S. Alfonso. Misericordia verso gli affittuari poveri

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302. S. Alfonso. Misericordia verso gli affittuari poveri.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

302. S. Alfonso. Misericordia verso gli affittuari poveri.

♦ Distacco ancora maggiore dimostrò Alfonso nei fitti dei corpi della Mensa vescovile che bisognava fare.
Il Vicario Rubino così attesta:

«Cercava Alfonso equità e non aumento a danno degli oblatori. Molto meno voleva accensione di candela [sistema rapido di messa all’asta di un bene da fittare che durava quanto l’accensione di una candela]. Egli soleva dire: “Questo certo è un vantaggio per chi n’è padrone, ma certa la rovina de pretensori. Trovandosi ubriachi in faccia alla candela, non si bada alle conseguenze, e tanti e tanti si vedono rovinati con questi affitti”».

♦ Vi fu un altro bel distacco che si ammirò in Monsignor Liguori. Qualunque fosse il convenuto coi fittuari della Mensa, bastava che questi (e lo attestano tutti col controllo del Canonico Viperelli) esponessero la loro povertà ed avessero dimostrato un qualche infortunio di raccolta, per vedersi rilasciata loro buona parte del convenuto: maggiormente se queste persone fossero erano timorate di Dio.

  • Tanti e tanti, che erano in ritardo di grosse somme per lo stesso motivo di povertà, ebbero rilasciato molto e non poco, come si rileva dai libri dei conti e dai memoriali da lui firmati. Ad uno di questi che gli esponeva che troppo male era andato nell’affitto dei terreni per lo scarso raccolto, Monsignore, facendosi compassione, non ebbe ritegno di rilasciargli, benché non doveva, cento e più ducati (così testimonia il redentorista P. Buonopane, che vi era presente).
  • Tollo Jadevaja, uomo onestissimo e colono ordinario della Mensa, avendogli esposto nel 1768. la sterilità dell’annata, gli rilasciò ducati centotré ed un tarì, come attesta il Parroco D. Francesco Jadevaja suo figlio.
  • Sono tali e tanti questi sconti, disse il Vicario Rubino, che non vi fu fittuario, che ogni anno avesse pagato l’affitto convenuto.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 69)  Leggi tutto nell’originale.

Qualunque fosse il convenuto con gli affittuari della Mensa vescovile, bastava che questi esponessero la loro povertà ed avessero dimostrato un qualche infortunio di raccolta, per vedersi rilasciata buona parte del convenuto.