S. Alfonso. Abbiate fiducia: io ho vinto il mondo

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123. S. Alfonso. Abbiate fiducia: io ho vinto il mondo.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

123. S. Alfonso. Abbiate fiducia: io ho vinto il mondo.

 ♦ Vieni, o mia colomba, nelle fessure della roccia (Ct 2,13-14 Vg). Queste fessure sono le piaghe di Gesù Cristo, nelle quali troveremo sempre un rifugio sicuro. “Le fessure della roccia, scrive san Pier Damiani, sono le ferite del Redentore, nelle quali l’anima nostra ha posto la sua speranza”. In esse saremo liberati dalla sfiducia, derivante dai peccati commessi; in esse troveremo le armi per difenderci, quando saremo tentati di peccare nuovamente.
♦ Abbiate fiducia: io ho vinto il mondo (Gv 16,33). Se voi, ci esorta il nostro Salvatore, non avete forze bastanti a resistere agli assalti del mondo che vi offre i suoi piaceri, abbiate fiducia in me, perché io l’ho vinto e anche voi vincerete. Pregate l’eterno Padre, disse ancora Gesù, che per i meriti miei vi doni forza. Io vi prometto che quanto gli domanderete nel mio nome, egli ve lo concederà: In verità in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà (Gv 16,23).
In un altro passo Gesù ci confermò la promessa, dicendo che egli stesso, che è una sola cosa con il Padre, ci darà qualunque grazia noi domanderemo a Dio per amor suo: Qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio (Gv 14,13).
 Eterno Padre, fiducioso nei meriti e nelle promesse di Gesù Cristo, non ti domando beni terreni, ma soltanto la tua grazia. E’ vero che io, per le ingiurie fatte a te, non meriterei né perdono né grazie; ma, se non le merito io, le ha meritate per me il Figlio tuo, offrendo il sangue e la vita per me.
Perciò perdonami, per amore del Figlio tuo. Dammi un grande dolore dei miei peccati e un grande amore verso di te. Dammi luce per conoscere la tua bontà e l’amore che mi hai portato fin dall’eternità. Mostrami la tua volontà e dammi la forza di eseguirla perfettamente.

(S. Alfonso, L’amore delle Anime, XIV, 3).
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Eterno Padre, fiducioso nei meriti e nelle promesse di Gesù Cristo, non ti domando beni terreni, ma soltanto la tua grazia. E’ vero che io, per le ingiurie fatte a te, non meriterei né perdono né grazie; ma, se non le merito io, le ha meritate per me il Figlio tuo, offrendo il sangue e la vita per me.