egli seppe dell’avvenuta fondazione di Scifelli – distretto di Roma, delegazione di Frosinone, diocesi di Veroli – fu ripieno di gioia. “Alfonso guardava verso il Nord, verso gli Stati, verso le Alpi. Per il momento la Congregazione aveva di nuovo, in caso di allarme, un primo rifugio fuori del Regno. Era una grotta di Betlemme per la piccolezza e la povertà; ma non era nato così il Cristo?” (Théodule Rey-Mermet, Il Santo del Secolo dei Lumi, pag. 770).

Per quali strade si è arrivati a Scifelli? Per una via tanto normale quanto straordinaria: quella della missione tipicamente redentorista. Il vescovo di Aquino, monsignor Sarni, al quale erano arrivate notizie edificanti sulla predicazione di don Alfonso de Liguori, fece richiesta di varie missioni da effettuarsi in alcune parrocchie della propria diocesi. Vi arrivarono otto missionari, guidati da p. De Paola. Il successo di quell’attività apostolica fu tale che se ne sparse l’eco benevola dovunque; e subito anche i vescovi di Veroli, Sora, Fondi ed altri ne fecero richiesta.

Intanto durante la permanenza ad Aquino, p. De Paola e p. Lorenzo Neri approfittarono di un tempo libero per andare a visitare l’abbazia di Casamari, dove furono accolti con simpatia e calore dai Cistercensi. I quali, tra un’idea e l’altra, espressero ai due predicatori anche il desiderio di avere nella zona una comunità di religiosi, magari redentoristi, “in sollievo de’ tanti contadini”. E li consigliarono di andare a Scifelli per parlare di tale argomento con un prete avignonese, Jean Louis Arnaud. Questi vi aveva costruito una piccola chiesa e una comoda abitazione per sé e per possibili collaboratori; e, oltre ad assistere spiritualmente la semplice gente del luogo, svolgeva la funzione di vicario del vescovo di Veroli, mons. Giovanni Battista Giacobini.
L’Arnaud offrì ai padri missionari la casa e la chiesa. E, dopo qualche tempo, con la collaborazione dei frati di Casamari, don Gioacchino Castiati e don Arsenio Smirt, per lo zelo del vescovo di Veroli e il compiacimento del papa Clemente XIV, il 23 aprile 1773 fu firmato l’atto di donazione.
Articolo tratto dal Bollettino della Provincia Romana, ottobre 2012.
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Scifelli (FR) 2012 – Le due lapidi che ricordano ai posteri il luogo da cui è partita la diffusione dell’Istituto Redentorista nel mondo e i “due fondatori” che eseguito il desiderio di S. Alfonso: il P. F. De Paola e il donatore del complesso di Scifelli Jean Louis Arnaud, prete avignonese.