S. Alfonso. Gioia nel ritrovare le pecorelle smarrite

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229. S. Alfonso. Gioia nel ritrovare le pecorelle smarrite.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

229. S. Alfonso. Gioia nel ritrovare le pecorelle smarrite.

♦ Quanto si vedeva Alfonso inesorabile coi pertinaci nel vizio, altrettanto era pietoso e tutto cuore con i ravveduti.
L’Arcidiacono Rainone testimonia: “Ammirabile fu la carità con la quale trattava quegli stessi nei quali aveva perseguitato il peccato, se li vedeva pentiti ed emendati”.
E il P. Maestro Caputo: “Abbracciava questi tali con tenerezza di Padre, e con maggior carità non menzionava più i loro trascorsi e quelle tante amarezze, che ne aveva ricevute”.

Un Sacerdote di Mojano, essendo stato caricato di vari delitti da persona rivale presso il Re e presso la Curia, , specialmente per l’attacco con una donna; vedendosi a mal partito, entra in sé, si umilia con Monsignore, confessa e promette emenda.
Alfonso fu così appagato di sua confessione che non solo non fece più procedere la Curia, ma prese a cuore anche di scagionarlo presso il Re. Quindi, non contento di questo e volendo il fuoco totalmente smorzato, chiamò il l’accusatore (uomo fatto apposta per questo genere di cose), e tanto si adoperò che volle vederli riappacificati.
Fu costante il Prete nell’emenda e costante Monsignore nel guardarlo di buon occhio.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 56)  Leggi tutto nell’originale.

Ammirabile fu la carità di Alfonso quegli stessi preti nei quali aveva perseguitato il peccato, quando li vedeva pentiti ed emendati.