S. Alfonso. Il canto e le tentazioni delle monache

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104. S. Alfonso. Il canto e le tentazioni delle monache. 

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

104. S. Alfonso. Il canto e le tentazioni delle monache.

♦ Particolare attenzione prestò Alfonso circa il canto liturgico e alle innovazioni che irrompevano con una certa prepotenza in chiese e monasteri.

  • Il canto figurato [libero a più voci] interdetto nei Monasteri con tanti decreti di Roma, era in voga più che non si crede nelle Diocesi. Alfonso lo proibì nei suoi monasteri, e decretò che si fosse uso fatto del Gregoriano, dicendo: “La Chiesa non è teatro, né le Monache sono cantatrici da scena”.
  • Con maggior vigore nelle festività proibì i mottetti, e potendosi cantare qualche cosa di più, che si facesse ad una voce.
  • Permise però le lezioni della Settimana Maggiore. Ciononostante non vi mancò qualche intralcio. Una sera, cantandosi in Chiesa le Litanie della Vergine a canto figurato da una Religiosa, arrivò Monsignore. La Monaca, avvedutasi del suo arrivo, voltò subito a Gregoriano. Alfonso fece finta di niente; poi, essendo andato alla grata, scherzando disse: “Già mi voleva gabbare; cantava figurato, e subito l’ha voltato a canto fermo. Non va bene; io l’ho proibito, perché non conviene“. Meglio spiegandosi, soggiunse: “Il canto figurato è un richiamo di persone libertine, non per la devozione, ma per la Monaca che canta. E chi non vede, che si da causa a tanti difetti e peccati?“.
  • Intorno al canto abbiamo due profezie. A capo di tempo chiese di essere ammessa per Conversa in questo Monastero, una giovanetta figlia di un Maestro di Cappella. Lo gradirono le Monache, perché era maestra nel canto figurato. Esposero bensì a Monsignore che la volevano per ammaestrare nel canto fermo le Novizie e le giovanette educande. Alfonso disse: “Ve l’accordo, ma non vi dura”. Di fatto dopo poco tempo se ne uscì.
  • Avendo fatta istanza per un’altra anche addottrinata nel figurato, disse sorridendo Monsignore: “Neanche questa ci persiste”. Ed a capo di pochi mesi fece ritorno a casa.
    Entrate in sé, le Monache dissero: “Si vede che né Iddio, né Monsignore benedicono la nostra doppiezza”.

Così fecero un fermo proposito di non pensare mai più al canto figurato..

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 34)  Leggi tutto nell’originale.

La Chiesa non è teatro, né le Monache sono cantatrici da scena. Il canto figurato è un richiamo di persone libertine, non per la devozione, ma per la Monaca che canta. E chi non vede, che si dà causa a tanti difetti e peccati?”.