Redentoristi secondo San Clemente_1

Essere Redentorista secondo lo spirito di San Clemente Hofbauer
di P. Hans Schermann, cssr
(Ritiro nella Casa di S. Alfonso, 13 dic. 2008)
Parte prima

 Invitato ad accompagnare la comunità di Sant’Alfonso per una giornata di ritiro su un tema molto attuale il redentorista P. Hans Schermann ha offerto una interessante conferenza insieme ad una succosa omelia: egli stesso confida di non essere uno storico, di non aver studiato teologia spirituale; e per formazione è filosofo. Però vive da più di mezzo secolo in quella parte della Congregazione che deriva da Clemente Hofbauer; e per questo si è confrontato spesso con lui.
Il tutto viene offerto ai lettori di questo sito in tre parti.

Sommario della prima parte

  • Un ritratto spirituale non facile
  • Dalla sua vita, le linee della sua spiritualità
  • Bisogna annunziare di nuovo il Vangelo (dall’Omelia)

Un ritratto spirituale non facile
Ma noi come possiamo comprendere lo “spirito”, la “spiritualità” del Santo? Hofbauer non ha scritto alcun libro come Alfonso de Liguori. Di Hofbauer abbiamo soltanto lettere, circa duecento; però le lettere non sono testi “spirituali”. Esse trattano innanzitutto di cose molto pratiche: dell’acquisto di case, di assegnazioni di denaro e di intenzioni di sante messe, di spedizione di libri, di informazioni su Comunità e persone. Emerge soltanto sullo sfondo, da una più frequente lettura, qualcosa dello spirito del Santo.

Noi possediamo anche delle relazioni su Hofbauer, in gran parte di amici, ma anche di uomini che non erano suoi amici. E tutto questo non è molto. Così la fonte principale per la scoperta del suo ”spirito” può essere soltanto la sua vita: le sue imprese, i suoi successi pastorali, i suoi non rari insuccessi; e la fermezza, con cui ha portato avanti e superato tutto questo.

Noi dobbiamo osservare questa sua vita e poi farci interrogare da lui. La conoscenza della vita e la prassi di un uomo è di fondamentale significato per la conoscenza della sua spiritualità. Non avremmo avuto neanche da Alfonso, per esempio, un quadro giusto della sua spiritualità, se avessimo in mente soltanto i suoi scritti spirituali. La prassi di vita parla spesso altre lingue, diverse.
Ciò significa, per la forma di questa giornata di riflessione, che si parlerà relativamente molto della vita di Clemente Hofbauer.

Dalla sua vita, le linee della sua spiritualità
Ad ogni modo, non presenterò una sua “biografia” – è già conosciuta da tutti voi.
Dirò appena le date più importanti. Nato nel 1751 a Taßwitz, un piccolo villaggio nel Sud della Moravia (oggi Repubblica Ceca); di professione fornaio; dopo, studente a Vienna, in alternativa sempre eremita (nel suo paese; a Tivoli, presso Roma). Nel 1784 entrò con il suo amico Thaddäus Hübl, qui a Roma, nella Congregazione dei Redentoristi.
Hofbauer e Hübl dopo pochi mesi sono inviati di nuovo al Nord, per fondare lì nuove comunità di Redentoristi – un’audacia senza prospettive per quel tempo.
Viaggiano poi verso Est e nel 1787 rimangono fermi a Varsavia. Qui nella chiesa di San Bennone svolgono una grande attività pastorale, finché nel 1808 Napoleone con un suo personale intervento confisca l’edificio della comunità e manda tutti i componenti al loro paese.
Così Hofbauer va a Vienna, dove vive fino alla sua morte avvenuta nell’anno 1820 e dove, negli ultimi anni della sua vita, ancora una volta svolge uno stupendo lavoro pastorale.
In mancanza di scritti spirituali, lo studio della sua vita è di gran significato per noi. Perciò vi invito a seguire oggi un poco la vita di questo uomo straordinario, per imparare da lui che cosa è importante per noi.

È difficile superare l’altro problema: la traduzione dello spirito di Hofbauer nella nostra vita di Redentoristi di oggi. Non lo possiamo semplicemente imitare, e meno ancora copiare. Possiamo soltanto provare, in una condotta di vita, che è simile alla sua in alcuni o in molti particolari, di fare ciò che ora ci è richiesto.

Ma è compito personale di ognuno di noi cercare e mettere in pratica ciò che si deve fare.
Questa giornata di ritiro ci potrà essere di aiuto.

Io propongo, per questo giorno, la riflessione su due aspetti che mi sembrano caratteristici in Hofbauer:

  • 1° L‟eros pastorale (la “caritas pastoralis” – carità pastorale) del Santo. Hofbauer – Homo apostolicus;
  • 2° L‟amore di Hofbauer per la sua Comunità religiosa. Hofbauer – Redentorista per passione.

Nell’omelia vorrei dirvi alcune cose sul ”predicatore” Hofbauer, cioè come egli intendeva annunziare il Vangelo.

Clemente Hofbauer porta il titolo onorifico di “Apostolo di Varsavia”. Però non solo questa città, ma anche molte regioni della Germania meridionale e della Svizzera hanno provato la forza della sua dedizione apostolica e non ultima la città di Vienna.

