S. Alfonso. Mansueto, forte e dolce

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332. S. Alfonso. Mansueto, forte e dolce.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

332. S. Alfonso. Mansueto, forte e dolce.

♦ Pur essendo mansueto, Alfonso non mancava di esser forte nel riprendere; ma lo faceva quando era obbligato e con suo rincrescimento. Riprendeva, ma non si alterava; mutava tono, ma non usava termini irrispettosi, e la correzione si accompagnava alla solita piacevolezza.

Scrisse in Napoli ad una sua penitente: “Non potete credere quanto mi pesa il vedermi talvolta costretto a trattar aspramente qualche persona; ed io ritengo che ogni cosa si fa meglio col buono, che con l’asprezza”.

  • Un giorno, ammonendo un mezzo Gentiluomo abbastanza scandaloso, e tante volte inutilmente corretto, fu visto lacrimare. Chi era presente testimonia che anche quel tale si vide commosso, ma non già convertito.
  • Talvolta, avendo fatta qualche correzione, che gli era sembrava dura, Alfonso andava cercando un pretesto per avere quella persona per le mani e trattarla amorevolmente.
  • Un giorno aveva parlato con tono sostenuto al Medico e Canonico D’Ambrosio; il dì seguente lo fece chiamare e si fece osservare il polso. Disse in seguito il Canonico: “Stava sanissimo, e ben mi accorsi che era un pretesto di rappacificamento”.
  • Questo atteggiamento lo usava anche con chi lo aveva offeso, e ci sarebbe molto dadire su questo particolare.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 64)  Leggi tutto nell’originale.

Confidava Alfonso: “Non potete credere quanto mi pesa il vedermi talvolta costretto a trattar aspramente qualche persona; ed io ritengo che ogni cosa si fa meglio col buono, che con l’asprezza”.