S. Alfonso. Due vie da percorrere

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194. S. Alfonso. Due vie da percorrere.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

194. S. Alfonso. Due vie da percorrere.

♦ Il Signore ci ha dato due vie da percorrere, una porta al paradiso e l’altra all’inferno: Io vi metto davanti la via della vita e la via della morte (Ger 21,8). Sta a noi scegliere. Ma chi vuol camminare sulla via dell’inferno, come potrà giungere in paradiso?

♦ E’ incredibile: tutti i peccatori dicono: “Spero di salvarmi”, e intanto si condannano da se stessi all’inferno! Chi mai è così pazzo, si chiede sant’Agostino, da prendere un vele­no con la speranza di star bene? “Nessu­no vuole ammalarsi sperando di guarire”. Così fanno tan­ti cristiani, tanti stolti, che si danno la morte spirituale con il peccato, dicendo: “Dopo penserò al rimedio!”. E’ un’illusione che ne ha mandati molti all’inferno.

Cerchiamo noi di non essere stolti come costoro. Pensiamo che si tratta dell’eternità. Quante fatiche fanno gli uomini per costruirsi una casa comoda, bella e spaziosa, sapendo che vi abiteranno per tutta la vita! E perché poi sono così negligenti, quan­do si tratta della dimora dove abiteranno in eterno?
“Lo scopo per cui lottiamo è conquistare dell’eternità”, scrive sant’Eucherio. Non si tratta di avere una casa più o meno comoda, più o meno spaziosa: si tratta di vivere o in un luogo di delizie, fra gli amici di Dio, op­pure in una fossa di tormenti, tra una ciurma infame di scellerati, di eretici e di idolatri.
E per quanto tempo? Non per venti o per quarant’anni, ma per tutta l’eternità. Que­sto non è un problema di poco conto, ma un affare estremamente importante.

♦ Quando Tommaso Moro fu condannato a morte da Enrico VIII, sua moglie Luisa si recò da lui per ten­tare di farlo cedere al volere del re. Allora egli le chiese: “Luisa, vedi ormai che io sono vecchio. Dimmi: quanti anni di vita potrei ancora avere?” La moglie rispose: “Potresti vivere ancora una ventina di anni”. “O sciocca commerciante!”, riprese allora Tommaso. “Per altri venti anni di vita su questa terra, tu vuoi che io perda un’eternità felice e mi condanni ad un’eternità di pene?”..

(S. Alfonso, Apparecchio alla morte, XIV, 3)
Un link all’opera

Mio Dio, non c’è via di mezzo. Io sarò sempre felice o sempre infelice, in un mare di gioia o in un mare di tormenti, o sempre con te in paradiso o sempre lontano e separato da te nell’inferno. Affrettati dunque, o mio Signore, affrettati a perdonarmi e a liberarmi dall’inferno.