S. Alfonso. La corte del vescovo

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340. S. Alfonso. La corte del vescovo.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

340. S. Alfonso. La corte del vescovo.

♦ La “famiglia” [corte] del Vescovo Alfonso consisteva nel Maestro di Casa, che era Segretario e Cappellano, in un Laico Redentorista fisso e qualche altro Redentorista che voleva con sé  Questa era la corte alta: la corte bassa era un servitore, il cuoco ed uno sguattero voluti dal cuoco.
♦  Diceva il Vicario Rubini che ammise questo non per ostentazione, ma per il puro necessario, che non poteva evitare. Aborriva anche il nome di cameriere, e lo riprovava nei Vescovi. Spogliandosi, coricandosi e levandosi di letto, faceva tutto da sé: così per ogni altro bisogno: egli di sera si smorzava il lume; e, se aveva con se il fratello Laico, di questo se ne serviva e per aiuto nello scrivere e tenere in effetto le poche masserizie che vi erano in casa.

♦  Eletto Vescovo, venne obbligato dagli amici Monsignor Borgia e Monsignor Volpe a prendere carrozza. Lo fece con suo rincrescimento; ma fin da Roma scrisse in questi termini al Fratello D. Ercole: “Per la carrozza, vedete comprarne una, che possa servirmi per uso di carrozza e di calesse, perché vorrei servirmi del medesimo legno per li viaggi lunghi”.
Poi, con dispiacere del fratello, se ne sbarazzò presto per soccorrere i Poveri durante la Carestia del 1764.
Soleva dire Alfonso, che i cortei fastosi, le Corti magnifiche, i sussiegui di familiari, i molti servitori e le ricche livree se convegono ai secolari, non convengono a i Vescovi. E poi non è un dispetto per i figli, che sono poveri, veder il Padre scialoso e comodo, ed essi morirne per la fame?

Un giorno essendo stato a visitarlo un Vescovo, fastoso e con cipria e manicotti, e con un seguito straordinario di servitù, Monsignore in vederlo se ne afflisse. Lo ricevette piuttosto freddamente, e ne dimostrò tal dispiacere, che glielo fece conoscere: “Queste sono comparse di secolari, e non di Vescovi.”

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 71)  Leggi tutto nell’originale.

Soleva dire Alfonso che i cortei fastosi, le Corti magnifiche, i sussiegui di familiari, i molti servitori e le ricche livree non convengono a i Vescovi. Ed è un dispetto per i figli, che sono poveri, veder il Padre scialoso e comodo, ed essi morirne per la fame.