S. Alfonso. Nella sofferenza nasce la Pratica di amare G.C.

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146. S. Alfonso. Nella sofferenza nasce la “Pratica di amare G.C.”. 1768.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

146. S. Alfonso. Nella sofferenza nasce la “Pratica di amare G.C.”. 1768.

♦ 1768. S. Agata dei Goti. – Testimonia il Canonico Barba: “Quello che più mi faceva stupire, era che non solo vigilava in questo stato, promuoveva il bene delle Anime e la gloria di Gesù Cristo in Diocesi, ma lo faceva fuori del ristretto.

  • Pervenutagli notizia che un Vescovo aveva urtato in alcuni passi irregolari, con pregiudizio della gloria di Dio e del bene delle anime,  pur in questo stato di sofferenza, sollecito dettò una lettera che mandò per espresso, rendendolo avvertito del suo trascorso, e rivolto a me disse: “Eh D. Benedetto mio, siamo obbligati ad aiutarci l’un l’altro”.

♦ Il letto del dolore, per Alfonso, non era solo oggetto di pazienza, ma anche di amore. Penando, perfezionò e fece dare alle stampe un gran Libro, che intitolò: Pratica di amare Gesù Cristo.

  • In questo manifesta i sensi intimi del proprio cuore. Tratta per primo quanto merita Gesù Cristo di esser amato per l’amore dimostratoci nella sua Passione, nell’istituire il Sacramento dell’Altare e della gran confidenza, che in lui dobbiamo avere.
  • Commenta poi il brano Charitas patiens est, con quello che segue in S. Paolo. Con questo individua i caratteri della vera Carità, tendenti tutti a legarci maggiormente con Gesù Cristo. Parla del come comportarci nelle tentazioni, e del grande utile che da queste si ricava.
  • Per sollievo delle anime sante, tratta ancora delle desolazioni di spirito e della pace in soffrirle. Sminuzza similmente tutta la Passione di Gesù Cristo, secondo la descrivono i sacri Evangelisti, ed individua altre pratiche di pietà, che anche non volendo, ci stringono e ci obbligano ad amarlo.

Scrive Giulio Lorenzo Selvaggio [revisore ecclesiastico]: “La dottrina, la pietà e lo zelo della salute delle Anime, si manifesta, in maniera particolare, in quest’Opera. Spira in ogni parte lo spirito del piissimo autore, dimostrando la necessità ed insegnando la vera maniera di amare il nostro Dio, che deve essere l’unico oggetto degli affetti del nostro cuore, a cui debbono riguardare le azioni tutte del nostro vivere”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 42)  Leggi tutto nell’originale.

1768. Il letto del dolore per Alfonso non fu solo occasione di pazienza, ma anche di amore. Penando, perfezionò e fece dare alle stampe un gran Libro, che intitolò: Pratica di amare Gesù Cristo. In esso manifestava i sensi intimi del proprio cuore ed insegnava la vera maniera di amare il nostro Dio.