S. Alfonso. A difesa del bene spirituale di ognuno

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70. S. Alfonso. A difesa del bene spirituale di ognuno. 

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

70. S. Alfonso. A difesa del bene spirituale di ognuno.

  • Volendo andare incontro sempre più alla grande ignoranza, che in Diocesi regnava nelle cose della Fede, anche tra persone civili il Vescovo Alfonso incarica che indispensabilmente, ed indifferentemente si esamino tutti li sposi prima di contrarsi le nozze circa le cose necessarie a sapersi.
    In questo si fa forte con la dottrina di Papa Benedetto XIV. Vuole che si faccia sapere a tutti, che nessuno avrà il permesso a poter sposare, se con giuramento del Parroco non si attesta, che sia ben istruito in tutto ciò che necessariamente si deve sapere da ogni buon Cristiano.
    Questo fu un punto molto a cuore ad Alfonso; né furono rare le ripulse, che da tanti si ebbero per questo particolare.
  • Volendo evitare i gravi inconvenienti non rari tra sposi, impone a Parrochi, non prendersi la parola degli sponsali, se non in prossimità delle nozze. Vuole che anche si inculchi a genitori di non far praticare in propria casa giovanetti, che possono essere di scandalo alle figlie, e si rammenti essere questo un caso riserbato alla scomunica.
  • Non si dava pace con i Medici, per i tanti o che morivano senza Sacramenti, o che li ricevevano destituiti da sensi, divenuti già cadaveri.
    Impone ai Confessori di ricordarsi il grave obbligo che gli tocca, per la Bolla precettiva di S. Pio V,  di ordinare i Sacramenti a chiunque dopo la terza visita, nel conoscerei grave il male, o che tale possa divenire.
    “Ma anche questo non basta – diceva Alfonso, vedendosi restii taluni dei Casali e Villaggi – Essi sono tenuti, secondo il precetto di S. Pio V, a non visitarli più, se prima non provvedono ai bisogni dell’Anima”.
  • Avendo a cuore il gran mezzo della Preghiera, vuole che si faccia capire, specialmente a quei penitenti che sogliono cadere in colpe gravi, quanto sia efficace in se stesso, animandoli di chiedere spesso a Dio la perseveranza nel bene, e che, tentati, invochino, mentre dura la tentazione, i Nomi Santissimi di Maria e di Gesù.
  • Che con carità si istruiscano brevemente quelli che si vedono più disposti per la pietà, nell’esercizio dell’orazione mentale, soprattutto le ragazze e i giovanetti. Che si insinui la devozione verso Maria Santissima, la recita del Rosario, e far le novene in suo onore. Similmente che sera e mattina, prima di porsi e levati da letto, le recitino tre ave, essendo Maria la Madre della perseveranza.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 22)  Leggi tutto nell’originale.

"Confesso che non sono santo, ma un povero peccatore e tremo del conto che ho da rendere a Dio per la mia mala corrispondenza a tante sue misericordie: ma non tremo per la sentenza che ho difesa perché la tengo incontrastabile, e tale la terrò fintanto che Vostra Paternità, o altri, non mi faccia conoscere il contrario".
Volendo andare incontro sempre più alla grande ignoranza che regnava in diocesi nelle cose della Fede, anche tra persone civili. Alfonso incarica che indispensabilmente, ed indifferentemente, prima di contrarsi le nozze, si esaminassero gli sposi circa le cose necessarie a sapersi: “Nessuno avrà il permesso a sposarsi, se sia ben istruito in tutto ciò che necessariamente si deve sapere da ogni buon Cristiano.