S. Alfonso. Per la dignità del carattere episcopale

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330. S. Alfonso. Per la dignità del carattere episcopale.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

330. S. Alfonso. Per la dignità del carattere episcopale.

♦ Soleva dire il P. Maestro Caputo, che assisteva Monsignore Alfonso da vicino: “Quando questo Vecchio si mette in aria e vuol dimostrare il suo contegno, ti atterrisce ed abbatte!”.
“Mettevasi in aria”, in senso suo, non già ostentando nobiltà e cavalleria, ma facendosi forte col proprio carattere di vescovo.

  • Racconta l’Arcidiacono Rainone: «Un Canonico presuntuoso, stimandosi giudicato male per essere stato assegnato in terzo luogo, si doleva con tale arroganza e con termini così villani, che i presenti ne arrossivano. Alfonso non potendone di più, senza punto scomporsi, ma in tono gli disse: “Badate che son Vescovo!”. Questo fu tutto il risentimento, e con questo pose in dovere il Canonico».
  • Alfonso aveva in tal pregio il carattere Vescovile, che non solo lo credeva al di sopra di ogni altra dignità, ma lo stimava degno di qualunque rispetto.
  • Un giorno D. Pasquale Diodato, non ancora Parroco di Bucciano, ritrovandosi acceso di testa, per avergli proibito Monsignore di leggere un’Opera dell’Abate Genovese, gli scrisse con termini poco onorevoli e dovuti. Ma, spedita la lettera, se ne pentì. Teneva per certo che Monsignore se ne doveva offendere perché lo minacciava tra l’altro di far ricorso al Principe. Vedendosi chiamato, ci andò con un certo timore. Monsignore, avendolo ammesso con la solita umanità, gli disse soltanto: “Come? ad un Vescovo scrivete di tal maniera?”. Questa fu tutta la correzione, ma con tal placidezza che D. Pasquale ne restò confuso e mortificato.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 64)  Leggi tutto nell’originale.

Alfonso aveva in gran pregio il carattere vescovile: non solo lo credeva al di sopra di ogni altra dignità, ma lo stimava degno di qualunque rispetto. E richiamava fermamente, e con umanità, chi mancava di rispetto “al vescovo”.