S. Alfonso. La Casa di Dio è casa di misericordia non di miseria.

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46. S. Alfonso. La Casa di Dio è casa di misericordia non di miseria. 

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

46. S. Alfonso. La Casa di Dio è casa di misericordia non di miseria.

  • Non è da credersi la miseria in cui il vescovo Alfonso ritrovò le chiese dei Casali, e quelle di campagna. Tante, che erano squallide o affumicate, volle che si biancheggiassero. Ove ordinò rattoppamento di stucco o d’intonaco; ove ripararsi i tetti, ed esentarle dall’umido.
  • Ordinò il rifacimento nei pavimenti e nelle vetrate; ed in tante mancavano del tutto i vetri e le finestre.  Anche negli atri, ingombri di erbacce, volle pulizia. Diceva Alfonso: “Alla Casa di Dio conviene la santità e la decenza, né vi è attenzione che basti per renderla rispettabile”.
  • Sospese Altari ed interdisse statue, perché consumate e sfigurate dal tempo. Diceva Alfonso: “E’ inutile l’immagine che non ispiri devozione”. In Frasso voleva far bruciare un antica statua della Madonna, perché nera, e malfatta; ma essendosi opposto il Popolo, che l’ha in devozione, cedette, ma con pena, all’impropria pietà. [L’immagine veramente era brutta, ma ai nostri giorni è stata recuperata all’originale con un sapiente lavoro della Sovrintendenza delle Belle Arti: ne è uscita un capolavoro!]
  • Altari smozzicati, ed immagini in tela, le volle ritoccate. Impose con rigore che ogni otto giorni gli altari si spolverizzassero, e purificate si fossero le fonti dell’acqua lustrale.
  • Non minor afflizione sperimentò per l’Olio Santo. In tante Parrocchie lo ritrovò in un cantone di Sacrestia, o al più, nei battisteri: ordinò particolari nicchie con finestrino.
  • Avrebbe voluto più lumi avanti ai Cibori; ma si contentava di uno, per la povertà delle Chiese. Scarsezza di lumi rilevò quando usciva il Viatico, e li  raddoppiò. Interdisse palli ed ombrelli malconci, e per il Viatico ordinò piccioli baldacchini. Tante custodie non a posto le volle rifatte, ed altre perché foderate di cotone, che si vestissero di seta.
  • Ma non basta. Non ammise povertà soprattutto nei vasi sacri. Ordinò Ostensori, dove mancavano; non sopportò Calici e Pissidi squallide, e volle che entro due mesi le si fossero indorate.
  • Se il vescovo  Alfonso non volle fasto nelle vesti, però vi voleva proprietà e decenza. Interdisse camici, pianete, piviali, e messali. Nitidezza volle nei corporali, e panni di lino all’Altare.
  • E si deve dire che troppo obbligati restarono orefici, statuari, pittori, fondachieri, ed altri artieri in Napoli per questa Visita pastorale di Alfonso alla  Diocesi per le visite susseguenti. Così pure muratori, falegnami ed altri: furono tanti i lavori fatti nelle Chiese e le riparazioni di fabbriche, che si dovettero effettuare con edificazione del pubblico e somma consolazione di Alfonso.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 13 passim)  Leggi l’originale.

“Alla Casa di Dio conviene la santità e la decenza, né vi è attenzione che basti per renderla rispettabile… . Una immagine che non ispira devozione è inutile”.