S. Alfonso. Le prostitute sposate

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253. S. Alfonso. Le prostitute sposate.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

253. S. Alfonso. Le prostitute sposate.

♦ Se tutte le Meretrici erano tante spine per Alfonso, le prostitute maritate gli erano di doppia pena.

♦ In Forchia di Arpaia due donne, una maritata e l’altra zitella, avevano aperta bottega, e qualunque fossero le paterne cure di Alfonso, vieppiù rovinavano la gioventù.
Scriveva al Principe della Riccia il 17 febbraio 1770.

“Sono giunte a tal grado di sfrenata libidine, che apportano un pubblico scandalo, con pericolo di sovvertire la gente dabbene, senza affatto speranza di emenda. Questa è una spina, che mi trafigge il cuore, e non potendo dar io riparo ad un tale gravissimo male, ricorro al valevolissimo braccio di V. E.
Supplico voler scrivere con tutto il calore a quel Governatore, che tratti col carcere e con lo sfratto, evitare in tutto e diradicare un tale scandalosissimo e gravissimo disordine.
Prego perdonarmi, se così spesso l’infastidisco, perché non ho di chi altro fidarmi, a cui sia tanto a cuore la Gloria di Dio, quanto V. E.”

Tutte e due, dopo un lungo carcere, ebbero lo sfratto da tutto lo Stato.

♦ Partito per Spagna il Principe e non venendo Alfonso assecondato nel suo zelo dal di lui Luogotenente, si aiutava con le Reali Segreterie. Erano tali le circostanze, che per esserne a capo, vi necessitava il braccio del Re.

  • Una di queste sfacciate rovinava la gioventù in un Casale. Monsignore, avendo posto l’occhio sopra, meditava come liberarsene.
    Scrisse al Parroco: “Intorno a quella donna, come abbiamo discorso stamattina, voglio vedere di fare qualche cosa col Re. Ma bisogna che  prima mi appurate tre o quattro testimoni, che siano pronti a deporre la mala vita che mena: altrimenti, se il Re manda e nessuno si esamina, resteremo bugiardi tutti e due”.

Tutto fu eseguito e con Real carta la Donna fu carcerata e poi bandita da tutta la Diocesi.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 59)  Leggi tutto nell’originale.

Le prostitute maritate erano di doppia pena per Alfonso, perché con la loro esperienza traviavano i più giovani. Anche con loro, tentata prima la carta della misericordia, usava quella della giustizia, con l’intervento del braccio secolare.