S. Alfonso. Misericordia con un giovane scapestrato

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318. S. Alfonso. Misericordia con un giovane scapestrato.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

318. S. Alfonso. Misericordia con un giovane scapestrato.

♦ Un giovinastro, figlio di un Vaticale chiamato il Micaletto, perché guappo, trattava con scandalo con una giovane. Monsignore non lasciò mezzo per fargliela sposare, anzi concorrervi con un tanto di dote. Il giovane voleva la tresca, ma non sposarla.
Gli disse Alfonso: “Non la volete, non lo fate; ma lasciate il peccato, se non volete obbligarmi a dare passo col Governatore”.
♦ Il giovane, temendo esser carcerato, un giorno, entrato in furore, si porta in Palazzo. Non essendovi la servitù, e non sapendo aprire la bussola, la forzava, mentre caricava Monsignore di villanie e di minacce.
Accorsi i familiari, lo mandarono via.

Ciò dispiacque ad Alfonso; tanto più che aveva inteso che il Governatore era per carcerarlo. Manda qualcuno per impedire l’arresto. E dubitando che il Vicario si adoperasse al contrario, di soppiatto rimandò un Sacerdote, chiedendo che non si fosse molestato.
D. Alfonso Puoti, saputo l’attentato, si portò da Monsignore e si sforzava di persuaderlo che si doveva carcerare come esempio. Alfonso non si quietò fino a quando ebbe parola che lo si lasciava in pace.
Però tanto si adoperò che il giovane si convinse a sposare la zitella; e perché era povera, la dotò e la provvide di tutto il bisognevole.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 63)  Leggi tutto nell’originale.

Disse Alfonso al giovane: “Non la volete sposare, non lo fate; ma lasciate il peccato, se non volete obbligarmi a dare passo col Governatore”. E tanto si adoperò che il giovane si convinse a sposare la zitella; e perché era povera, la dotò e la provvide di tutto il bisognevole.