S. Alfonso. Isaia rivela il volto dell’Uomo dei dolori

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113. S. Alfonso. Isaia rivela il volto dell’Uomo dei dolori.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

113. S. Alfonso. Isaia rivela il volto dell’Uomo dei dolori.

♦ Consideriamo le pene particolari che patì Gesù Cristo nella sua Passione, e che già prima da più secoli furono predette dai profeti, e specialmente da Isaia nel capo 53. Questo profeta parlò così distintamente delle pene del nostro Redentore, che parve essere un altro Evangelista; per cui disse poi S. Agostino che le parole d’Isaia spettanti alla Passione di Gesù Cristo han bisogno più delle nostre meditazioni e lacrime che di spiegazione dei sacri interpreti
♦ Gli Ebrei, non ostante che avessero veduti tanti miracoli operati da Gesù Cristo, che ben lo dimostravano vero Messia mandato da Dio, non vollero crederlo. Diceva Isaia: “Chi presterà fede a quanto è stato da noi udito? e chi ha conosciuto il braccio, cioè la potenza del Signore? Con queste parole predisse Isaia l’ostinazione dei Giudei in non voler credere in Gesù Cristo qual lor Redentore.
Pensavano i Giudei che il Salvatore doveva comparire qual superbo cedro del Libano; ma Isaia predisse che si sarebbe fatto vedere come un umile arboscello, o qual radice che esce da una terra arida, spogliata d’ogni bellezza e splendore.
Prosegue Isaia a descrivere la Passione del Signore: “Noi, avendolo mirato, abbiamo desiderato di riconoscerlo, ma non abbiamo potuto; poiché altro non abbiamo ravvisato che un uomo il più disprezzato e vile della terra ed un uomo di dolori”.
Adamo, per la superbia in non voler ubbidire al divino precetto, recò la rovina a tutti gli uomini; perciò il Redentore con la sua umiltà volle dar rimedio a tal male, contentandosi di esser trattato come l’ultimo e il più abbietto tra gli uomini, col ridursi all’estrema bassezza. Quindi esclamò S. Bernardo: “Se dunque, il Signore più alto di tutti si è reso il più basso di tutti, ognuno di noi deve ambire di esser posposto a tutti, e temere di esser preferito ad alcuno”.
Ma io, Gesù mio, temo di esser posposto ad alcuno e vorrei esser preferito a tutti! Signore, datemi umiltà. Voi, Gesù mio, con tanto amore abbracciate i disprezzi per insegnarmi ad esser umile, ad amar la vita nascosta ed abbietta; ed io voglio essere stimato da tutti e comparire in tutto?
Deh Gesù mio, datemi il vostro amore; egli mi renderà simile a voi. Non mi lasciate vivere più ingrato all’amore che mi avete portato. Voi siete onnipotente, fatemi umile, fatemi santo, fatemi tutto vostro.

(S. Alfonso, Riflessioni sulla Passione di Gesù Cristo, Capo II, nn. 11-3). 
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S. Bernardo: “Se dunque, il Signore più alto di tutti si è reso il più basso di tutti, ognuno di noi deve ambire di esser posposto a tutti, e temere di esser preferito ad alcuno”. – Ma io, Gesù mio, temo di esser posposto ad alcuno e vorrei esser preferito a tutti! Signore, datemi umiltà.