S. Alfonso. Storia di una sottana rattoppata

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337. S. Alfonso. Storia di una sottana rattoppata.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

337. S. Alfonso. Storia di una sottana rattoppata.

♦ Un giorno Monsignore Alfonso passò per il Convento dei PP. Domenicani in Durazzano. Il P. Maestro Eanti, vedendolo con una zimarra tutta lacera e rattoppata, e la sottana anche lacera nei gomiti, se ne dolse, vedendolo così meschino. Candidamente Monsignore si scusò dicendo che aveva dato commissione in Napoli per quattro pezze alla Giudea, e non avendole ancora ricevute, doveva pazientare così.

  • La tonaca che aveva era così mal ridotta, che faceva vergogna allo stesso Laico che l’assisteva. Non avendo questi il coraggio di dirglielo, una notte, mentre che dormiva, fece tagliare una nuova sulla vecchia.
  • La mattina seguente andò per aiutarlo a mettere la sottana, non potendo Alfonso come al solito fare da sé per un cauterio che gli si era aperto al braccio. Il Laico gli pose la nuova invece della vecchia. Monsignore non se ne avvide, ma guardandosi le braccia, si accorse che erano nuove. Gli disse: “ Nè, ci avete fatte le maniche nuove?”. Rispose il Fratello: “Sì, perché erano troppo lacere”.
  • Monsignore non parlò; ma essendosi accorto che non era la vecchia sottana, disse alzando con tono la voce: “Signornò, la sottana è tutta nuova!”. Rispose il Laico: È così, , perché con quella era vergogna e non si poteva comparire”.
  • Riprese Monsignore con tono autorevole: “Non importa, va e prendi la sottana vecchia!”. Disse il Laico: “Se non volete questa,  contentatevi di stare senza sottana, perché la vecchia è stata data ai poveri”.
  • In sentir questo si vide amareggiato Monsignore. Gli disse tutto rammaricato: “Voi volete fare sempre di capo vostro!” Poi, vedendo che non c’era più riparo, zittì e non disse più parola.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 71)  Leggi tutto nell’originale.

La tonaca di Alfonso era così mal ridotta che faceva vergogna allo stesso Laico che l’assisteva. Non avendo questi il coraggio di dirglielo, una notte, mentre che dormiva, fece tagliare una nuova sulla vecchia… Ma quanta fatica a fargliela accettare.