S. Alfonso. Giustizia e misericordia a braccetto

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227. S. Alfonso. Giustizia e misericordia a braccetto.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

227. S. Alfonso. Giustizia e misericordia a braccetto.

♦ Anche nel maggior rigore di giustizia non mancava in Alfonso lo spirito di carità. Se dava luogo allo zelo, non perdeva di vista la compassione, anche per recuperarli maggiormente.

Essendo stato un Prete multato dalla Curia in quattro ducati; ed esponendoli questi il mandato sofferto in S. Agata, e l’interesse, stando fuori di casa, richiese in grazia il rilascio dei quattro ducati.
Monsignore gli rimise venti carlini: “Il di più – disse – servono per li poveri”.
Partito il Prete, il P. Buonopane, che era presente, disapprovando il rilascio, gli disse che sarebbe stato meglio multarlo tutto e darlo ai poveri.
Rispose Monsignore: “Si debbono castigare i colpevoli, ma lasciarli con la bocca dolce, per così meglio averne l’emendazione”.

♦ Cresceva in lui la commiserazione, se col peccato si univa povertà e miseria. In questi tali non cercava multa, ma emenda; anzi vi rifondeva del suo.

  • Un Prete, che nel Casale di Cervino scandalizzava quella popolazione, dopo averlo tenuto per quattordici giorni col mandato in Palazzo, lo mandò per altri dieci a suo interesse nella nostra Casa di S. Angelo.
  • Anche un altro Sacerdote, veramente povero nel Casale di Forchia, lo trattenne per lungo tempo, e con suo dispendio nella Casa di Ciorani.

E così tanti e tanti, che tralascio.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 56)  Leggi tutto nell’originale.

Se la giustizia richiedeva rigore, non mancava in Alfonso lo spirito di carità. Pur procedendo con zelo, non perdeva di vista la compassione, per recuperare al bene coloro che incappavano nel castigo.