S. Alfonso. Il corpo offerto in sacrificio

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346. S. Alfonso. Il corpo offerto in sacrificio.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

346. S. Alfonso. Il corpo offerto in sacrificio.

♦ Il vescovo Alfonso non scaricava innanzi a Dio i peccati altrui per vederli castigati nei colpevoli. Egli aveva di mira lo zelo di Gesù Cristo, che caricò se stesso dei peccati del mondo, e che, come reo, soddisfaceva nel proprio corpo, quanto gli altri erano tenuti alla divina giustizia.

Così anche Alfonso si addossava i peccati altrui e li castigava nella propria carne, per ottenere ai suoi figli quel perdono che essi non potevano meritare da sé. Egli avrebbe dato la vita stessa per impedire il peccato o per liberare il suo popolo da qualunque castigo, vedendo Iddio irritato. Tale è il carattere del Divin Redentore e di questo non fu esente Alfonso Liguori.

  • Non lasciò mai di disciplinarsi e battersi giornalmente fino al sangue, e lo faceva sia dentro che fuori di casa. Testimoni di questa continuata penitenza sono stati fino ad oggi le mura del suo camerino, e lo sarebbero ancora, se Monsignor Rossi, suo successore, non le avesse fatto tinteggiare con passate di bianco.
  • Monsignore Alfonso, per occultare le sue penitenze, voleva che i suoi calzonetti, perché intrisi di sangue, fossero puliti dal Fratello Laico, e non si fossero dati alla lavandaia, ma quegli li affidava a D. Caterina Lucca, gentildonna confidente e di età avanzata.
  • Attesta questa Signora, e sono sue le espressioni, che si vedevano talmente rigati di sangue, come se vi fossero scorsi tanti rivoli di fontana. Confidò alla medesima lo stesso Fratello Laico, che Monsignore ogni settimana si batteva due volte a vivo sangue.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 72)  Leggi tutto nell’originale.

Alfonso si addossava i peccati altrui e li castigava nella propria carne, per ottenere ai suoi figli quel perdono che essi non potevano meritare da sé.