S. Alfonso. Difensore di miseri rei

GiubileoAlfo2

286. S. Alfonso. Difensore di miseri rei.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

286. S. Alfonso. Difensore di miseri rei.

♦ In Arienzo, gli sbirri, avevano incontrato un’uomo che masticava tabacco. Volevano che l’avesse cavato di bocca per osservare se era di contrabbando, o no. E tale lo era; ma non potendo sfuggire alle guardie, se lo inghiottì.
Gli sbirri dopo averlo bastonato, perché impulsivi, lo volevano carcerare, ma il poveretto fuggì e si pose sopra una Chiesa. La squadra, più facilona del reo, lo strappa dalla Chiesa e lo arresta nelle carceri.
Monsignore, avendo saputo il tutto, senza esserne pregato, chiama il Vicario, e nell’istante manda il Mastro di Casa dal Commissariato, chiedendo che gli si restituisse il carcerato, e nello istesso tempo,  rivolto al Vicario, disse: “Incominciate a stendere il Cedolone; qui si tratta d’immunità. Bisogna, che mi venda la Mitra…”
Tutto ottenne; ma non si quietò, fin quando non vide nella propria stanza l’uomo uscito di carcere, ed esentato da ogni pena.

♦ Una povera Donna di Arienzo, chiamata Grazia Costanzo, essendo stata ritrovata con un mezzo rotolo di polvere, avuta contrabbando, fu subito ristretta nelle carceri.
Affliggendosi Monsignore, ne scrisse subito in Napoli al Marchese Granito, Commissario di tale Arrendimento, ed in risposta fu ordinato al Governatore di Maddaloni, che si fosse scarcerata.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 67)  Leggi tutto nell’originale.

I poveri, miseri rei di piccoli contrabbandi (tabacco, polvere da sparo…) trovavano in Alfonso un valido difensore nella loro situazione di fronte alla legge.