Bisogna annunziare di nuovo il Vangelo
(Omelia nella concelebrazione)

Ci viene riferito che Clemente Hofbauer negli ultimi anni della sua vita diceva spesso: ”Si deve annunziare di nuovo il Vangelo!”.
Egli stesso si era sottoposto a questo compito con grande zelo: cioè alla “proclamatio Dei Verbi explicita” (alla proclamazione esplicita della Parola di Dio). Era, all’epoca, insieme (e oltre) a Zacharias Werner il più celebre predicatore della città imperiale di Vienna. Perciò Hofbauer non senza motivo era nel mirino della polizia viennese. Durante le sue prediche era sempre presente un agente della polizia segreta. Infatti troviamo negli archivi della polizia di Vienna una grossa catasta di fogli continenti le trascrizioni delle sue prediche (gli appunti cioè fatti da un agente).

Noi sappiamo ben poco sui temi (argomenti) trattati nelle prediche di Hofbauer. Egli stesso non ne ha lasciato alcuna bozza scritta; aveva sempre parlato a braccio. E neanche c‟illuminano al riguardo i verbali degli agenti; essi non hanno praticamente capito quasi niente. È vero che in uno dei verbali si dice che abbia parlato in modo ”dogmatico”. Ma che vuol dire se viene dalla bocca d’un agente segreto!?

Io suppongo che Hofbauer ha toccato dei ”temi nuovi”, nuovi in confronto al catalogo dei temi proposti da trattare nelle prediche ed auspicati in quell’ epoca. La Teologiadell’illuminismo suggeriva ai predicatori di parlare di cose pratiche: sul modo di agire bene nello Stato e nella società. Così si trattava piuttosto di temi della teologia morale (in tedesco “Sittenreden”, esortazioni sui buoni costumi).
Ma a differenza di ciò, c’è da supporre che Hofbauer abbia di nuovo portato il discorso sull’ “evento” (mistero) di Cristo: abbia parlato della presenza di Cristo nei sacramenti, del suo venire in gloria. Ma qui siamo soltanto sul piano della supposizione.

Siamo invece ben informati sullo stile di predicazione di Hofbauer. Egli ha predicato con semplicità. Secondo il rapporto d‟un agente segreto, nella predica ha detto una volta (o in più occasioni): “Oggi vi voglio fare una predica, tanto semplice che ogni bambino e persino il più stupido di voi mi potrà capire”.  – Riguardo a questo punto, lo stesso Alfonso si era sicuramente compiaciuto del suo Clemente Hofbauer.

Meno forse riguardo ad un altro punto: ciò che riguarda il linguaggio. Abbiamo notizie che i suoi amici, che appartenevano all’élite intellettuale di Vienna, lo pregavano più volte di fare più attenzione allo stile del linguaggio usato nelle sue prediche.
Ma parlavano al muro! Hofbauer non parlava bene il tedesco: essendo vissuto molti anni all’estero era ritenuto “di lingua straniera”. Ma innanzitutto parlava sempre così, come gli veniva. Spesso, così ci raccontano, egli interrompeva il suo pensiero e diceva. “A proposito, mi viene in mente un’altra cosa”. Ma questo era appunto Hofbauer!

Egli toccava anche i sentimenti del pubblico, tanto che talvolta era sopraffatto dai propri sentimenti e non poteva continuare a parlare. In tale situazione accadde una volta che anche i suoi ascoltatori nella chiesa cominciassero a piangere. Allora il predicatore, che nel frattempo si era ripreso, richiamò la gente dicendo ad alta voce: ”Stupidi, se io piango, non dovete piangere anche voi!”.

Nonostante questi difetti di carattere formale le sue prediche attiravano schiere di ascoltatori, che ne rimasero commossi e toccati. La popolazione di Vienna non si stancava di sentire le prediche di Hofbauer. Ancora dal verbale della polizia: “Padre Hofbauer ha un‟affluenza veramente terribile” (un’affluenza “da far paura”).

Ma perché Hofbauer ha tanto insistito che “si deve di nuovo annunziare il Vangelo” (di nuovo e nella sua attualità)? Non ha dato alcuna (specifica) spiegazione al riguardo. Ci ha però fatto intendere di essere convinto che era ora di portare di nuovo il discorso sulle verità del Vangelo, su quelle dimenticate o passate sotto silenzio.

Io credo però che ci indicherebbe due motivi, se glielo chiedessimo, cioè:

1. Il Vangelo deve essere di nuovo annunziato per amore di Gesù.
Quel personaggio fenomenale che è Gesù Cristo non deve cadere nell’oblio; non si deve dimenticare con quale passione egli è vissuto per gli uomini e per il loro mondo e come è andato fino all’estremo.

2. Il Vangelo deve essere di nuovo annunziato per amore degli uomini. Loro ne hanno urgente bisogno, come hanno bisogno del pane quotidiano.
A tutti noi auguro di riuscire, anche oggi e là dove viviamo, ad annunziare il Vangelo di Gesù Cristo in un linguaggio che i nostri contemporanei (e noi stessi) comprendano; ad annunziare, con chiara ed alta voce,la Parolache libera, in maniera profetica, proprio come ci è stato comandato. E sempre a seconda delle proprie abilità, con un linguaggio bello come faceva Alfonso, o balbettanti, come talvolta è successo a Hofbauer.

Il Vangelo deve essere sempre di nuovo annunziato: per amore di Gesù Cristo; e per amore degli uomini.
Lo Spirito Santo ci verrà in aiuto per supplire alle nostre mancanze.

(Dal Bollettino della Provincia Redentorista Romana, 2010 maggio)

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P. Hans Schermann redentorista è ritenuto un esperto conoscitore di San Clemente Maria Hofbauer, che egli ha fatto conoscere attraverso molte conferenze e articoli.

Leggi la Parte seconda

Leggi la Parte terza

 

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