S. Alfonso. Il grande rischio di essere abbandonato da Dio

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94. S. Alfonso. Il grande rischio di essere abbandonato da Dio.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

94. S. Alfonso. Il grande rischio di essere abbandonato da Dio.

♦ Dirà taluno, Dio m’ha usato tante misericordie per lo passato, così spero che me l’userà per l’avvenire. Ma io rispondo: E perché ti ha usato tante misericordie, per questo lo vuoi tornare ad offendere? Dunque (ti dice S. Paolo) così tu disprezzi la bontà e la pazienza di Dio? Non sai che il Signore ti ha sopportato sinora; non già a fine che tu lo segui ad offendere, ma acciocché piangi il mal fatto?
♦ Quando tu sfidando la divina misericordia non vuoi finirla, la finirà il Signore. Dio aspetta ma quando giunge il tempo della vendetta, non aspetta più e castiga. Dio aspetta il peccatore, acciocché si emendi: ma quando vede che quegli del tempo, che gli è dato per piangere i peccati, se ne serve per accrescerli, allora chiama lo stesso tempo a giudicarlo.
♦ Sicché lo stesso tempo dato, le stesse misericordie usate serviranno per farlo castigare con più rigore e abbandonare. E come Dio lo abbandona? Quando Dio abbandona un’anima, le toglie la siepe del timore, del rimorso di coscienza, e la lascia nelle tenebre; ed allora entreranno in quell’anima tutti i mostri dei vizi. E il peccatore abbandonato che sarà in quell’oscurità, disprezzerà tutto, grazia di Dio, paradiso, ammonizioni, scomuniche; si burlerà della stessa sua dannazione. Dio lo lascerà in questa vita senza castigarlo, ma il non castigarlo sarà il suo maggior castigo.
♦ Oh qual castigo è quando Dio lascia il peccatore in mano del suo peccato, e par che non gliene domandi più conto!.. Poveri peccatori, che in questa vita sono prosperati! Non v’è castigo maggiore, che quando Dio permette ad un peccatore che aggiunga peccati a peccati.
Mio Dio, vedendo la luce che ora mi date, e sentendomi chiamare da Voi a penitenza, è segno che non mi avete abbandonato ancora. E giacché non mi avete abbandonato, via su, mio Signore, accrescete le vostre misericordie sopra l’anima mia, accrescete la luce, accrescetemi il desiderio di servirvi e d’amarvi.
Deh, mio Redentore, per i meriti del vostro sangue fatevi amare da un peccatore, che Voi avete tanto amato, e con tanta pazienza per tanti anni sopportato. Io spero tutto dalla vostra pietà. Spero di amarvi sempre sino alla morte ed in eterno e così “Canterò senza fine la misericordia del Signore”.
E loderò per sempre la vostra misericordia, o Maria, che tante grazie mi ha impetrate..

(S. Alfonso, Apparecchio alla Morte, Considerazione XVII –  Abuso della divina misericordia. Punto II). 
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Quando Dio abbandona un’anima, le toglie la siepe del timore, del rimorso di coscienza, e la lascia nelle tenebre; ed allora entreranno in quell’anima tutti i mostri dei vizi. E il peccatore abbandonato che sarà in quell’oscurità, disprezzerà tutto, grazia di Dio, paradiso, ammonizioni, scomuniche; si burlerà della stessa sua dannazione. Dio lo lascerà in questa vita senza castigarlo, ma il non castigarlo sarà il suo maggior castigo.