S. Alfonso. Mite davanti alle offese

GiubileoAlfo2

315. S. Alfonso. Mite davanti alle offese.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

315. S. Alfonso. Mite davanti alle offese.

♦ Costò amarezza anche il comportamento di un altro Religioso. Avendolo saputo un suo fratello Prete, Officiale in Napoli della Nunziata, tutto fuoco si portò in Arienzo; ed entrò da Monsignore: fa ribrezzo ridire il complimento che il vescovo ricevette.

  • Alfonso non mancò di fargli presente, in termini molto sommessi, la cattiva condotta del fratello, e che in coscienza non poteva permetterlo. Il Prete non udiva ragioni, e poco mancò per mettergli le mani addosso.
  • Il servitore, vedendo in cattive circostanze il povero Vecchio, corre e chiama il Vicario; ma prima del Vicario era accorso il Sacerdote D. Giovanni Manco, gentiluomo di Airola.
  • Vedendo che il Prete non la finiva e che Monsignore, quale agnello si sottometteva alle sferzate, fece avanti al Prete dicendo: “Signore Abate, se Monsignore, come Alfonso Liguori, vuole ricevere questi tuoi maltrattamenti, lo concedo; ma come Vescovo di S. Agata, e mio Superiore, ora io ti butto da questo balcone”.
  • Fu questo un grave imbarazzo per Alfonso, e dovette stentare in placare il Manco ed a rendere mitigato il Prete.

♦ In Arienzo, vedendo che un Gentiluomo era inemendabile, perché viveva attaccato con una cattiva donna, se lo chiamò e non mancò di avvertirlo del suo stato. Vedendolo indifferente, caricò un pochettino la correzione. Il Gentiluomo, sentendosi punto, alzò la voce e non finiva di offenderlo.
Non si smosse Monsignore, e passeggiando, altro non ripeteva: “Signore voi volete che io sia Vescovo, ed io voglio fare il Vescovo”. Questo fu tutto il suo risentimento..

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 63)  Leggi tutto nell’originale.

Non è facile immaginare quali violenti reazioni riceveva il vescovo da coloro che si ritenevano offesi dal suo zelo. Ed egli mite ripeteva: “Signore voi volete che io sia Vescovo, ed io voglio fare il Vescovo”.