S. Alfonso. Governare a 360 gradi.1769

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170. S. Alfonso. Governare a 360 gradi.1769.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

170. S. Alfonso. Governare a 360 gradi.1769.

♦ 1769-1773 – Alfonso si mostrò sollecito più che mai per il bene dei suoi Diocesani, e non vi era giorno che non ricevesse o spedisse corrieri, ora in una ed ora in altra popolazione, o per riparare un qualche disordine o per essere informato dello stato delle cose.

  • Se per l’addietro fu sollecito, maggiormente lo fu negli ultimi anni. Siccome chi teme di non giungere alla desiderata meta, avanza il passo per giungervi, così Alfonso, credendo di non soddisfare al suo incarico, si vedevasi più sollecito ad adempirne i doveri.
  • Appena sentiva un qualche sconcerto, non ci dormiva; chiamava, esaminava, e decideva il rimedio. Raro era quel giorno che non si vedevano chiamati in Arienzo, o Parroci o Vicari foranei, per esser aggiornato di ogni cosa. Diceva ai Parroci: “Voi vedete in quale stato io mi trovo: se voi non vigilate e non mi avvisate degli sconcerti che accadono, tutto è colpa vostra; ed io da ora me ne risento nel Tribunale di Dio.”
  • Sapendo da altri, e non da Parroci qualche inconveniente, maggiormente, se il Parroco avesse taciuto per rispetto umano, perdeva la pace e, mettendo da parte la mansuetudine, si faceva di fuoco con chiunque.

♦ Se sollecito era per i Preti, non meno sollecito era per i Regolari [religiosi]. Come apprezzava i buoni, così perseguiva i discoli. E faceva tempesta con i Provinciali, quando taluni di questi meritavano di essere mandati fuori Diocesi.

  • Un anno prima che rinunziato avesse al Vescovato fece sloggiare da Airola due Religiosi scandalosi, né lasciò mezzo per riuscirvi.
  • Un Superiore si vedevasi agitato per lo scandalo che soffriva da due individui. Alfonso essendone informato, fece sentire al Provinciale che non stavano bene in Diocesi. Questi temporeggiava per discolpare i suoi. Alfonso gli riscrisse: “Non mi obbligate a passi forti, che mi avrete per compatito”. Tutti e due sloggiarono in risposta.
  • Un altro, che poco buon odore dava di se stesso, altro non ci volle per vederlo destinato in un altro Convento molto lontano.
  • Di questi e simili casi non ve ne furono pochi, anche nello stato in Monsignore soffriva  e sembrava cadavere e non uomo.

♦ Non meno che per l’innanzi, anzi di più si vedeva preoccupato per i secolari. Essendoci scandalo e sperimentandosi infruttuosi i paterni offici, ricorreva al braccio dei Baroni e del Re, se bisognava.

  • In questi ultimi anni vi sono stati anche ricorsi al Sovrano o per sfratto di donne traviate o per l’emenda di qualche Secolare. Essendoci di mezzo il peccato, non permetteva che la decisione si differisse neanche di un giorno.
  • Testimonia il Canonico Rubino, suo Vicario: “Non mangiava, né si mettevasi a riposo, se non si vedevasi in pace con la coscienza; e tante volte essendoci uno di questi problemi, il pranzo della mattina diveniva cena per la sera”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 44)  Leggi tutto nell’originale.

Alfonso 1769: “Voi vedete in quale stato io mi trovo: se voi non vigilate e non mi avvisate degli sconcerti che accadono, tutto è colpa vostra; ed io da ora me ne risento nel Tribunale di Dio… Non mi obbligate a passi forti…” – Quando c’era un problema grave, egli pensava a come risolverlo subito, al punto che il pranzo della mattina diveniva cena per la sera.