S. Alfonso. Mansuetudine con i domestici

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328. S. Alfonso. Mansuetudine con i domestici.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

328. S. Alfonso. Mansuetudine con i domestici.

♦ La mansuetudine che quotidianamente Alfonso praticava con la servitù e con altri familiari era grande. E se facevano qualche sbaglio, tutto quello che diceva era: “Come sei buono… Iddio ti faccia santo…” Questo era tutto il risentimento; e se allo sbaglio non c’era riparo, alzando gli occhi al Cielo, placidamente lo si sentiva esclamare: “Sia fatta la volontà di Dio”.

  • Testimonia il Primicerio D. Liborio Carfora che somma fu la mansuetudine praticata da Alfonso con un Sacerdote domestico. Questi usava tratti così sgarbati, che trattava il vescovo non da uguale, ma da inferiore; e gli atti erano così rozzi ed incivili che facevano ribrezzo a chiunque; ma non si osservò mai in Monsignore alcun dispiacimento, o con l’animo turbato.
  • Il Vescovo aveva avvertito dolcemente dei suoi errori un Chierico, che lo aiutava a scrivere. Questi, o perché non intendesse, o perché non ne poteva più, sbattendo le carte sul tavolino, sdegnato gli voltò le spalle e uscì borbottando con disprezzo. Calmato che fu, Alfonso lo fece chiamare e gli disse: “Tu mo, perché fai queste cose? Sai che mi dai collera: via su mettiti a scrivere”. Così, invece di risentirsi, con placidezza lo raddolcì, come se a mancare fosse stato lui e non il Chierico.
  • Il Parroco Ferrara testimonia che quando la passione tumultuava nel suo interno, lo si sentiva esclamare: “Gloria Patri”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 64)  Leggi tutto nell’originale.

La mansuetudine che quotidianamente Alfonso praticava con la servitù e con altri familiari era grande. E se facevano qualche sbaglio, tutto quello che diceva era: “Sia fatta la volontà di Dio”.