207. S. Alfonso. A pieno servizio della Chiesa.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
207. S. Alfonso. A pieno servizio della Chiesa.
- 1773. Alfonso era propenso a stabilire delle Case in mezzo dei Villaggi, perché abbandonati, ma era restio per le Città principali. Soleva dire: “Pagliai e procuoi sono la nostra messe: quivi Iddio ci chiama, e per questo dobbiamo sacrificarci” – Tali furono sempre i sensi intimi di Alfonso per la sua Congregazione, e costantemente li ebbe tali fino alla morte.
- Il Padre de Paola gli aveva scritto, con sentimento di amarezza, di non poter con libertà programmare Missioni in altre Diocesi, perché Monsignor di Veroli voleva con sé i Padri, visitando la Diocesi. Dispiacque ad Alfonso siffatta doglianza e gli rispose: “In quanto alle Missioni, che poche possono farsi in questo anno, bisogna ubbidire al Vescovo ed al Papa, che lo comanda. Girando col Vescovo, anche si può fare del bene, trattenendovi almeno un triduo per parte, e facendo qualche Missioncina dove non ancora si è fatta. Regolatevi col Vescovo, cui secondo la Regola noi siamo obbligati ad ubbidire”. Così Alfonso e con sentimenti di tale subordinazione regolava i suoi.
- Benedisse Iddio le fatiche dei nostri nella Diocesi di Veroli. Essendosi fatta la Missione l’anno susseguente in Frosinone, restarono così soddisfatti il Clero e quei Gentiluomini, che invogliati si videro anch’essi per averci in Città. Da ormai quattro anni si era rinunziata dai Padri Scalzi Agostiniani la Chiesa ed Ospizio sotto il titolo di S. Maria delle Grazie. Questa Casa e Chiesa venne offerta ai Padri.
- Alfonso ne fu consultato vi acconsentì. Oltre i tanti luoghi destituiti di Operai, che vi erano in quelle vicinanze, due cose ebbe Alfonso in mira: la prima era che essendo quelle Case esenti da contraddizioni [il controllo assoluto del Re], con tutta libertà si poteva osservare la Regola; la seconda era che, essendo vicine l’una all’altra, le Case si potevano scambievolmente soccorrere.
- I Nostri presero possesso di questa Casa solo il 20 giugno 1776.
- Alfonso scriveva al P. de Paola: “Io non faccio altro che ringraziare Gesù e Maria di tante grazie, che mi fanno in questi miei ultimi giorni. Sono stato con quattro giorni di febbre per un catarro di petto; ora sto meglio, e senza febbre. Sempre sia benedetto Gesù e Maria”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 51). – Leggi tutto nell’originale.