S. Alfonso. Redenzione e Misericordia.

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37. S. Alfonso. Redenzione e Misericordia.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

37. S. Alfonso. Redenzione e Misericordia.
E’ stato grande il peccato dell’uomo, ma più grande è stato il dono della Redenzione, la quale non solo è stata sufficiente al rimedio, ma sovrabbondante: presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione (Sal 129). Dice S. Anselmo che il sacrificio della vita di Gesù Cristo superò ogni debito dei peccatori, per cui la S. Chiesa chiama felice la colpa di Adamo: O felice colpa, che ci ha meritato di avere un così grande Redentore!
♦ E’ vero che il peccato ci ha ottenebrato la mente nella cognizione delle verità eterne, e ci ha intromessa nell’anima la concupiscenza verso i beni sensibili e vietati dalla divina legge; sì, ma quanti aiuti e mezzi ci ha ottenuti Gesù Cristo con i suoi meriti, per acquistare la luce e la forza di vincere tutti i nostri nemici, e d’avanzarci nelle virtù! I santi sacramenti, il sacrificio della Messa, la preghiera a Dio per i meriti di Gesù Cristo sono armi e mezzi valevoli non solo ad ottener la vittoria contro ogni tentazione e concupiscenza, ma anche di correre e volare nella via della perfezione.
♦ E’ certo che con questi mezzi stessi che son dati a noi, si son fatti santi tutti i santi della nuova legge. La colpa e nostra dunque, se non ce ne vogliamo avvalere.
♦ Oh quanto dobbiamo più noi ringraziare Dio, che ci ha fatti nascere dopo la venuta del Messia! Quanti maggiori beni abbiam ricevuto noi dopo la Redenzione fatta da Gesù Cristo! Quanto desiderò Abramo, quanto desiderarono i profeti, i patriarchi dell’Antico Testamento di veder nato il Redentore! ma non lo videro. Assordarono, per così dire, i cieli coi loro sospiri e con le loro preghiere: “Piovete, o cieli, ed inviate a noi il giusto a placare Dio sdegnato, che non può esser placato da noi, poichè tutti siam peccatori… Mandate, o Signore, l’agnello che sagrificando se stesso soddisferà per noi la vostra giustizia, e cosi regnerà nei cuori degli uomini, che in questa terra vivono miseramente schiavi del demonio…
Dimostrate presto a noi, o Dio delle misericordie, la più gran misericordia che voi ci avete promessa, cioè il nostro Salvatore…”
♦ Cosi esclamavano e sospiravano i santi; ma con tutto ciò, per lo spazio di quattromila anni non ebbero già la sorte di veder nato il Messia. Noi si abbiamo avuta questa fortuna. Ma che facciamo? come ce ne sappiamo avvalere? Sappiamo amare quest’amabil Redentore che è venuto, e ci ha riscattato dalle mani dei nostri nemici, ci ha liberati con la sua morte dalla morte eterna da noi meritata, ci ha aperto il paradiso, ci ha provveduti di tanti sacramenti e di tanti aiuti per servirlo ed amarlo con pace in questa vita, e per andare poi a goderlo nell’altra?
♦ Troppo saresti ingrata al tuo Dio, o anima, se non l’amassi, dopo che ha voluto essere legato dalle fasce, acciocché tu fossi liberata dai lacci dell’inferno; dopo che si è fatto povero, per far te partecipe delle sue ricchezze, dopo che si è fatto debole, per dare a te la fortezza contro i tuoi nemici; dopo che ha voluto patire e piangere acciocché le lacrime sue lavassero i tuoi peccati!

S. Alfonso, Novena del Santo Natale, Discorso terzo, Il Verbo Eterno da signore si è fatto servo,
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E’ stato grande il peccato dell’uomo, ma più grande è stato il dono della Redenzione, la quale non solo è stata sufficiente al rimedio, ma sovrabbondante: presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione (Sal 129).