S. Alfonso. Obbedienza misericordiosa da vescovo

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121. S. Alfonso. Obbedienza misericordiosa da vescovo. 1767.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

121. S. Alfonso. Obbedienza misericordiosa da vescovo.

Se l’Inferno si vedevasi impegnato a danno di Alfonso, anche Alfonso, trattenendosi in Napoli, non mancava adoperarsi a danno dell’Inferno.
Benché occupato per la Congregazione in cose così interessanti, si vedeva impegnato anche in varie opere di gloria di Dio e di profitto per il prossimo.

♦ Grave disturbo da molto tempo era insorto nel Conservatorio, detto “la Monaca di Legno”.

  • Non avendosi rispetto per la Superiora, tumultuando tra di loro le Monache, più volte erano venute anche alle mani. Monsignor Targianni, Correttore del luogo, unito con quell’uomo tutto apostolico D. Giuseppe Jorio, vedendo Monsignor Alfonso in Napoli, lo pregarono di voler adoperare l’opera sua. Alfonso vi fu più volte e vi predicò.
  • Quello che non aveva ottenuto D. Giuseppe Jorio e molto meno il Targianni con l’autorità, lo conseguì Alfonso con la sua umiltà e dolcezza. Tolta di mezzo ogni animosità, si vide rimessa nel luogo la pace, e con questa, l’orazione e la frequenza dei Sacramenti.
  • Monsignor Targianni non finiva di consolarsi. Avendo Alfonso rilevato nel governo varie mancanze, avvertito il Targianni, vi diede riparo con soddisfazione sua e delle Monache.

♦ Volendo profittare in quest’occasione anche il Canonico Mazzaccapa, Superiore in quel tempo della Congregazione di Propaganda, risolvette di invitarlo per la Novena di Maria Assunta, nella Diaconia di S. Restituta.

  • È celebre in Napoli questa novena. Vedendolo affollato ed incomodato di salute, temeva la negativa; gli disse l’Avvocato D. Carlo Melchionna: “Se lo volete, posponete qualunque mezzo. Essendo fratello della vostra Congregazione, avvaletevi del carattere di Superiore, che sarete ubbidito”.
  • Così fu. Ricevendo il comando, rispose Alfonso: “Non ho che dire”; calò la testa, e stringendosi nelle spalle, disse: “Pregate la Madonna che mi dia forza. Qui non ho né scritti né tempo d’applicarmi. Contentatevi di quello che Iddio e la Madonna mi mettono in bocca”.
  • Vedendosi incomodato dall’asma, egli stimava un azzardo accettare. Pregato ancora da S. E. Sersale, disse: “Comincerò la Novena, ma non so se potrò continuarla”. Soggiunse il Cardinale: “Cominciatela Voi, che se l’asma vi si aggrava, subentrerò io”.
  • Divulgato per Napoli che Monsignor Liguori faceva la Novena, ripiena si vide la chiesa, fin dalla prima sera, da un mondo di Preti e Regolari; né mancava anche l’eminentissimo Sersale con tutta la sua Corte.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 40)  Leggi tutto nell’originale.

Toccato dall’ubbidienza di predicare la Novena di S. Maria Assunta, Alfonso calò la testa e disse: “Non ho che dire.. Pregate la Madonna che mi dia forza. Qui non ho né scritti né tempo d’applicarmi. Contentatevi di quello che Iddio e la Madonna mi mettono in bocca”.