S. Alfonso. Deh m’apri, o sorella_1

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306. S. Alfonso. Deh m’apri, o sorella /1. 

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

306. S. Alfonso. Deh m’apri, o sorella /1.
(dialogo tra Gesù e l’anima amante, tratto dai sacri cantici)

  1. Sposo
    Deh m’apri, o sorella,
    la porta del core,
    non soffre l’amore
    ch’io parta da te.
  2. Ingrata mi sei,
    ma pur mi sei cara;
    deh a render impara
    amore ed amor.
  3. Sposa
    Ad una parola
    del Re mio diletto
    m’intesi nel petto
    il cor liquefar.
  4. Or quale contento
    sarebbe mai stato,
    se meco fermato
    si fosse a parlar?
  5. Vi prego, o sorelle,
    se a caso vedeste
    per queste foreste
    il dolce mio Ben,
  6. Deh ditegli voi
    che mesto il mio core
    languisce d’amore
    lontano da Sé.
  7. E se poi volete
    sapere chi sia
    chi l’anima mia
    d’amore impiagò,
  8. Egli è quel Signore,
    che porta sul volto
    già tutto raccolto
    il bello del Ciel.
  9. E’ bianco e vermiglio,
    sì vago è il Diletto,
    che Sposo più eletto
    tra mille non v’è.
  10. Ah dove Tu sei,
    amato mio Sposo?
    Su, dammi riposo
    col farti veder.
  11. Ti cerco e Tu fuggi?
    Ti chiamo e non odi?
    Io piango e Tu godi?
    Mio Bene e perché ?
  12. Ma fuggi, mio Caro,
    s’è amore il fuggire,
    per farti seguire,
    per farti più amar.
  13. Sui monti deserti
    ten volgi, o Diletto,
    là dunque t’aspetto
    da solo a parlar.
  14. Di sante delizie
    col dolce tuo odore,
    o dolce Signore,
    deh tirami Tu.
  15. Che allor dal tuo Amore
    legata e rapita,
    non sola, ma unita
    a Te correrò.

(S.Alfonso, Le canzoncine spirituali, Deh m’apri, o sorella /1, pp. 292-293).
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Deh m’apri, o sorella, la porta del core, non soffre l’amore ch’io parta da te. Ingrata mi sei, ma pur mi sei cara.