S. Alfonso. Confessori di misericordia, ma esaminati

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90. S. Alfonso. Confessori di misericordia, ma esaminati. 

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

90. S. Alfonso. Confessori di misericordia, ma esaminati.

♦ Alfonso esigeva l’esame da tutti i sacerdoti per la confessione: e questo lo esigeva perché ai fedeli, soprattutto ai più bisognosi, arrivasse il pane buono della misericordia.

  • Un Prete di Forchia di Arpaia era Predicatore, la perché non volle esporsi al’esame, non fu mai abilitato da Monsignore ad ascoltar le Confessioni. Egli, avendo ottenuto il Quaresimale nella Real Terra di Valle, impegnò il Cavalier Negroni, Sopraintendente di Caserta, per la facoltà di confessare. Monsignore era molto tenuto al Cavaliere. Questi, avendolo pregato, ne ebbe rotondamente la negativa. Non se ne offese il Negroni, ma replicò di nuovo le preghiere, e di nuovo Monsignore gli fece sentire che, senza scrupolo di coscienza e senza che il Predicatore si presentasse all’esame, non poteva compiacerlo. Così quel prete predicò, ma non si sedette mai al Confessionale.
  • Essendo venuti in Diocesi per la predica di Quaresima, vari soggetti dello stato Beneventano, Monsignore non accordò loro la Confessione, senza prima esaminarli. Dispiacque questo a Monsignor Colombini, Arcivescovo di Benevento. Avendo avuto il Pulpito di Paolisi in Diocesi di Benevento D. Pasquale Bartolino, Sacerdote d’Airola; ed essendo stato per la Benedizione e per la facoltà di confessare dall’Arcivescovo, gli disse: “Contentatevi di essere esaminato: io sto in collera con Monsignor Liguori, perché esso ha esaminato anche i miei!”. Dovette assoggettarsi ad una certa formalità, per contentare l’Arcivescovo. Monsignore non se ne offese; ma avrebbe voluto, che l’avesse fatto per zelo e non per puntiglio.
  • Quanto Alfonso era renitente in dar la Confessione, bisogna dire, che altrettanto era lesto nel toglierla. In questo vi soccombettero specialmente i Regolari. Come compiacevasi dar loro la Confessione, ritrovandoli esemplari, ed istruiti: così, senza alcun ritegno, avendo motivo in contrario, li sospendeva, e talvolta li voleva fuori Diocesi.
  • In Arpaia, con suo compiacimento, aveva dato la Confessione ad un Religioso. Avendo inteso, che ordinariamente ributtava la gente minuta, e che spassandosi con poche bizzoche, non mancava fare anche qualche visita, lo chiamò e gli sospese subito la facoltà.
  • Un’altro Religioso, stimato, e molto amato da Monsignore per sua esemplarità e dottrina, avendolo abilitato per la Confessione, ne stava soddisfatto. Ma essendosi rilassato e avendo iniziato a frequentare, con ammirazione del paese, varie case di penitenti, Monsignore, trovando sussistenti i rapporti, non esitò a chiamarlo e ad ammonirlo. Non essendosi emendato, gli sospese la facoltà; né più gliela diede per tutto il tempo che fu Vescovo e rimase in Diocesi.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 30)  Leggi tutto nell’originale.

Alfonso aveva dato la Confessione ad un Religioso. Avendo inteso, che ordinariamente respingeva la gente minuta e se la passava con poche bizzoche, non mancando di far loro anche qualche visita, lo chiamò e gli sospese subito la facoltà.