S. Alfonso. Tagliati come il fico senza frutti

GiubileoAlfo1

95. S. Alfonso. Tagliati come il fico senza frutti. (cf Lc 13,8).

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

95. S. Alfonso. Tagliati come il fico senza frutti. (cf Lc 13,8).

♦ Fratello mio, quando il demonio vi tenta a peccare di nuovo, se voi volete dannarvi, sta in arbitrio vostro il peccare, ma non dite che volete salvarvi. Figuratevi che allora Dio scriva la vostra condanna, e vi dica: “Ingrato, che più io dovevo fare per te, e non ho fatto? Or via, giacché vuoi dannarti, sii dannato, è scelta tua”.
♦  Ma tu dirai: E la misericordia di Dio dov’è? Ahi misero, e non ti pare misericordia di Dio l’averti sopportato per tanti anni con tanti peccati? Tu dovresti startene sempre con la faccia a terra ringraziandolo e dicendo: “E’ per misericordia del Signore che non siamo finiti”.
Se l’ingiurie che hai fatte a Dio, l’avessi fatte ad un tuo fratello carnale, egli non ti avrebbe sopportato. Dio non solo ti ha aspettato, ma ti ha chiamato tante volte, e ti ha invitato al perdono.
♦ “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque!” (Lc 13,8) . Se quella pianta di fico trovata dal padrone senza frutto, dopo l’anno concesso a coltivarla, non porterà alcun frutto, chi mai spererà che il Signore gli dia più tempo e risparmiare il taglio? Senti dunque ciò che ti avverte S. Agostino: “Il castigo ti è stato differito, ma non tolto, se tu abuserai ancora della divina misericordia… Sarai tagliato.
♦ Dio ti metterà davanti le misericordie che ti ha usato, e saranno esse stesse che ti giudicheranno e ti condanneranno.
Ah mio Dio, questa luce che ora mi date, è segno che volete perdonarmi. Spero nel perdono per il sangue vostro, e lo spero certo; ma se tornassi a voltarvi le spalle, allora meriterei un inferno apposta per me. Questo mi fa tremare, o Dio dell’anima mia: posso tornare a perdere la grazia vostra. Penso che tante volte v’ho promesso di esservi fedele, e poi di nuovo mi son ribellato a Voi. Signore, non lo permettete: non mi abbandonate a questa gran disgrazia di vedermi di nuovo fatto vostro nemico.
Redentore mio caro, io non voglio più dividermi da Voi: per i meriti della vostra morte datemi un grande amore, che mi stringa con Voi talmente, che io non me ne possa più sciogliere.
O Maria, Madre mia, aiutatemi con le vostre preghiere; ottenetemi la santa perseveranza e l’amore a Gesù Cristo.

(S. Alfonso, Apparecchio alla Morte, Considerazione XVII –  Abuso della divina misericordia. Punto III). 
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Se quella pianta di fico trovata dal padrone senza frutto, dopo l’anno concesso a coltivarla, non porterà alcun frutto, chi mai spererà che il Signore gli dia più tempo e risparmiare il taglio? Senti dunque ciò che ti avverte S. Agostino: “Il castigo ti è stato differito, ma non tolto, se tu abuserai ancora della divina misericordia… Sarai tagliato.