S. Alfonso. Fermezza con i preti ubriachi

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225. S. Alfonso. Fermezza con i preti ubriachi.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

225. S. Alfonso. Fermezza con i preti ubriachi.

♦ Alfonso considerava il Clero come la sua cara porzione e non ebbe altro in mira, che la santità dello stato e quell’esemplarità che il pubblico esige.
Qualunque cosa in contrario gli era pena. chiamava, insisteva, e non lasciava mezzo per veder corretto qualunque traviato.

Il P. Maestro Caputo così testimonia:”Suo sistema fu questo. La prima correzione Monsignore la faceva con tutta dolcezza e con termini i più umili. Non vedendoci emenda, replicava la seconda tra il dolce e l’amaro. Se poi la persona si dimostrava incorreggibile, prima d’intimare il castigo, lo faceva sperimentare. In questi casi non vi erano interposizioni: anche il Re ed il Papa, se vi si fossero interposti, avrebbero avuto il rifiuto”.

Tra tutte le sregolatezze nel suo Clero, due vizi estremamente odiava: ubriachezza e disonestà. “Aveva a sommo scandalo – così l’Arcidiacono Rainone – se vedeva tra questi Casali, e molto più in Città, un Ecclesiastico giuocar al vino in qualche cantina o taverna, ed ubriacarsi.

  • Questi, in senso suo, erano delitti che non meritavano pietà. Diceva Alfonso: “L’ubriaco non è uomo, ma bruto; anzi dal bruto si può sperar quello non si ottiene dall’ubriaco”. Riteneva per massima che l’ubriachezza era l’unica sorgente dei vizi, i più infami. Non contento di mandarli al carcere, soleva mandar per mesi interi questi tali o nelle nostre Case o in Napoli in quella dei Padri della Missione. E diceva: “Se con lo star lontano dalla taverna e con la santa meditazione non si concepisce il gran male che sa fare il vino e quanto disconvenga ad un ecclesiastico, il caso è disperato”.
  • Un giorno, essendo entrato da lui uno di questi Preti, gli chiese chi fosse, (fu questo al principio del suo governo). Avendo quegli risposto essere il Preposito dell’Annunciata, Alfonso, che lo aveva in nota, riprese tutto fuoco: “Voi non siete preposto, ma sproposito!”. E cominciando a rincarare i perniciosi effetti del vino, amorevolmente, ma con fortezza lo corresse. Ma non durò, perché vecchio ed abituato.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 55)  Leggi tutto nell’originale.

Diceva Alfonso: “L’ubriaco non è uomo, ma bruto; anzi dal bruto si può sperar quello non si ottiene dall’ubriaco”. Per Alfonso l’ubriachezza era l’unica sorgente dei vizi, i più infami.