S. Alfonso. La scienza dei santi

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255. S. Alfonso. La scienza dei santi.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

255. S. Alfonso. La scienza dei santi.

♦ Ci sono due specie di scienza: una celeste, una mondana. La celeste è quella che spinge a piacere a Dio e a farci grandi in cielo. La mondana è quella che ci porta a compiacere noi stessi e a farci grandi nel mondo.

  • Ma questa scienza di mondo è stoltezza e vera follia presso Dio: La sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio (1Cor 3,19). Follia, perché tale scienza rende tutti coloro che la coltivano simili agli animali; infatti insegna loro ad assecondare i sensi e gli istinti come fanno gli animali. […] L’uomo è un essere ragionevole. Quindi, per dirsi uomo, deve agire secondo la ragione. Se un uomo si comporta secondo l’appetito dei sensi e contro la ragione, si deve dire che si comporta da animale.
  • Parlando della scienza umana e naturale, cosa sanno gli uomini per quanto abbiano studiato? Noi siamo come delle talpe cieche: conosciamo le cose, eccetto le verità di fede, per mezzo dei sensi e di congetture, cosicché tutto sembra incerto e fallibile! Quale scrittore di scienze umane, per quanto applaudito da molti, è stato esente dalle critiche degli altri? Ma il male è che la scienza mondana ci rende gonfi, superbi e facili a disprezzare gli altri: difetto molto dannoso per l’anima perché, come dice san Giacomo, Dio nega le grazie ai superbi e le dona solo agli umili: Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia (Gc 4,6).
  • Se gli uomini agissero secondo la ragione e la legge divina, certamente penserebbero di meno alla vita terrena che presto finisce, e di più a quella eterna, e s’impegnerebbero ad acquistare soltanto la scienza che giova a conseguire la felicità eterna e ad evitare le pene eterne. […]

♦ Beato chi ha ricevuto da Dio la scienza dei santi. Essa consiste nel saper amare Dio. Tanti nel mondo sono esperti di lettere, di matematica, di lingue straniere o antiche; ma a che cosa gioverà la loro scienza, se poi non sanno amare Dio? Sant’Agostino diceva: “Beato chi conosce Dio, anche se ignora tutto il resto!” Chi conosce e ama Dio, anche se ignora ciò che gli altri sanno, è più dotto di tutti i dotti che non sanno amare Dio.

  • “Si levano gli ignoranti e conquistano il cielo”, esclamava ancora sant’Agostino. Molti santi erano ignoranti nelle scienze mondane, ma hanno conquistato il cielo perché avevano la scienza di Dio! Hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli (Mt 11,25). Per sapienti qui s’intendono quelli che cercano di procurarsi le cose materiali e le glorie del mondo, senza dare importanza ai beni eterni. I piccoli, invece, sono gli spiriti semplici come i fanciulli, che hanno poca sapienza mondana, ma pongono la massima cura nel piacere a Dio.

Cerchiamo di non invidiare gli uomini che sanno molte cose; invidiamo soltanto quelli che sanno amare Gesù Cristo. Imitiamo san Paolo che scrisse di non voler sapere altro che Gesù Cristo e Gesù Crocifisso: Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso (1Cor 2,2). Felici noi se arriviamo a conoscere l’amore che ci ha portato Gesù Crocifisso e su questo libro dell’amore divino impariamo ad amarlo!

Mio caro Redentore, nessuno mi ha amato quanto te. In passato ho perso il tempo per conoscere tante cose, che non mi sono servite a nulla per l’anima, e non ho imparato ad  amarti. Ora sento che mi chiami al tuo amore: eccomi, lascio tutto. D’ora innanzi il mio unico pensiero sarà quello di darti gusto, o mio sommo Bene.

(S.Alfonso, Riflessioni devote, 6)
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Cerchiamo di non invidiare gli uomini che sanno molte cose; invidiamo soltanto quelli che sanno amare Gesù Cristo. Felici noi se arriviamo a conoscere l’amore che ci ha portato Gesù Crocifisso e su questo libro dell’amore divino impariamo ad amarlo!