S. Alfonso. Misericordia attraverso la “Vita devota”

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24. Misericordia attraverso la “Vita devota”.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

24. S. Alfonso. Misericordia attraverso la “Vita devota”.

Terminate le prediche delle Massime, vi era per tre o quattro giorni un pio esercizio meditativo, che Alfonso chiamava “Vita Devota”.
Consisteva questo per prima in istruire il Popolo sulla maniera di mentalmente orare; ne spiegava la necessità, e si metteva in veduta l’utilità di sì pio esercizio. Indi per un’altra mezz’ora si faceva praticamente meditare la dolorosa passione di Gesù Cristo. Erano così teneri in bocca sua questi sensi della Passione, che in chiesa si vedevano fiumi di lacrime; ed ove prima si piangeva per dolore, in questa meditazione si faceva per amore.
Volendo commuovere sensibilmente il Popolo, Alfonso dava a vedere nell’ultima di queste meditazioni una grande tela, ove era dipinto Gesù morto in Croce, delineata da esso medesimo, ma tutto sangue, e lacero nelle membra. Questa meditazione, che di per sé attirava le lacrime ad ognuno, operava il maggior frutto nella Missione.
Se il Popolo non era tutto soddisfatto, specialmente con la sacramentale Confessione, soleva portare più in lungo questo pio esercizio. In queste sere specialmente si benedicevano i vari abitini di Maria Santissima, e le corone di S. Brigida, enunciandosi le indulgenze, che accordate vi erano dai Sommi Pontefici.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Secondo, Cap. LI).
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La vita devota: Meditare praticamente la dolorosa passione di Gesù Cristo. Erano così teneri sulla bocca di Alfonso questi sensi della Passione, che in chiesa si vedevano fiumi di lacrime; ed ove prima si piangeva per dolore, in questa meditazione si faceva per amore.